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Sembra come il giorno in cui ci siamo incontrati, tranne per il fatto che ora è quasi notte e che la strada è più lunga dell'ultima volta.
Ora che ci penso sono già passati quasi 4 giorni dal nostro "spiacevole" incontro.
《Alex, la famiglia che stavate portando via, era l'unica o ne avete già portate via altre?》
Gli chiedo, per pura curiosità, la sua faccia si deforma in una di un misto tra la paura e la tristezza.
《No, sono già cinque le famiglie che abbiamo mandato via, ma nessun problema, affinché non si oppongono non succederà nulla a nessuno dei membri della famiglia, non come il bambino che hai visto. È stato Jakob, il mio compagno quel giorno, a sparargli gli aveva sputato in faccia, e non è un bel gesto da fare ad un caporale.》
Mi spiega, quindi Jakob è il suo superiore e ha dovuto farlo per fare rispettare la loro autorità.
《Capisco ma non ti do la colpa, dopotutto era un ordine o ci rimanevi secco tu, no?》
Gli rispondo e dalla sua faccia noto un'espressione scioccata dalla mia risposta, presumo.
《Grazie, piccolina》
Dice, scompigliando con una mano i miei capelli per la terza volta in un solo giorno, intanto che stiamo per arrivare verso l'inizio della via per la casa della nonna, che immediatamente notiamo vedere fuori dalla porta d'ingresso tre poliziotti, ma non sono come Alex, sono le guardie di San Marino, li avranno chiamati per cercarmi.
《Linda!! Per l'amore del cielo!! Dove sei stata tutto questo tempo!!》
Esclama la nonna non appena riesce a vedermi sotto la luce del lampione.
《Di nuovo con questi bastardi! Linda! Ti avevo detto di non rivederli mai più!》
Esclama zio Carlo che stava parlando con i poliziotti fino a pochi minuti prima che la nonna mi vedeva.
《Ma zio, non sono così cattivi come li immagini, lui è gentile con me, è un amico!》
《UN AMICO!!》
Sbotta zio Carlo, fuori di sé.
《UN NAZISTA NON È NE GENTILE NE PUÒ ESSERE TUO AMICO!! SCORDATELO!!》
Zio Carlo si avvicina arrabbiato, lo vedo alzare il braccio con l'intento di tirarmi uno schiaffo, chiudo gli occhi d'istinto, ma non sento lo schiaffo.
Apro gli occhi e vedo che Alex mi si è messo davanti prendendosi lui lo schiaffo al mio posto.
Cosa che lascia scioccati sia lo zio che tutti i presenti.
D'istinto abbraccio Alex, stiamo comunicando in una lingua silenziosa, lui sta capendo che lo sto ringraziando, abbracciandolo.
Lo sento ricambiare il contatto, sta come proteggendomi dallo zio, cosa che lascia di stucco anche i poliziotti che già non potrebbero fare nulla ai nazisti ma soprattutto non hanno neanche qualche problema con lui.
《Lascia stare mia nipote! Tu mostro! Tornatene nell'inferno da cui vieni!》
Gli sputa addosso lo zio ad Alex... non se lo merita sta solo facendo un piacere e mi ha già salvato la vita una volta. Non può essergli un pó riconoscente!
《Bene, signori calmiamoci e diacutiamone civilmente》
Arriva un poliziotto a calmare mio zio, che aveva quasi l'intenzione di saltare al collo di Alex e di strangolarlo.
《Carlo! Calmati caro!》
Arriva la nonna a cercare di calmare il figlio, ma invano, visto che la sua espressione non cambia di una virgola...
È proprio arrabbiato, penso che abbia paura che un tedesco possa portargli via dalla famiglia qualcuno, di nuovo, come è successo con mia mamma...
《Zio, ti voglio bene, ma non puoi evitare di farmi delle amicizie... se no mi stai tenendo in gabbia...》
Gli dico e la faccia dello zio si calma e anzi diventa quasi malinconico.
Invece, Alex, continua a stringermi a sé per non lasciarmi prendere dallo zio, che credo che abbia ancora la volontà di tirarmi un altro schiaffo.
《Non posso perdere qualcun altro a causa di voi tedeschi! Mi avete già tolto mia sorella e ora volete portarvi via anche mia nipote! Non ve lo lasciare fare!》
E detto ciò riesce a prendermi il braccio e a tirarmi nella sua direzione.
《L'ho ritrovata solo da qualche mese, non ve la lasciaró portare via da me, o se vorrete dovrete passare sul mio cadavere!》
Afferma lo zio, cosa che incuriosisce Alex, e i poliziotti che intanto stavano controllando la situazione da parte dalla scena.
《Signor Gasperoni, non vi permetto di mancare così di rispetto ad una bambina, che non ha fatto altro che cercare di adattarsi alla vita in cui la hai portata, dalla Polonia alla Svizzera e dopo qui a San Marino, scioccante come comportamento per uno zio. O sbaglio? Dopotutto, sua madre le ha dato vita consensualmente, e voi le avete nascosto la verità per anni!》
Detto ciò le facce di tutta la famiglia diventano pallide, quasi cadaveriche, e lo zio inizia a sudare freddo. E vedo la nonna, che inizia a mandare via i poliziotti, come se l'argomento non poteva essere condiviso.
Mi parleranno di mio padre?
《Prego, accomodatevi, meglio parlarne in un luogo più privato dove occhi e orecchie indiscrete non posso immischiarsi nel discorso.》
Dice zia Benedetta, ad Alex e al resto della famiglia.
《Io vado a tenere a bada i ragazzi, te, Linda puoi partecipare dopotutto è su di te...》
E detto ciò entra, quasi correndo, verso il piano di sopra, intanto che tutti noi entriamo nel salotto.
Nonna fa accomodare Alex sulla poltrona più vicina al caminetto mentre a me mi fanno sedere dal lato opposto.♡•○•♡
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La Figlia Del Führer
Historical FictionQuesta storia, non è un insulto per nessuno, è solo una storia che mi è apparsa in un mio sogno, quindi se non vi piace, non posso farci niente. Ma se volete suggerire qualche nuova scena, sono sempre pronta ad accettare nuove idee, di qualunque ge...