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Decido di provare a sollevarmi ma l'unica cosa che riesco a fare è ricadere per terra, per fortuna che c'è il signor Alex,
《Non ce la fai a stare in piedi da sola?》
Non mi piace l'idea di venire portata a casa, in braccio a qualcuno, è una cosa troppo imbarazzante, e non dignitosa. Ma soprattutto non voglio vedere le facce della nonna e di zio Carlo o di tutto il resto del paesino che mi vede in braccio ad un nazista.
《Ho capito, non ti preoccupare, arriveremo a casa e glielo spiego io ai tuoi genitori.》
Mi spiega con una calma, inusuale.
《Io non ho i genitori... ho solo un papà, ma non so dove sia!》
Lui mi fissa negli occhi con uno sguardo di compassione, e di pena.
《Non lo sapevo, scusa.》
E dopo questo, non parlo per qualche minuto.
《No tranquillo, va bene... non lo sapevi, quindi è giusto che ti sei preoccupato di dirlo ai miei "genitori". Comunque lo puoi spiegare alla nonna e allo zio Carlo.》
Gli spiego, cercando di non farlo sentire in colpa, per aver chiesto.
Comunque è gentile e Michele si è sbagliato al riguardo, si è preoccupato per me a tal punto che è disposto a portarmi a casa, quando gli conviene di più lasciarmi qui da sola, o portarmi nello stesso luogo in cui lui e Jakob hanno portato quella famigliola.
《Vieni dai, ti porto a casa, appoggiati un pó a me e ti sollevo, va bene?》
Mi chiede, ed io annuisco e inizio a strisciare piano verso di lui, il minimo per farlo raggiungermi.
《Perfetto, se hai male da qualche parte, non esitare a dirmelo. Va bene. Mi devi dare te le indicazioni perché sono arrivato qui da poco, e devo ancora memorizzare le vie, basta che mi dici verso che zona e dovrei arrivarci da solo, ma non fidarti troppo.》
Mi spiega con un pó di imbarazzo nel dirmelo.
Ora che ci penso, lui viene dalla Germania, ma da quale zona?
《Dov'è che vivevi prima? Sai, prima di venire qui.》
Gli chiedo curiosa.
《Oh, già, io vivevo a Frankfurt, nella parte sud-ovest della Germania.》
《Deve essere bella come città!》
《Si lo è, mi è dispiaciuto lasciarla ma il lavoro mi ha richiamato qui e gli ordini vanno eseguiti senza obiezioni. Quindi eccomi qui.》
Mi spiega, con una faccia mista tra il malinconico e il calmo. Una combinazione strana, a dirla tutta.
《La casa della nonna è verso la salita per il castello. Ovvero là!》
Gli dico indicando con il dito verso la direzione in questione.
《Va bene tieniti stretta, perché non sembra essere una strada corta.》
《Va bene》
E così inizia a partire a camminare, mentre io mi stringo attorno al suo collo per evitare di cadere dalle sue braccia, e farmi ancora più male.
《Una cosa che non mi hai ancora detto è il tuo nome.》
Mi chiede è io gli rispondo, quasi immediatamente.
《Mi chiamo Linda》
《Un nome originale, se non sbaglio è un nome di origine Deutsche.》
《Penso di sì, forse mia mamma adorava i nomi tedeschi.》
Di certo una cosa la so, non glielo dico che mio papà è tedesco e che quello spiega, quasi totalmente il mio nome.
《Comunque, sei molto intelligente per la tua età, cos'è che avrai... 10 jahre, 11...》
《Ho 12 anni, e tra non molto 13!》
Dico fiera di me, dopotutto sono grande ormai.
《Allora non sei più una bambina, ormai sei una ragazzina a tutti gli effetti.》
《Va be, ora dove giro?》
Mi chiede, e scoppio in una risata, stavamo parlando di età, di dove viene e spunta lui fuori con la sua domanda di "dove giro".
Credo che anche lui abbia capito il motivo delle mie risate, che si aggiunge anche lui.
《Mai mi sarei immaginato di divertirmi per un nulla totale》
《Neanch'io, signor Alex!》
《Non mi chiamare "signore", mi fai sentire vecchio. E ti sembro vecchio?》
《No, non lo sembri. Ma è rispetto, me lo ha insegnato lo zio Carlo e la nonna.》
《Va bene, ma non chiamarmi signore, solamente Alex.》
《Va bene, Alex》♡•○•♡

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La Figlia Del Führer
Historical FictionQuesta storia, non è un insulto per nessuno, è solo una storia che mi è apparsa in un mio sogno, quindi se non vi piace, non posso farci niente. Ma se volete suggerire qualche nuova scena, sono sempre pronta ad accettare nuove idee, di qualunque ge...