Come nelle favole

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"Sai ho pensato sempre
Quasi continuamente
Che non sei mai stata mia"

Vasco Rossi

@Rachel.Romero

Rachel era Ben comoda sul sedile del treno diretto a Madrid, di ritorno da Barcellona, mentre inconsciamente ripensava ai vecchi ricordi legati alla casa dove era appena stata

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Rachel era Ben comoda sul sedile del treno diretto a Madrid, di ritorno da Barcellona, mentre inconsciamente ripensava ai vecchi ricordi legati alla casa dove era appena stata.

I Marquez avevano organizzato una grigliata tutti insieme per festeggiare la sua, ormai presa, laurea ed i bei risultati di Alex, Rachel ovviamente non poteva mancare, specialmente se si parla di carne.

Una volta arrivata in stazione si aspettava di ritrovarsi davanti il suo migliore amico, pronto per riportarla a casa, Ma Marc mise il suo zampino, convincendo Carlos ad andarla a prendere. Il motivo per cui subito lo spagnolo accettò, ormai, lo si sa bene, farebbe di tutto pur di passare del tempo con quella ranocchia ed il caso ha voluto che lui si trovasse, stranamente, a Madrid.
Così il destino, o meglio dire Marc, aveva deciso di farli incontrare.

Ma il tragitto che separava Rachel da casa era ancora lungo e la sua mente viaggiava così veloce da farle venire il mal di testa, ma ad un certo punto tutto quel casino si calmò.
Un pensiero, un ricordo preciso mise tutto quanto a tacere.
Rachel stava ricordando di quando loro due si erano incontrati a casa Marquez.
Erano passati anni dall'ultima volta, ma una scena era rimasta ben in mente ad entrambi.

La cena era appena finita e data la grande quantità di cibo che tutti avevano mangiato, decisero di andare a fare una passeggiata sulle colline lì vicino, posti che entrambi i fratelli marquez conoscevano come le loro tasche. Carlos e Rachel li seguirono rimanendo però un pochino indietro rispetto a loro, per poter stare insieme.
Man mano si staccarono sempre di più perchè quei due avevano totalmente un'altro passo.

"Facciamo una scorciatoia?"
Gli chiese la ragazza, dato che era ormai impossibile raggiungere gli altri.
Carlos si limitò ad annuire seguendola poi per un'altro sentiero, uno più piccolo e sterrato.
Gli alberi iniziarono ad inalzarsi coprendo la vista delle colline con i loro fogliame ed il ragazzo si guardava intorno sorpreso dal repentino cambio di paesaggio, ma continuò a camminare dritto perchè si fidava di Rachel.
"Es hermoso aquí"
Constatò lo spagnolo non abituato a certi scenari.
"Es un posto...tranquilo"
Rachel si fermò sotto ad un albero costringendolo a fermarsi a sua volta a causa del sentiero molto ristretto.
Si sfiorarono.
"Ci vieni spesso?"
"Quando Marc fa troppo casino dentro casa"
Carlos scoppiò a ridere conoscendo bene la scena di Marc che non si contiene e lei che finisce per incazzarsi perché odia essere disturbata.
Si avvicinò, poi, ancora di più a lei, che nel frattempo stava osservando un animale nascosto su uno dei tanti alberi.

Le loro spalle si toccarono, di scatto Rachel si girò completamente verso di lui notando subito la loro vicinanza.
Carlos avanzò e lei indietreggiò, continuarono ad andare avanti così finché la ragazza non cercò di scappare da quella situazione sentendosi messa alle strette ed avendo il timore di poter fraintendere quel comportamento a causa dei suoi sentimenti. Ma la loro vicinanza le rese impossibile di tener conto di ciò che li circondava e ben presto si ritrovò dentro il piccolo stagno che solitamente tanto adorava osservare in solitudine.

Carlos si allungò subito per tirarla sù, ma lei lo intimò di lasciarla stare, perchè si stava vergognando terribilmente per quella scena.
Era fradicia, bagnata dalla testa ai piedi, con un po' melma sui vestiti, dell'erbetta in testa e come perfetta cornice di questo quadretto, non appena tentò di alzarsi per uscire dall'acqua, udii sopra la sua testa uno strano rumore che poco dopo realizzò quale fosse: il gracidare di una piccola rana che se ne stava appollaiata tra i suoi capelli.

