Faccio un casino

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"Dimmi cosa vuoi da me
Lo sai che c'è?
Amami o faccio un casino"

Coez

L'aeroporto di Madrid era veramente pieno quella mattina. La gente correva avanti ed indietro in cerca dei loro voli mentre altri passeggiavano visitando tutti i negozi. Rachel era ferma immobile su una panchina da più di un'ora mentre aspettava Marc ed Alex e le rispettive fidanzate, arrivare da lei.

L'appuntamento era più di un'ora e mezza fa, ma sembrerebbe che ai ragazzi questa cosa fosse sfuggita.

Fortunatamente la compagnia di uno dei suoi amati libri non la fece mai sentire sola.
Ma poi finalmente tutti quanti si presentarono davanti a lei con aria di scuse.
"Siamo dovuti passare a prendere Carlos"
Marc mise immediatamente le mani avanti vedendo della rabbia nel suo sguardo, perché ovviamente non era contenta di essere rimasta sola.
Le altre ragazze la salutarono sbrigativamente scusandosi più e più volte mente i loro fidanzati si limitarono a darle un pugnetto sul braccio.

"Dov'è Carlos?"
Chiese non riuscendolo a vederlo tra la folla. Subito la paura si impossessò di lei, perché era da una settimana intera che non vedeva l'ora di partire per poter fare quel viaggio con lui e con gli altri, ma soprattutto con lui.
Con la coda dell'occhio notò una figura possente avvicinarsi a lei e non potè che riconoscere quel suo taglio di capelli ed il sorriso compiaciuto che ogni volta compariva sul volto dello spagnolo quando la vedeva.

"Hola Ranita"
Alzò gli occhi al cielo facendo la finta infastidita, ma tutti sapevano che fosse una falsa, soprattutto perché il suo sorriso diceva tutto il contrario.
"Ciao Rospito. Sei tu la causa del ritardo?"
Chiese con tono di sfida mentre si avvicinava per poterlo guardare bene negli occhi.
"Si, es mea culpa"

Si alzò sulle punte facendo attenzione a non cadere, lasciandogli un bacio sulla guancia, ma nonostante fosse stabile lo spagnolo decise di posare lo stesso le mani sulla sua vita.
Strinse la presa inconsciamente quando le sue labbra gli toccarono la guancia.

"Dobbiamo andare ragazzi!"

La bolla intorno a quei due si ruppe velocemente così come si era creata, lasciandoli storditi per il tiepido calore che entrambi avevano provato durante quei secondi di vicinanza.
Afferrarono le loro valigie e tutti i ragazzi salirono insieme sull'aereo.
Destinazione:Finlandia.

Era un lunedì di esattamente una settimana prima, quando Marc aveva chiamato tutti quanti per avvisarli della sua pazza idea di partire per una vacanza tutti insieme e la cosa divertente fu che nessuno di loro si tirò indietro.
La scelta della destinazione fu casuale, scelta dal destino e dal fatto che Alex si fosse fissato con il voler sciare. Organizzarono tutto in tre ore, pronti per andare all'avventura.
E come poteva Marc non invitare anche Carlos in questa avventura. Lo fece non solo per Rachel, ma anche perché i due ormai erano diventati amici stretti e si erano già detti di dover organizzare qualcosa insieme.

Quel qualcosa divenne così una vacanza in Finlandia.

Sull'aereo Rachel e Carlos si sedettero vicini sentendosi abbastanza in imbarazzo perché non avevano ancora finito quel discorso profondo iniziato tempo prima.
Carlos si era lasciato, perché non amava più Isa, ma un'altra e Rachel non ha avuto il coraggio di chiedergli chi fosse.
Non lo avrà mai.
Iniziarono il discorso con le solite frasi molto convenzionali, del tipo:"come stai?";" come va il lavoro?"
Finché non arrivarono a parlare di quella notte.

Quella dove Carlos era accorso a prenderla fuori da una discoteca senza pensarci due volte.

"A proposito, Grazie per il vestito, non dovevi"
Rachel arrossì al solo pensiero del un regalo inaspettato che le aveva fatto trovare davanti casa, in un pacchetto ben curato e con una lettera.
"Quel cojone te lo aveva rovinato...volevo ricomprartelo"
"Non eri obbligato a farlo. Cosa centri tu con lui che mi rovina il vestito?"
Gli chiese divertita nel vederlo così incazzato per quell'avvenimento.

Siempre has sido tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora