Capitolo 13

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Dopo essere rimasta seduta in macchina più a lungo di quanto volessi ammettere, tornai a sentirmi abbastanza calma per guidare. 

Per tutto il tempo che impiegai ad arrivare a casa, produssi diverse versioni di immaginarie conversazioni con Mina e di monologhi scelti diretti a Haechan, che comprendevano tutte le mie parolacce preferite. 

Più riflettevo e più mi incazzavo. Gridare, piangere, battere i piedi... mi sembravano tutte idee plausibili in quel momento. 

Che diavolo le era venuto in mente? Anche se Haechan era stato carino con lei, ne valeva la pena di fare arrabbiare la sua migliore amica? 

Adesso sì che avevo capito quali erano i piani di Haechan. Stava cercando di mettermi contro la mia amica. Mina sapeva bene cosa mi aveva fatto lui, ma Haechan era riuscito a conquistarla lo stesso. Le aveva fatto scoprire che il suo fidanzato la stava tradendo e poi si era fiondato a rimettere insieme i pezzi. 

Come aveva potuto lasciarsi intortare in quel modo? 

Doveva sapere che Haechan la stava usando. Ma come diavolo avrei fatto a dirglielo? 

Decisi di tenermi occupata per non rischiare di fare qualche stupidaggine, quindi finii i compiti di Analisi, completai le letture che ci avevano assegnato a Educazione civica e pulii il frigorifero e la dispensa dal cibo scaduto. Quando fui così esausta da non riuscire più nemmeno a pensare, salii di sopra a farmi un bagno. 

Circa un'ora dopo essere uscita dalla vasca, sentii il rombo della moto di Haechan giù in strada. Mi alzai e andai a dare una sbirciatina dalla finestra. Notai che l'orologio segnava mezzanotte, quindi erano passate circa tre ore da quando l'avevo visto insieme a Mina. 

Tre cazzo di ore! Che cosa hanno fatto durante tutto quel tempo?

Era tornato a casa da solo. Tutto sommato almeno quella era una bella notizia. 

Mentre percorreva il vialetto, notai i fari di un altro veicolo che si era fermato davanti a casa sua. Haechan smontò dalla sella e si tolse il casco, continuando però a tenerlo in mano. Andò incontro a quelli che lo avevano seguito in macchina. L'autista e il passeggero erano già scesi dall'auto. 

Che sta succedendo? 

Haechan torreggiava su di loro non solo in altezza, ma anche per via della stazza. Era sempre stato alto, ma ora le sue gambe sembravano infinite. Comunque, a giudicare dall'espressione del suo volto, quelli non erano amici suoi. 

Aprii la portafinestra per vedere meglio. Haechan brandì il casco davanti a sé, mentre quei due imprecavano e cercavano di farsi avanti. Qualcuno disse "fanculo" e qualcun altro "lascia stare". Continuarono ad abbaiarsi, in toni sempre più alti e aggressivi. 

Tutt'a un tratto il respiro mi morì in gola. La discussione sembrava fuori controllo. Dovrei chiamare la polizia? 

Nonostante loro si facessero avanti, Haechan non indietreggiava. Tuttavia era lui quello in minoranza numerica. Merda, Haechan. Togliti di mezzo. 

Uno dei due lo spinse e io trasalii. Haechan reagì e gli diede addosso costringendolo a fare un passo indietro. 

In quel preciso momento la macchina di Jaemin arrivò di corsa e frenò facendo stridere le gomme. Non appena gli sconosciuti lo videro uscire dalla macchina e precipitarsi verso di loro cominciarono a prendere Haechan a pugni. Lui perse la presa sul casco, che finì a terra.

Haechan caricò uno di loro e finirono entrambi a terra a picchiarsi rotolando sul prato. 

Presi il telefonino e corsi al piano di sotto. Aprii il cassetto dell'ingresso, afferrai la Glock 17 che mio padre mi aveva detto di usare in caso di bisogno. Strinsi la maniglia della porta. Chiamare la polizia o uscire? Sarebbe potuto finire tutto prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Cazzo!

