Il giorno successivo corsi da un’aula all’altra. Avevo il cuore in gola, ben sapendo che da un momento all’altro avrei potuto imbattermi in Haechan, quindi tenevo gli occhi fissi davanti a me. Letteralmente.
Durante l’ora di Francese non ero riuscita a non pensare a quello che era successo la sera prima. Le sue mani, le sue labbra, il suo…
No. Basta così.
Mi era piaciuto. Dovevo ammetterlo. Ma perché mai avrebbe dovuto baciarmi se non per dimostrare che poteva farlo? E perché diavolo io gliel’avevo permesso? Decisi di considerarlo un eccesso di ubriachezza da parte sua e un crollo emotivo da parte mia.
Avevo stipato la mia roba in fretta e furia nell’armadietto e stavo girando l’angolo per andare al bar, cercando di non guardarmi troppo in giro.
«Ops». Buttai fuori tutta l’aria che avevo nei polmoni e caddi a terra.
Che diavolo…? Trasalii per il dolore al sedere, che avevo sbattuto sul pavimento, e cercai di capire cosa mi aveva fatto perdere l’equilibrio. Alzai lo sguardo, trattenni il fiato ed ebbi una fitta allo stomaco alla vista di Haechan che incombeva su di me.Merda. Gli ero cascata addosso. Proprio io, che avevo tentato disperatamente di evitarlo come la peste. Energia sprecata. Proprio non riuscivo a capire com’era possibile che bastasse la sua sola presenza ad annullarmi.
Lo fissai con uno sguardo stupido, senza potergli staccare gli occhi di dosso o smettere di pensare a quanto gli stava bene la maglietta che aveva indosso o a com’erano sexy i suoi folti capelli scuri pettinati in quel modo. Vedendomi seduta per terra, avrebbe dovuto rivolgermi un sorriso di scherno o uno sguardo arrabbiato. Io arrossii per l’imbarazzo, ben sapendo che dovevo sembrargli proprio una stupida. Da lui non mi aspettavo niente. Niente di buono, quanto meno.
Haechan mi tese una mano e io lo guardai con gli occhi sgranati, chiedendomi che diavolo stesse facendo. Mi stava… aiutando? Mi stava tendendo la mano, con il palmo rivolto verso l’alto, e quel gesto mi fece venire i brividi. Wow. Forse baciarlo non era stata un’idea poi così cattiva. Forse adesso avrebbe ricominciato a comportarsi normalmente.
A quel punto lui inarcò un sopracciglio, come se quell’attesa lo stesse scocciando. Il suo atteggiamento arrogante mi diede sui nervi. Oh no, amico, non voglio nessun favore da te. Mi alzai da sola, mi diedi una pulita ai jeans, gli passai accanto e girai l’angolo. Il mio corpo reagiva positivamente alla sua presenza, ma il mio cervello aveva deciso per una politica di tolleranza zero… da quel momento in poi.
Jeno e io ci vedemmo venerdì sera dopo la partita. Volevo ancora uscire con lui, anche se avevo passato la maggior parte degli ultimi due giorni a cercare di non pensare a qualcun altro. Non c’era niente tra me ed Haechan. Non c’era alcun motivo di rinunciare a un appuntamento con quello che non era nemmeno il mio ragazzo solo perché avevo baciato un altro, anche se mi sentivo un po’ in colpa. Jeno era un tipo alla mano. E io avevo bisogno di una persona così. Me la meritavo. Dovevo solo tenere il mio corpo sotto controllo. Maledetti ormoni.
«Be’, vorrei chiederti una cosa». Avevamo finito la pizza e Jeno sembrava divertito, ma un po’ intimidito.
«Allora». Mi portai l’indice alle labbra.
«No, non ho nessuna controfigura e no, normalmente non mangio così tanto», scherzai, bevendo un sorso di Coca-Cola.
«Non era questo che volevo sapere». Mi sventolò un dito davanti alla faccia e porse la carta di credito alla cameriera che passò accanto al nostro tavolo.
«Sentiamo». «Nel tuo monologo parlavi di un ragazzo di cui la protagonista era molto amica. Stavano sempre insieme, poi lui a un certo punto si è rivoltato contro di lei. Lui aveva una Mustang, hai detto?». Annuii, chiedendomi dove volesse andare a parare.
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BULLY / Haechan
Fiksi PenggemarUn tempo eravamo amici, poi lui ha deciso di prendersela con me e di rendermi la vita un inferno. I suoi scherzi e i suoi pettegolezzi sono diventati sempre più sadici. Sono persino andata a studiare in Francia per un anno pur di evitarlo. Ma ora so...