XVII

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Il pranzo scorre velocemente, nessuno sembra volere rivolgermi la parola, e questo è un bene, ma le occhiatacce non me le scampo... soprattutto quelle dei più piccoli, probabilmente gelosi per le attenzioni, che non voglio, che mi stanno danno.
Io vorrei solo diventare invisibile, o sparire nel nulla... o andare a vivere con mio papà, anche se non so ancora chi è.
Magari c'è qualcosa su mio papà, nella stanza di mia mamma, ma è chiusa a chiave, potrei forzarla von qualche forcina, oppure potrei cercare la chiave in giro per tutta casa, anche se so già un posto in cui per il 50 per cento potrebbe essere. La camera dei suoi genitori, devo intrufolarmi nella stanza della nonna Maria e di nonno Alessandro.
Spero che capiti un'occasione il prima possibile, che entrambi sono fuori di casa, e che la casa sia vuota, cosicché io possa cercarla senza nessun occhio spione.
《Linda tutto ok, non hai più detto nulla... ti piace il cibo?》
Mi chiede tutto all'improvviso lo zio Carlo, e questo mi fa sussultare dallo spavento.
《Si, si. Sto bene zio. Nulla di cui preoccuparsi. Mi piace molto il cibo, è proprio buono, mi passeresti un'altra fetta di arrosto e alcune patate, perfavore!?》
Gli chiedo, e lui con sorriso mi prende il piatto e ci mette dentro due fettine di arrosto e una bella manciata di patate al forno. Tutti si sono inzittiti appena hanno sentito lo zio Carlo parlare in tedesco, e alternavano lo sguardo tra me e lo zio. La nonna appena Carlo mi ha preso il piatto e me l'ha riempito, ha tirato un sospiro di sollievo, credo per il fatto che mi piace il cibo.
La nonna poi si rivolge a Carlo.
《Cosa ha detto la piccolina? Le piace?》
E lo zio Carlo le risponde, anche se non so di cosa sta parlando.
《Si si, le piace così tanto che voleva anche il bis.》
La nonna, dopo che lo zio finisce di parlare, mi guarda contenta e, sembra, con le lacrime agli occhi. Ma avrò sicuramente visto male.
Non appena tutti abbiamo terminato di mangiare, io prendo tutta le stoviglie per portarle in cucina dove verranno poi lavati.
Gli altri le lasciano sul tavolo, come per significare che non è loro lavoro. Ma non vogliono dare una mano? È vero che abbiamo delle culture differenti, ma non pensavo che erano così distanti.
Sono sotto gli sguardi di tutti, come se fossi un essere fuori dalla norma, soprattutto i bambini, che erano completamente estranei a questo favore nei confronti della nonna.
Anche quest'ultima è lì bloccata, che stava raccogliendo dei piatti da portare di là, ed è scioccata quanto gli altri. Tranne lo zio Carlo, che mi si avvicina e mi dice gioiosamente.
《Lo sai che qui non siamo in Svizzera e neanche in Polonia. Però brava, dai l'iniziativa a questa banda di rammolliti!》
Dice dandomi un colpetto giocoso sulla spalla. Rido alla sua affermazione. Rammolliti. Fa ridere detto proprio da lui, visto che stava sempre sulla poltrona a sentire la radio senza muovere un muscolo.
《Ironico da parte tuo, zietto》
Gli dico, prendendolo un pó in giro, lui mi guarda con uno sguardo offeso, ma poi scoppia a ridere. Tutti sono lì che chiedono delle risposte telepaticamente, anche perché non capiscono il tedesco, e quindi non intendono le nostre conversazioni. Sarà la nostra lingua segreta!
Solo nostra, da usare quando non vogliamo farci capire dagli altri.

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now