La notte di San Lorenzo

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"Ho bisogno di abbracciarti da dietro
E sussurrarti all'orecchio
<<Sto vicino a te>>"

Luchè

Delle braccia mi stavano abbracciando da dietro. Le sue braccia. Il suo odore mi circondava cullandomi. La sua presenza è sempre stata fondamentale per me, ma ultimamente più che mai.

Mi girai dall'altro lato perché volevo godermi quello spettacolo, di lui addormentato con la luce del sole che lo illumina leggermente.

È possibile che ad ogni sguardo mi innamoro sempre di più?

Posai la testa sul suo petto caldo ascoltando il suo cuore battere.
"Ranita"
Sussurrò. La sua presa si rafforzò su di me.
"Estas bien?"
Mi chiese con ancora gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.
"Muy bien Carlitos"
Ammisi lasciandogli un bacio sui pettorali.

Con lo sguardo notai gli asciugamani ai piedi del letto, erano rimasti esattamente dove ieri sera li avevamo lanciati per la foga. Al ricordo di ciò sentii il bisogno di baciarlo e sentire ancora di più il suo corpo accanto al mio.

Rimanemmo in quella posizione per un po', ma non appena Carlos aprì definitivamente gli occhi, si alzò subito andando a prendere la colazione per entrambi. Lo faceva sempre, da quando si è praticamente trasferito a casa mia. Ogni giorno quando mi sveglio me lo ritrovo con un vassoio in mano con sopra, spesso, i suoi pancake. Anche quando mi sveglio prima io in qualche modo riesce a trovare il modo di bloccarmi per andare a fare tutto lui.

Mentre lui si preparava per scendere nella hall e decidere con attenzione cosa portarmi, io rimasi rannicchiata sotto le coperte mentre studiavo il paesaggio fuori dalla finestra soprappensiero. Ieri sera mio padre mi aveva scritto, ma ero abbastanza impegnata, quindi non gli ho ancora risposto. Solo che ogni volta che noto un suo messaggio sul display mi sento malissimo, ho sempre paura che mi dica che la mamma non ci sia più.
Presi un respiro profondo e mi allungai a prendere il telefono, la notifica era ancora lì in primo piano.

-Tranquilla Rachel, la mamma sta bene, è uscita ieri dall'ospedale. Solo se riesci a parlare con tuo fratello, ha bisogno di te-
Mi sentii subito sollevata nel sapere di mamma, ma poi quel peso tornò non appena pensai al dolore di mio fratello.
Io alla sua stessa età stavo soffrendo molto a causa del comportamento dei miei e per essere dovuta scappare via.
In quell'età dove tu dovresti goderti la gioventù, spensieratezza, libertà, lui invece stava lottando contro qualcosa di molto più grande di lui. Queste cose ti segnano, io lo so bene.

Lasciai cadere il cellulare sul letto coprendomi il viso con il cuscino, ma proprio quando ero sul punto di piangere e di crollare, la porta si aprì ed un sorriso raggiante entrò in stanza.

Ogni mia ferita si ricucì all'istante alla vista di Carlos con in mano un vassoio pieno di pasticcini, caffè e dei fiori.

"Allora, ti ho preso il cappuccino, due brioche così decidi tu qual'è meglio...della frutta e anche del succo e"
Alzò lo sguardo verso di me bloccandosi.
"Estas bien?"
"Si, sono solo molto affamata"
Dissi, prima di alzarmi dal letto e raggiungerlo al tavolino. Di nascosto risposi a mio padre dicendogli che quella sera lo avrei chiamato e poi lasciai il telefono lontano.

Siccome eravamo entrambi stanchi dalla sciata del giorno precedente decidemmo di andare a fare un giro per il piccolo paesino che in verità avevamo già scoperto l'anno scorso. In uno dei gazebi sparsi in piazza, io e Carlos, ci siamo baciati per la prima volta.

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