Fammi morire

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"Allora buttami via
Se vuoi
Spaccami il cuore
Tu puoi
Farmi del male con una parola sola"
Olly

Questa mattina Rachel non si stupì di trovarsi subito lo spagnolo davanti non appena aprì la porta.

Era mattina presto, troppo presto per i gusti di Carlos che avrebbe preferito passare un'altro pò di tempo a letto, ma sapeva che doveva andare, era la domenica di gara, aveva tante cose da sistemare. Ma prima di lasciare l'hotel, rimase fermo per dei minuti ad osservare la porta della stanza della ragazza.
Ripensò a ieri sera, a quanto era stato bene in sua compagnia e la immaginò prepararsi davanti allo specchio, con i capelli ancora disordinati, le ciglia già decorate da un filo di mascara e le labbra coperte da un pò di lucida labbra.
Si concentrò proprio su di esse, durante tutta la serata di ieri non aveva fatto altro che studiare quelle sue labbra sottili, che quando si tiravano in un dolce sorriso, mai falso, creavano delle piccole fossette sulle sue guance.
Era uno dei tanti dettagli che amava di lei, anzi, ne andava totalmente pazzo.

Quando la porta si aprì, sobbalzò sorpreso.
"Buongiorno Carlitos"
Chiuse la porta alle sue spalle sistemandosi la chiave nella borsetta. Tutto ciò che Carlos stava sognando, adesso, lo aveva finalmente davanti agli occhi.
"Buenos dias ranocchia"
Le sorrise.
"Dormito bene?"
"Ero distrutta ieri sera, appena sei andato via sono crollata...tu?"
Rispose sincera.
"Anch'io"

Camminarono fianco a fianco per il lungo corridoio decidendo di fare colazione al circuito insieme a Charles e la sua ragazza.
Era una bella giornata anche oggi, Rachel ne fu terribilmente grata perché lei odia le gare bagnate, troppo pericolose.
C'era un vasto buffet nell'hospitality Ferrari che era già piena di meccanici e di giornalisti. Sebbene Carlos non morisse dalla voglia di fare colazione con lei in mezzo a quel casino, non poteva più cambiare idea, ormai la ragazza si era già seduta al tavolo con il suo collega.
"Buongiorno Charles"
Regalò al monegasco uno dei suoi dolci sorrisi accendendo dentro lo spagnolo un aspro senso di gelosia, che creò a sua volta sul suo volto un broncio, molto simile a quello dei bambini piccoli. Poi però qualcosa attirò improvvisamente l'attenzione della ragazza e così anche Carlos seguì la traiettoria del suo sguardo.
Stava guardando una ragazza, Isa.
La forchetta gli cadde dalle mani non appena incrociò gli occhi dell sua ragazza. Cosa ci faceva lì? Pensò anche un pò arrabbiato di ritrovarsela davanti. Spostò lo sguardo su Rachel vedendo di nuovo quel buio nei suoi occhi che ormai erano bassi sul cibo nel suo piatto e non più su di lui. Si alzò di scatto per fermare Isa prima che raggiungesse il tavolo e la prese per mano portandola in un posto appartato.

"Que haces aquì?"
Carlos sapeva di non essere stato molto carino con lei, non un ciao, non un sorriso, le aveva direttamente posto questa domanda visibilmente contrariato dalla sua presenza. Ma, sinceramente, sul momento, non gli importava.
"Querìa sorprendente"
Scosse la testa contrariato.
"Isa...abbiamo litigato pesantemente e non mi hai più scritto, ne chiamato, dopo un mese ti presenti magicamente in circuito?"
"Perchè non mi vuoi qui?"
Chiese la ragazza con voce tremante. Non si aspettava di certo di essere accolta così. Sapevano entrambi che qualcosa tra di loro si fosse rotto, ma forse era riparabile, forse con il tempo si sarebbe aggiustato, Isa lo sperava. Insomma, loro due erano letteralmente cresciuti insieme, non avrebbe saputo vivere senza di lui, ma a quanto pare il ragazzo non era della sua stessa idea.
"Non è che non ti voglio qui"
Si accorse di aver sbagliato. Alzò una mano posandola sulla morbida guancia di Isa per asciugare una veloce lacrima che era scesa.
"Solo che potevi dirmelo, o scrivermi o fare qualsiasi cosa"
La avvicinò a sé donandole un bacio sulla testa, ma niente più.
"Non sono arrabbiato, stai tranquilla"
Aggiunse e mentre veniva abbracciato dalla sua Isa, Carlos non potè che allungare di poco il collo per osservare la ragazza che se ne stava ancora al tavolo, sola con Charles. Stavano chiacchierando e ridendo insieme, ma lui era ben consapevole di quanto la presenza della sua ragazza le stesse dando fastidio.

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