Aprii la porta e uscii sul portico. I ragazzi erano tutti sul cortile anteriore di casa di Haechan, mentre lui e Jaemin erano a cavalcioni degli aggressori, picchiandoli come se non ci fosse un domani. Quello spettacolo mi fece battere forte il cuore e non riuscii a distogliere lo sguardo. Il bisogno di intervenire che mi aveva spinto a correre fuori svanì quando mi accorsi che Haechan stava avendo la meglio. 

Ipnotizzata dal pestaggio che si stava svolgendo davanti ai miei occhi, mi riscossi da quello stato di trance quando udii il ruggito disgustato di Haechan. Il suo aggressore, un ragazzo più grande e tatuato, aveva tirato fuori un coltello e gli aveva ferito il braccio. Corsi giù per gli scalini dell'ingresso con la pistola in pugno giusto in tempo per vedere Haechan che raccoglieva il casco e glielo sbatteva in testa. L'altro crollò per terra, lamentandosi. La fronte prese a sanguinargli. Il coltello giaceva sul prato al suo fianco. Haechan gli incombeva sopra e lui pareva aver perso conoscenza. 

Jaemin prese ripetutamente a pugni nello stomaco il suo avversario, se lo caricò in spalla e lo depositò vicino alla sua auto. 

Haechan lasciò l'altro ragazzo sanguinante e quasi esanime al suolo, e si tenne stretto il bicipite sinistro. Aveva la felpa nera zuppa e squarciata nel punto in cui era stato ferito. Spostai lo sguardo, preoccupata, dal braccio alla mano. Un flusso costante di liquido rosso gli colava dalle dita. Ebbi l'impulso di correre ad aiutarlo ma mi trattenni. La mia gentilezza mi sarebbe stata solo rinfacciata. Lui e Jaemin dovevano andare al pronto soccorso, ma era una sera infrasettimanale e la madre di Haechan sarebbe dovuta essere a casa. 

Procedendo in direzione dell'auto, Haechan sollevò il casco e lo sbatté violentemente contro il parabrezza più volte, finché questo non finì in frantumi. 

Tornando verso casa, si fermò dall'uomo accasciato a terra. "Non sei più il benvenuto al Loop." gli disse a bassa voce. Il suo tono era stranamente calmo. 

Non riuscii a far altro che starmene lì in piedi, paralizzata e scioccata dalla scena a cui avevo appena assistito. 

Non appena Jaemin si chinò verso l'altro ragazzo, notò la mia presenza. 

"Haechan", lo avvisò. Questi seguì il suo sguardo e mi vide. 

Un secondo troppo tardi mi resi conto che me ne stavo lì impalata con una pistola... in cortile... seminuda. Portava una maglietta e un paio di striminziti pantaloncini rossi. Ero scalza e avevo i capelli sciolti. Tenevo stretta in pungo la Glock con la sicura inerita. Piuttosto, la sicura è inserita? Sì, è inserita... almeno credo. 

Jaemin aveva il naso che sanguinava, di certo se l'era rotto di nuovo, ma mi sorrideva. 

Haechan aveva un'aria... pericolosa. Mi studiò, e i suoi occhi scuri e il suo sguardo accigliato mi fecero sentire più esposta di quanto già non fossi. Con le mani strette a pugno, mi squadrò da capo a piedi e infine fissò la pistola. Riuscivo a sentire l'energia che emanava dal suo corpo. 

Che stupido! Davvero pensavo di volerlo aiutare? 

Feci una smorfia, nel tentativo di mostrarmi infastidita. Che stronzo che era stato a portare i suoi casini nella strada di casa mia. Girai sui tacchi, risalii in fretta i gradini e mi sbattei la porta di casa alle spalle. 

Quella notte mi portai la pistola in camera da letto, senza nemmeno sapere da cosa intendessi proteggermi. Una fottuta arma non poteva tenere certo quegli occhi scuri alla larga dai miei sogni. 

Giuro che non è diventata una mafia au

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Giuro che non è diventata una mafia au. 😂

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BULLY / HaechanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora