Capitolo 3

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«Quindi ancora non l'hai visto?». Mina era appoggiata allo stipite della porta a doppio battente della mia stanza e guardava verso casa di Haechan. Non c'era alcun bisogno di chiederle a chi si riferisse. 

«No... be', sì. Più o meno. Ho visto una bella Boss dall'aria dura che entrava nel suo garage, ieri notte. Che tu sappia è sua?». Non volevo dire a Mina di averlo visto alla finestra. Sperando di avere ancora un paio di giorni prima di ritrovarmi faccia a faccia con lui, stavo cercando di fare appello a tutta la calma che ero riuscita a recuperare in un anno all'estero.

 Continuai a rovistare tra i vestiti che avevo in valigia, tirando fuori quello che avrei dovuto appendere o lavare. «Sì, ha venduto la GT poco dopo la tua partenza e si è comprato quella. Credo che si stia facendo una discreta nomea correndo al Loop». Le sue parole mi indussero a serrare la presa su una gruccia. Mi intristii al pensiero di quante cose erano cambiate nell'anno che avevo trascorso lontano da casa. 

Quando eravamo piccoli, Haechan e io sognavamo di procurarci una macchina per andare a correre al Loop. «È una bella macchina». Odiavo doverlo ammettere. Haechan, io e mio padre ci eravamo dati da fare in garage per risistemare la vecchia Chevy Nova di papà. Eravamo tutti e due apprendisti affamati di sapere, e apprezzavamo la bravura che ci voleva a rimettere a nuovo una macchina. 

«In ogni caso», continuai, «tra le corse e il lavoro, spero solo che non abbia tempo di prendersela con me quest'anno». Mi davo da fare a mettere in ordine la stanza, ma ero molto scocciata. Mina si allontanò dallo stipite della porta e si tuffò a pancia in giù sul letto. 

«Be', io, per esempio, sono abbastanza eccitata all'idea di scoprire che faccia farà quando ti vedrà». Si sosteneva la testa con una mano e mi sorrideva, maliziosa. 

«E perché?», mormorai, mentre resettavo la sveglia sul comodino. 

«Perché hai un aspetto magnifico. Non ho idea di cosa sia successo tra voi due, ma a questo punto non potrà più ignorarti. Non basteranno pettegolezzi e battutine a tenere i ragazzi alla larga da te e lui probabilmente si pentirà di averti trattato tanto male». Mina fece una smorfia.

 Non capii cosa intendesse con "un aspetto magnifico". Per quanto ne sapevo, avevo lo stesso aspetto di sempre. Alta un metro e settanta, capelli biondi lunghi e occhi blu scuro proprio come quelli di mio padre. La palestra mi aveva cominciato a dare la nausea ma avevo continuato a correre per tenermi in forma in vista del campionato di cross country. L'unica differenza era il colore del mio incarnato. Dopo i viaggi dell'estate e una lunga esposizione al sole, mi ero un po' abbronzata. Comunque, a breve l'abbronzatura sarebbe sparita e sarei tornata bianca come al solito.

«Non dirlo neanche per scherzo, la cosa migliore che posso augurarmi per quest'anno è che Haechan mi ignori, finalmente». Presi fiato e sorrisi. «È stato un anno fantastico. Ho visto un sacco di posti e conosciuto una marea di gente. La mia prospettiva è cambiata. Ho un piano, e non lascerò che Lee Haechan mi metta i bastoni tra le ruote». 

Mi sedetti sul letto e mi lasciai sfuggire un sospiro. Mina mi prese le mani. «Non ti preoccupare, piccola. Questa merda prima o poi deve finire. Dopotutto, nel giro di nove mesi saremo diplomate».

 «Di che stai parlando?»

 «Delle schermaglie tra te ed Haechan» cinguettò Mina, seria, mentre saltava giù dal letto ed entrava nella cabina armadio. «Non possono mica durare per sempre», gridò.

Schermaglie? Schermaglie amorose? «Scusa?». Le schermaglie amorose erano una cosa che aveva a che fare col sesso e io sentii una morsa allo stomaco al pensiero che le parole "Haechan" e "sesso" potessero far parte della stessa frase.  

BULLY / HaechanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora