Guasto d'amore

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"Ho un guasto d'amore, non riesco a star bene
Perchè non ti vedo per tutte 'ste sere"

Bresh

Rachel era distrutta quella sera.
Era da una settimana intera che faceva gli straordinari perché si stava occupando di un progetto talmente importante che le sembrava che il tempo non fosse mai abbastanza per poter approfondire tutto al meglio.
Entrava ogni giorno alle 8 in punto in ufficio ed usciva alle 20 o anche dopo senza aver staccato mai lo sguardo dal computer del laboratorio.
Voleva far vedere agli altri che non era una novellina, quello sarebbe stato l'inizio della sua carriera e lei voleva iniziare con il botto.
Si era impegnata così tanto all'università per far questo ed ora non le sembrava quasi vero poter essere lì.
Chiuse la porta del laboratorio alle sue spalle guardandosi velocemente allo specchio posto proprio davanti e finalmente si accorse di avere ancora gli occhiali in testa.
"Ecco dovevo li avevo messi"
Li tolse lentamente cercando di sistemare l'ammasso di capelli che aveva. Non poteva però neanche farsi una coda per quanto fossero corti.
Sbuffò sonoramente lasciando stare, non volevano collaborare e lei aveva un disperato bisogno di andare al MC e soffocare in un panino tutti i suoi dispiaceri.
Peccato che prima l'aspettava un bellissimo viaggetto di mezz'ora nella metro spagnola.
Rachel odiava i mezzi, ma odiava ancora di più guidare.
Era brava, almeno secondo Marc, ma se poteva farlo lo evitava felicemente tanto che per andare a lavoro preferiva spesso prendere la metro piuttosto che la sua Mini.

Fece un veloce giro per l'ufficio per controllare che tutto fosse a posto, ma quando la sua pancia emise un acuto brontolio decise di lasciar perdere e di uscire al più presto da lì.
Segnò l'uscita sul cartellino e chiuse il portone facendolo sbattere rumorosamente alle sue spalle.

Un venticello fresco le invase il viso facendole svolazzare i corti capelli.
A Madrid faceva sembra un caldo torrido per questo la ragazza rimase felicemente sorpresa di quel vento fresco.
Guardò per un attimo il cielo limpido costatando che nessun temporale era in arrivo, cosa strana visto che non aveva fatto altro che piovere negli ultimi giorni.
I suoi occhi però scesero dalle stelle sulla strada davanti a lei dove una macchina era parcheggiata al lato della strada.

Una Ferrari rossa.

La sua.

Strinse la borsa tra le mani sentendo un incontenibile felicità scoppiarle dentro.

Carlos era lì, per lei.

I suoi piedi, senza neanche che se ne accorgesse, iniziarono a camminare verso la macchina sportiva e verso il suo proprietario che nel frattempo aveva adocchiato anche lui la ragazza.

Abbassò il finestrino per guardarla meglio e poterle rivolgere uno dei suoi sorrisi più veri.
Dio se le era mancata, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Sapeva che era un sentimento troppo forte, non era normale questa cosa, ma Carlos non poteva farci niente.
Da quando Rachel era diventata sua, sua non poteva più farne a meno.
Per questo stesso motivo ieri sera decise di prendere il primo aereo da Milano per poterla raggiungere qui a Madrid e passare del tempo con lei prima della prossima gara.

Carlos voleva staccare e Rachel era sempre stato il modo migliore per farlo.

"Buonasera signorina, vuole per caso un passaggio?"
Rachel rise abbassandosi all'altezza del finestrino per far combaciare perfettamente i loro sguardi.
"Strana macchina per essere un taxi"
Scherzò data la fiammeggiante macchina rossa con cui era venuto a prenderla.
"Ci stiamo evolvendo signorina"
"Va bene, allora accetterò un passaggio"

Fece il giro della macchina raggiungendolo dentro la vettura.
Il profumo di Carlos le invase le narici facendola subito sorridere.

Ogni pensiero brutto, la stanchezza, la fame era tutto in secondo piano se aveva Carlos accanto a lei.

Siempre has sido tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora