«Adoro i compleanni. È l'unica occasione in cui mi do il permesso di mangiare una fetta di torta», mormorò Mina con la bocca piena di torta gelato menta e cioccolato che aveva comprato per me.
«Non posso vivere così». Affondai la forchetta in quella delizia. «Impazzirò se continuo a tenere il conto delle calorie».
«Tu non devi tenere il conto delle calorie, Hana. Forse se riprendessi a correre...». Si interruppe, senza finire la frase. A Mina piacevano le lezioni di Educazione motoria ma odiava l'idea di dover fare sport anche nel tempo libero. Mi aveva portato al ristorante, per la cena del mio compleanno, e il cameriere aveva appena portato la torta, un a sorpresa. Dalle casse si sentiva suonare in lontananza Mambo italiano, e io mi ero finalmente rilassata. Ero stata nervosa tutto il giorno a causa del litigio della sera prima con Haechan. Lui se n'era andato sgommando dal vialetto, dopo che io ero corsa a casa, e, da quel che ne sapevo, non era più tornato. Era sabato. Immaginai che fosse andato a fare qualsiasi cosa facesse nel week end. Mi erano balenate in mente diverse idee per tutto il giorno.
Forse faceva lo spacciatore? O lavorava con un clan di criminali? O faceva il volontario in un ospizio? Ogni ipotesi mi faceva impazzire più della precedente.
«Hana?». Mina smise di masticare e mi guardò. «Hai intenzione di dirmi qualcosa di ieri sera?». Il cuore mi martellò nel petto. Stava parlando del fatto che ero entrata di soppiatto in camera di Haechan? O del fatto che fossimo quasi finiti a letto? Ma come faceva a saperlo?
«Ieri sera?».
«La corsa. Ho sentito che ci sei andata con Haechan... e che hai rivendicato ciò che credi ti appartenga, per così dire». Il suo ghigno mi fece sorridere.
«Oh sì», risposi esitante. Dopo il litigio con Haechan ero più confusa che mai in merito ai nostri rapporti. Non potevo spiegarli a lei se nemmeno io li avevo capiti.
«Be'», mi fece segno di proseguire. «Non c'è molto da dire, Mina Io e Haechan siamo in tregua. Tuttavia non sono affatto sicura di ciò che sta succedendo tra noi», mi ficcai un altro pezzo di torta in bocca.
«Ti importa di lui? Lo consideri qualcosa di più di un amico?». Rimase con la forchetta a mezz'aria, in attesa di una mia risposta. Mi importava di lui. Molto. Ma era un bene?
«Sì», sospirai. «Ma a lui non importa di me, Mina Lascia stare». Lei mi sorrise e fece ciò che avrebbe fatto una vera amica: mi servì un'altra fetta. Dopo mi portò a casa invece di andare al cinema come avevamo programmato. D'altronde ero più interessata a vedere le ultime puntate di Sons of Anarchy che una delle commedie romantiche che piacevano a lei.
«Che succede?», esclamò Mina, guardando fuori dal parabrezza. Seguii il suo sguardo e rimasi senza fiato: il mio cortile era pieno di gente. Stavano tutti guardando un enorme fascio di luce che veniva da casa mia. Ma che diavolo... Il cuore mi batteva forte. Casa mia era andata a fuoco? Uscii in fretta e furia dalla macchina e corsi verso il cortile. Quando lo vidi sussultai. L'albero tra casa mia e casa di Haechan era illuminato da tante piccole lucette. Centinaia. Di. Lucette.
Oh mio Dio. Chi era stato? Non riuscii a trattenermi dal sorridere. L'albero era decorato da un vasto assortimento di lampadine. Bianche, piccole e grandi, e lanterne di fogge e misure diverse. Era uno spettacolo così magico e meraviglioso che non avevo parole per descriverlo. Di sicuro non avrei mai più potuto guardare quell'albero nello stesso modo. Haechan. Mi tremarono le labbra. Quando mi avvicinai, capii come mai tanta gente si aggirasse lì intorno. Era bellissimo. Avevo trascorso un sacco di tempo ad arrampicarmi lassù, a leggere, a chiacchierare con Haechan fino alle prime luci dell'alba. L'aveva fatto per me. Non poteva essere stato nessun altro. Quello era un posto speciale per noi – uno dei tanti – e lui l'aveva fatto risplendere in quel modo incredibile. I singhiozzi mi scossero il petto e le lacrime cominciarono a rigarmi le guance, mentre continuavo a fissarlo.
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BULLY / Haechan
FanficUn tempo eravamo amici, poi lui ha deciso di prendersela con me e di rendermi la vita un inferno. I suoi scherzi e i suoi pettegolezzi sono diventati sempre più sadici. Sono persino andata a studiare in Francia per un anno pur di evitarlo. Ma ora so...