Dopo dei lunghi secondi di realizzazione, iniziò ad urlare per il disgusto.
Carlos cercava di mantenere le risate ed allo stesso tempo di darle una mano.
Scacciò via la rana e nonostante le sue continue lamentele, la afferrò delicatamente per una mano portandola fuori da quell'acqua stagnante.
"Estas bien?"
Controllò preoccupato se si fosse fatta male.
"Sto bene"
Ammise Rachel con occhi bassi per la vergogna.
Non appena la preoccupazione del ragazzo scomparve, non perse tempo per prenderla in giro con le sue solite battute che lei fa sempre finta di odiare.
"Bhe, hai fatto bene a farti un bagno, in effetti è una giornata afosa"
Disse sapendo che fosse l'unico modo per farla uscire da quella bolla di vergogna che aveva addosso. E difatti, sentendo quelle parole, Rachel non potè che abbozzare un sorriso beffardo, perchè quella situazione, alla fine, faceva ridere anche lei.
"Dopo questa nuotata, torniamo a casa?"
"Fai meno lo scemo che ti butto nello stagno a te"
Lo spinse amichevolmente scoppiando a ridere.

"Dai scema andiamo, non ti fa bene stare con questi vestiti bagnati"

Rachel arrossii conscia del fatto che si stesse preoccupando per lei. Carlos non era solito mostrarlo, era solito farlo, si, quello sempre, ma lui adorava prendersi cura di lei in silenzio.

"Vamos"
Tornarono a casa Marquez, dove ovviamente Rachel fu presa in giro anche dai due fratelli, che non appena saputa la storia da Carlos, corsero da lei.

La ragazza si ritrovò a sorridere ripensando a quella vecchia scena.
Ormai mancava sempre meno. Aveva sentito, prima di partire, dannatamente il bisogno di tornare in quella casa, da Juliá, da Rosé, perché erano i suoi genitori, ed ogni volta che lei doveva riprendersi da tutta quella pressione che ogni giorno la schiacciava, scappava e si rifugiava da loro.
Prima quando abitava a Barcellona era più facile, le bastava prendere l'auto e correre a Cervera. Ma anche adesso sa bene di poter prendere il primo treno per recare lì e sentirsi a casa e finalmente tranquilla.

Il treno arrivò in stazione dove la stava aspettando Marc, o almeno lei credeva che sarebbe stato lui ad accompagnarla in auto fino a casa ed invece no, il pilota Honda, che era tornato a Madrid due giorni prima di lei, in quel momento se ne stava sdraiato sul divano abbracciato alla propria ragazza.
Quando uscì dalla stazione era tardo pomeriggio, non c'era tanta gente e ciò rese più facile il loro incontro.

Carlos era appoggiato alla sua macchina sportiva mente si girava nervosamente le chiavi tra le mani. Ogni volta che doveva incontrarla sempre le stesse sensazioni lo invadevano muovendogli qualcosa dentro.

Il cuore iniziò a battergli più forte e questo solo perché aveva sentito il suo dolce profumo in mezzo a tutte quelle persone. La  ragazza invece lo aveva già adocchiato da tempo, capendo immediatamente di essere caduta in una delle solite trappole del suo migliore amico.

Camminò lentamente verso di lui trascinandosi la sua pesante valigia dietro mentre il suo cuore iniziò a battere all'impazzata sincronizzandosi con il battito di Carlos. È come se i loro cuori si riconoscessero ogni santa volta che si vedono iniziando a danzare insieme allo stesso ritmo.

I loro cuori stavano ballando un tango insieme, mentre fuori entrambi stavano cercando di nasconderlo il più possibile.

"Buenas tardes ranocchia"
"Ciao brutto rospo"
Le si avvicinò per prenderle la valigia e caricarla sulla macchina e nello stesso istante Rachel si bloccò non aspettandosi quest'improvvisa vicinanza tra loro.

Inalò tutto il suo profumo virile quando le fu vicino, sentendo le gambe subito farsi molli.

Carlos, tentando di mettere a tacere la voglia di baciarle quelle labbra rosee, afferrò la sua valigia, mentre scuoteva leggermente la testa, e la sistemò nel bagagliaio tornando poi da lei.
"Andiamo?"
Le fece cenno di salire in macchina con il capo e Rachel seguì gli ordini senza proferire parola.
Così i due partirono alla volta di casa sua, per poi salutarsi sbrigativamente non appena a destinazione.

Il loro rapporto ed i suoi sentimenti non erano cambiati per niente rispetto a quella divertente scenetta, pensò Rachel quando lo vide sfrecciare via dal vicolo di casa sua.

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