XIV

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《Mamma, lei non capisce l'italiano, ha vissuto per tutta la sua infanzia in Polonia, poi da neanche una settimana in Svizzera, conosce già a malapena il tedesco, per imparare l'italiano ci vorrà un pó. Ma ci proveremo.》
Gli dice lo zio alla signora.
《Linda, questa è tua nonna, l'uomo alla porta è tuo nonno e il bambino che vedi nel giardino a giocare con quel cagnolino è tuo cugino, figlio del mio fratello maggiore. Capito, ma qui parlano solo italiano e alcuni dialetti, quindi ti dovrai sforzare a impararlo bene, perché tra due mesi inizi la scuola con uno dei tuoi cugini. Ok, ora saluta la nonna Maria.》
Io gli annuisco.
《Buongiorno》
Gli dico semplicemente, perché il mio vocabolario è ridotto in questa lingua.
E finisco con un sorriso, la lingua dei sorrisi è la più parlata al mondo.
《Carlo, falle vedere la sua stanza, così che può cambiarsi e riposare dal lungo viaggio, e poi vai anche te a riposare un pó, sarai stanco morto.》
Gli dice qualcosa la nonna, e poi lo zio mi porta dentro la casa, è molto differente sia da quella in cui vivevo a Varsavia, ma è diversa anche da quella dei nonni a Briga, ha uno stile tutto unico, anzi è un miscuglio di differenti stili d'arredamento.
《Per aiutarti ad ambientarti più velocemente, ti mostro tutte le stanze che sono più importanti. La cucina è lì a sinistra, la porta lì accanto è quella del bagno, lì a destra c'è il salotto e la sala da pranzo. Vicino alle scale c'è lo studio e una piccola libreria, lì se vuoi potrai studiare per la scuola, solo se non ci sono fatti importanti che noi adulti dobbiamo discutere, okay.》
Mi spiega il piano terra della casa sono felice che c'è una piccola libreria. Ma non mi tranquillizza il fatto che gli adulti possono parlare di fatti importanti, ma non è quello che mi interessa in questo momento.
Vedo la cucina, è enorme! credo che sia come quelle dei ristoranti, ha un non so che di accogliente, pulito, sa di casa. La porta del bagno è chiusa, quindi non riesco a vederlo dentro, ma al contrario riesco a vedere lo studio infondo al corridoio, il salotto è grande, ha due divani e una poltrona, il caminetto e tante fotografie incorniciate sul caminetto, mensole e anche attaccate sulla parete, a terra c'è un grande tappeto. La sala da pranzo è collegata al salotto, e non è visibile dall'ingresso. Le scale sono posizionate di fronte all'entrata, le saliamo e mi ritrovo di fronte ad un lungo corridoio pieno di porte, mentre al lato delle scale da cui siamo saliti, ci sono altri scalini per andare al piano superiore.
《Qui ci sono le stanze, parto da qui accanto a noi. Antonio, tuo cugino minore, Marco, tuo coetaneo e tuo cugino, Luigi e Benedetta, tuoi zii e genitori di Antonio e di Marco, nonna Maria e nonno Alessandro, poi la mia e la stanza di tua zia Teresa.》
《La mia stanza dov'è? E anche quella di mia mamma?》
Gli chiedo curiosa.
Lui mi indica le scale, quindi lo seguo e nella mansarda vedo due porte, una delle due sarà la mia e l'altra quella di mia mamma.
《Questa qui a destra è quella di tua mamma, l'altra è la tua... se non ti va bene qualcosa dillo. Ti porto su i bagagli e poi ti lascio libera.》
Io annuisco e dopo poco rimango sola lì sul pianerottolo, aspettando lo zio, intanto mi avvicino alla finestrella che c'è nel cortidoio e mi affaccio e vedo lo zio che sta scaricando i miei bagagli intanto che parla con un uomo e una donna, l'uomo sarà di sicuro lo zio Luigi e la signora potrebbe essere la mia zia Teresa o zia Benedetta.

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La Figlia Del FührerWhere stories live. Discover now