Tango

391 12 1
                                    


"E' meglio, è meglio
E' meglio che non rimani qui
Io tornerò lunedì
Ma non è mai lunedì
Qui non è mai lunedì"

Tananai



Quando il tempo sta per scadere, è lì, in quei momenti che ti accorgi di quanto passi dannatamente veloce.
Rachel non aveva mai fatto caso prima d'ora a quanto durasse poco un mese, terribilmente poco.

Erano gli inizi di aprile, si trovava a Maranello con Carlos. Il mondiale di F1 era già ricominciato, settimana prossima il pilota correrà la seconda gara della stagione, Rachel ha deciso di andare con lui, oh meglio, aveva deciso.

Era sdraiata a letto quando le arrivò quella fatidica chiamata, quella che sapeva bene sarebbe arrivata prima o poi, ma sperava non in quel momento, non così presto.
Suo padre.
Suo padre l'aveva chiamata per informarla, doveva salire a Milano, mancavano poche ore, i medici erano stati chiari purtroppo. Con il cuore in gola mise giù iniziando a buttare tutto quanto dentro la valigia senza un ordine. Delle lacrime amare, nel frattempo, scendevano a fiotti sul suo viso fino a renderla quasi irriconoscibile. Carlos sentì dei singhiozzi e venne in camera da letto trovandola in quello stato, capì subito.
Allora, prima di aiutarla a sistemare tutto, si inginocchiò accanto a lei, le posò una mano sulla schiena e la spinse verso il suo petto maneggiandola come fosse una bambola in ceramica.

Salirono in poco tempo tempo in macchina e Carlos guidò fino a Milano mentre stringeva saldamente la sua mano tremante.

Non parlavano. Rachel non sapeva cosa dire, non voleva neanche dire niente, in determinati casi è meglio così. Il silenzio a volte aiuta la nostra mente a ragionare un po' più lucidamente, ed è infatti grazie a quella tranquillità, ed anche grazie al supporto del suo ragazzo, riuscì a calmarsi. Nella sua testa scorsero diverse immagini felici, sia di questo ultimo periodo, sia del suo passato. Ricordi che prima di allora, Rachel, aveva cancellato perché le facevano troppo male mentre adesso stavano curando la ferita aperta dentro di lei.

La Ferrari rosso fuoco dello spagnolo si fermò davanti l'ospedale. Lei corse subito dentro, sapeva già quale fosse la stanza di sua madre. La trovò lì, sdraiata sul letto, con un foulard rosso sulla testa ormai calva, glielo aveva regalato proprio lei perché era del esatto colore della livrea della squadra di Maranello. Le sue braccia piene di bende, erano posate sul letto inermi, la sua figura era terribilmente gracile. Purtroppo non era uno scenario nuovo, nell'ultimo mese Rachel notò in lei un evidente peggioramento, ma non così tanto.

Le bastò, quel giorno, un solo sguardo a sua madre per capire che i medici non stessero scherzando, era in fin di vita.

Si avvicinò cautamente al letto stringendole la mano con estrema accortezza per non farle male. Un leggero sorrise comparve sulle labbra di entrambe.
"Ti amo amore mio. Ricordatelo sempre"
Mormorò con amore. Con le esili dita le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poterla ammirare e vedere quei suoi due occhi marroni, belli come quelli di suo padre.
"Anch'io ti amo mamma"
Le rispose sentendosi un po' più leggera.
Rachel, prima d'ora, non lo aveva mai ammesso per via del passato, ma aveva custodito l'amore per i suoi genitori dentro di sè, in una piccola stanzetta del suo cuore. In passato si era odiata per questo, per non essere riuscita mai ad odiarli totalmente ed invece adesso ne era grata.

Carlos raggiunse finalmente anche lui quella camera d'ospedale trovandoci davanti il padre della sua ragazza. Era a braccia conserte, la barba sfatta, i capelli scompigliati, occhiaie nere, lo sguardo perso nel vuoto. Lo spagnolo tentò di seguire la direzione dei suoi occhi sbriciando nella piccola finestrella dalla quale si poteva vedere dentro la stanza.
Notò subito Rachel inginocchiata a terra, vide le loro mani intrecciate come non mai, piangevano, ma entrambe sorridevano.
Carlos allora si avvicinò a Marco, gli posò una mano sulla spalla mentre insieme si misero ad osservare quella commovente scena. Neanche lo spagnolo riuscì a trattenere le lacrime.

Siempre has sido tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora