La mia storia tra le dita

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"C'è una cosa che io non ti ho detto mai
I miei problemi senza te
Si chiaman guai"

Gianluca Grignani

Pov Rachel
Non era la prima volta che andavo con Carlos ad un Gran Premio, l'anno scorso l'avevo raggiunto a S.p.A. Per stare un po' insieme, ma non era finita bene.
Quest'anno però, noi due ci apparteniamo, non dobbiamo più scappare o nasconderci, non c'è più quell'imbarazzo tra noi due. La nostra relazione sta andando a gonfie vele ed io ogni giorno mi sento come in un sogno, davvero. Avevo così tante volte provato ad immaginare una possibile relazione con lui, senza mai sperare che si potesse realizzare veramente...ed invece eccomi qui a camminare per il corridoio dell'hotel, diretta in camera sua, o meglio, nostra.

Ci siamo dati appuntamento qui, lui doveva prima andare a Maranello ed a Milano per interviste ed eccetera ed io avevo da fare a Madrid, ma gli ho giurato di esserci.

Il gran premio di Monza lo conosco bene. Non perché ci sono venuta con Marc o con la MotoGP, le moto non corrono qui.
Mio padre mi ci portava sempre da piccola, è il tempio della velocità, la casa della Ferrari. Ogni tifoso della rossa vuole provare almeno una volta nella vita l'ebrezza di assistere ad una gara dal vivo qui, immerso nel mare rosso dei tifosi e poi festeggiare sotto il podio la vittoria.
Quei ricordi mi fanno male come al solito, ma ho Carlos al mio fianco e nulla mi fa più paura.
Sono venuta per crearne dei nuovi in questo posto e cacciare quelli vecchi.

Arrivai davanti la porta 408, bussai sorridendo già come una scema.
Lo spagnolo non tardò ad aprirmi. Subito i miei occhi caddero sul suo petto nudo e bagnato e sul misero asciugamano a cingergli la vita.

Già rischio di svenire e non è neanche iniziato il weekend.

"Ranita"
Sussurrò mentre allungava la mano per trovare la mia e tirarmi verso di sé. Caddi in avanti sbattendo contro i suoi pettorali sodi.
Mi godetti il suo profumo di bagnoschiuma maschile in totale contrasto con il mio solito profumo dolce.
Afferrò con l'altra mano libera la mia valigia portandola dentro e chiudendo la porta alle nostre spalle.
Io rimasi attaccata a lui ancora incantata da quel nostro contatto.
"Com'è andato il viaggio?"
Mi chiese mentre lasciava dei dolci baci tra i miei capelli.
"Bene, stranamente. Sono arrivata addirittura in anticipo"
"Me ne sono accorto"
Rispose ironico.

"Bhe"
Mi allontanai.
"Adesso tocca a me fare la doccia"
"Io in verità non avevo ancora finito...potremmo risparmiare acqua e farla insieme, no?"
Risi leggermente. Capii subito il doppio intento di questa proposta e sinceramente era da un intera settimana che non ci vedevamo, quindi corsi subito dentro il bagno aprendo l'acqua e regolandola. Mi sgrida sempre dicendomi che faccio le doccia bollenti, ma non capisce la bellissima sensazione del calore addosso.

Lui mi seguì lentamente poggiandosi alla stipite della porta. Lo studiai con lo sguardo notando che si fosse già disfatto dell' asciugamano.
Arrossii leggermente prendendo quel poco coraggio che mi era rimasto per spogliarmi sotto i suoi occhi famelici.

Mi alzai la maglietta rimanendo già nuda. Odio il reggiseno, se posso, non lo metto. Dalla sua reazione credo che a lui non sia dispiaciuto affatto questa mia scelta.
Con le dita tremanti mi abbassai i pantaloni lasciandoli in un angolo del bagno. Impaziente si avvicinò volendo togliermi lui stesso le mutande. Agganciò con l'indice il bordo tirandole giù lungo le mie gambe. Si abbassò in ginocchio lasciando dei baci sulla mia pelle.
Le mie mani iniziarono a giocare con i suoi capelli morbidi, come sempre.

"Te necesito Rachel"
La sua voce tremava leggermente quando me lo disse.

Si alzò da terra ed entrammo in doccia. L'acqua calda iniziò subito a battermi sulle spalle, ma la mia attenzione era su qualcos'altro: le sue labbra.
Mi ci buttai letteralmente su di esse, amando la loro morbidezza ed il loro sapore.
Mi strinse i fianchi alzandomi leggermente per arrivare alla su altezza, amo, amo quando lo fa.

Siempre has sido tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora