Quando piove

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"Ho deciso, ti amerò come si deve
Sei una piccola miniera, piccola mi sembra
Sei uno spreco, non fare l'amore insieme"

Rkomi, Irama

Carlos parcheggiò la sua Ferrari in quel vialetto che tanto conosceva bene per tutte le volte che si era ritrovato ad attraversarlo per poter andare da lei. Ma questa volta era diverso dopo ciò che era successo tra di loro in Finlandia, ormai, più di un mese fa.

Si maledì per questo, per aver aspettato così tanto tempo, ma anche la litigata che avevano avuto il giorno dopo aver fatto l'amore per la prima volta, non aveva aiutato per niente le cose.
Passarono così Natale e capodanno distanti, ma pensandosi costantemente. Ognuno dei due aveva comprato un regalo all'altro, ma lo aveva gelosamente custodito aspettando che tutto si risolvesse, prima di consegnarglielo.

Era arrivato il momento di parlare, di aprire gli occhi. Si erano desiderati per così tanto tempo che ormai era normale per loro continuare ad aspettare anche se ormai, dopo aver passato quella notte insieme, non c'era nient'altro da capire: si amavano, follemente.
Proprio per questo lo spagnolo si ritrovò quella mattina a fissarsi per dei lunghi minuti allo specchio del suo bagno mentre decideva cosa fare e dopo aver chiesto consiglio almeno a 10 persone, si era ritrovato nella sua Ferrari, mentre svoltava nella via di casa di Rachel.

Spense la macchina osservando con attenzione le tapparelle mezze abbassate, per un attimo credette che non fosse in casa ed era già pronto a tornare indietro, ma poi biscuit abbaiò e Rachel non lasciava mai, mai e poi mai, il suo cane da solo.
Quindi si, lei era lì dentro e Carlos non aveva più scuse per non andare da lei.

Scese con calma dalla sua auto, percorrendo quel corto vialetto come fosse la strada per il patibolo, perchè la verità è che lui si stava cagando sotto.

Rachel nel frattempo si trovava seduta sulla sua poltroncina mentre si riscaldava grazie al suo camino acceso. Era così presa dal suo libro che nemmeno sentì il motore della macchina del ragazzo. L'unica cosa che la fece smuovere, fu il suo cane che corse verso di lei indicandole la porta più e più volte. Stanca, Rachel si alzò dalla poltrona decidendo di dargli corda. Non si aspettava ovviamente di trovarsi davanti a sé Carlos sul punto di bussare alla sua porta.

Il pilota rimase con il pugno a mezz'aria mentre le rivolgeva un sorriso sghembo pieno di imbarazzo.
"Hola ranita"
Era da tanto che non la vedeva ed ogni volta incrociare i suoi occhi marroni era come farsi un giro in paradiso per lui.
"Carlos? que está haciendo aquí?"
"Volevo parlare con te"
Da Tempo aspettavano quel momento, si erano fatti del male da soli senza neanche volerlo e solamente parlando avrebbero potuto porre fine a tutto quanto.

Lei gli fece strada nel suo salotto indicandogli con la testa le due poltroncine che solitamente utilizzava per leggere. Entrambe davanti al camino poichè avevano necessariamente bisogno di scaldarsi dal freddo gelido di fuori.

Rachel, poggiò rigidamente la schiena, tesa come una corda di violino.
Carlos, rimase piegato in avanti, con i gomiti sulle ginocchia e le mani giunte tra loro.

"Sono qui perchè non voglio che tu pensi che per me sia finito tutto a quella notte"

"No?"
Chiese incredula che dopo tutto quel tempo lui non la stesse scaricando.

Carlos scosse ripetutamente la testa.

"Ti ricordi quando ti ho detto di aver lasciato Isa?"
Eccome se se lo ricordava, era un momento indelebile nella sua testa che ogni tanto riveniva a galla e con esso la speranza di sapere la completa verità sulla loro rottura.

Carlos prese un profondo respiro.

Era arrivato il momento per quei due di aprirsi e capire quanto sono stati ciechi per tutti questi anni. Si sono amati e desiderati in silenzio per così tanto.

"Ti ho detto che l'ho lasciata perchè provavo qualcosa per un'altra...quella ragazza sei tu Rachel. Ormai è da tanto che avrei voluto dirtelo, ma non trovavo mai il momento esatto. Non so nemmeno se adesso sia il momento giusto, ma dopo tutte le emozioni che ho provato quella notte con te, ho capito di essermi proprio innamorato"

E così lo disse, ciò che era stato nascosto dentro il suo cuore. Mancava solo il cuore di lei a dover diventar più leggero e poi, entrambi, avrebbero finalmente posto fine a quella silenziosa agonia.

"Dì qualcosa, ti prego"
La supplicò mentre nascondeva inconsciamente il viso tra le mani. Il suo silenzio lo stava ammazzando, ma per dei lunghi secondi Rachel non disse niente perché ancora incapace di parlare per lo shock.
"Sto sognando?"
chiese ad alta voce, dando voce ai suoi pensieri.
Sentendo risuonare la sua voce, Carlos alzò lo sguardo accigliato.

"Perchè dovresti?"

"Perchè ho sognato così tante volte questa scena che non riesco a credere che tutto questo sia reale"

"Perchè, Rachel, perchè?"
Lo spagnolo continuava a chiedere spiegazioni avendo la mente troppo offuscata per fare due più due da solo. Ma i sentimenti ti annebbiano spesso la vista, soprattutto se così intensi.
"Anch'io sono innamorata di te Carlos, già da un pò a dire il vero, ma tu eri fidanzato con Isa e non pensavo che tu potessi guardarmi senza vedermi coma una specie di sorellina"

Si studiarono per tanto tempo increduli, mentre pian piano in testa si rivivevano tutti i diversi segnali che si erano mandati durante gli anni, ma che avevano ignorato.
Poi Carlos non ce la fece più a starle lontano, a non baciarla. Si alzò di scatto dalla sedia avventandosi sulle sue labbra sottili. Afferrò con le sue braccia possenti la delicata vita di Rachel che si fece trasportare come una bambola dovunque volesse il pilota, le bastava stare insieme.

"Tu ami ami?"
Richiese incredula e vogliosa di sentirselo dire un'altra volta da Carlos che immediatamente lo ripeté più e più volte mentre le lasciava dei languidi baci sulla mascella, sul naso, sul collo.

-

La mattina seguente Rachel, ancora prima di aprire gli occhi, aveva disegnato sul proprio volto un sorriso a 32 denti, ma che si affievolì non appena non sentì il corpo caldo di Carlos accanto a sé nel letto. Aprì gli occhi di scatto tastando lo spazio vuoto.
Sulle lenzuola c'era ancora disegnata la sagoma del corpo dello spagnolo, ma lui non c'era più.
Inizialmente la ragazza andò nel totale panico, ma poi un semplice rumore bloccò subito il suo cuore da un arresto cardiaco.
Si poteva udire per tutta casa il rumore di alcune padelle e se si ascoltava meglio anche lui mentre canticchiava chissà quale canzone in spagnolo.

Rachel afferrò la prima maglietta che ebbe sottomano, stranamente quella di Carlos, e scese silenziosamente le scale venendo subito beata dallo spettacolo del pilota alle prese con i fornelli. Ma nonostante la ragazza avesse tentato di fare il minor rumore possibile, era comunque stata beccata, difatti subito le loro iridi si incontrarono legandosi saldamente tra loro.

Rachel lo ammirava con addosso solamente un paio di pantaloncini, delle padelle in mano ed un po ' sporco di farina.
Carlos studiava le sue gambe nude lasciate scoperte dalla sua maglietta che indosso a lei sembrava diventare più bella.

"Te preparé el desayuno"
Le mostrò fiero i pancake che aveva già impiattato con sopra la nutella mentre riponeva con cura le pentole sporche nel lavello.
"Stavo pulendo i piatti...non volevo svegliarti...scusa"

"Tu, mi hai preparato la colazione?"
"A quanto pare"
Le sorrise raggiante.
"Fai attenzione Carlitos, mi ci potrei abituare"
Si sedette alla penisola della cucina odorando il buonissimo odore di quei pancake.
"Ti ci devi abituare ranita, ormai noi due stiamo insieme"

E si baciarono entrambi con le labbra sporche di nutella, il tocco che rese quel bacio ancora più dolce.

@Rachelromero stories

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