Capitolo 15

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Già nel primo pomeriggio avevo cominciato a sbadigliare senza dignità ogni cinque minuti. Dopo la telefonata di mio padre che mi aveva svegliato, il laboratorio, l'incontro con Haechan, Mina e Jaemin, la sessione di pianto in bagno e il pranzo a cuore aperto, avevo decisamente bisogno di riposare. Una sola lezione e sarei potuta correre a casa. Con un pizzico di fortuna, durante l'ora di Cinematografia e Letteratura avremmo visto un film. Quando mi venne in mente che anche Haechan seguiva quel corso, tuttavia, tornai a essere tesa e nervosa.

Appena presi posto in aula, Hendery si avvicinò al mio banco e vi si appoggiò. "Ehi, Hana, ti va di uscire con me questo week end?".

Mi venne da ridere. Si trattava dello stesso ragazzo che la settimana prima, incrociandomi in corridoio, si era messo una mano sul cavallo dei pantaloni.

"No, grazie, Hendery." Con quella chioma castana e gli occhi color nocciola era a suo modo carino, ma decisamente troppo stupido. Se quello non era uno scherzo idiota, allora era lui a essere un idiota.

"Dai, su, dammi una possibilità." Aveva un tono strascicato e cantilenante, come se si stesse rivolgendo ad una bambina.

"Non. Mi. Interessa." Lo guardai dritto negli occhi, fulminandolo. A quanto pare era un mistero che fossi in grado di badare a me stessa. Avrebbe dovuto comprendere che si trattava di un avvertimento.

Aprii il quaderno e mi misi a leggere gli appunti, sperando che realizzasse che la nostra conversazione era finita.

"Non ti capisco." Certo, sei troppo stupido. "L'hai data a Haechan la settimana scorsa nello spogliatoio e poi sei uscita con Jeno. Probabilmente l'hai data anche a lui." Mi si avvicinò e mi toccò il braccio.

Ero una pila elettrica. Avrei voluto afferrargli la testa, spaccargliela con una ginocchiata e lasciarlo in un lago di sangue.

"Vattene." Gli dissi a denti stretti, continuando a cercare di leggere i miei appunti. "È il mio ultimo avvertimento." Quella conversazione mi aveva talmente disgustato che non mi azzardai nemmeno ad alzare lo sguardo. L'idea che tutti pensavano che fossi una che la dava in giro senza problemi mi faceva sentire come se le pareti dell'aula mi fossero crollate addosso. Nonostante cercassi di comportarmi come se fosse tutto normale, come se fossi abituata a gestire situazioni del genere, in realtà mi sentivo una merda. Mi importava quello che la gente pensava di me.

"Haechan ha ragione. Non ne vale la pena." Bisbigliò Henerdy con un ghigno.

"Poggia quel culo sulla sedia, Hendery." Quel tono autoritario e profondo lasciò entrambi di stucco.

Alzai gli occhi e vidi Haechan, alle spalle di Hendery. Lo fissava in cagnesco. Il mio cuore perse un colpo quando mi resi conto che per una volta non ero io la causa di quella sua aria accigliata. Come al solito, Haechan dava l'impressione di potere sfidare un esercito intero da solo.

Hendery si voltò lentamente. "Ehi, amico, non te la prendere. Se non te la sei ancora fatta..." Hendery scrollò le spalle, togliendosi di mezzo.

"Non provare mai più a rivolgerle la parola." Il suo tono era neutro, ma il suo sguardo minaccioso.

Ma che diavolo...

"Levati dalle palle." Haechan fece un cenno del capo e Hendery se ne andò come un cane bastonato.

Mi lasciai sfuggire un amaro sospiro.
Come osava risolvere un problema che era stato lui stesso a creare! Pensavano tutti che fossi una puttana per colpa sua. Non era forse questo che voleva? Il suo obiettivo non era far sì che mi sentissi a disagio e in imbarazzo?

Stanca delle sue angherie e dei suoi giochetti, mi sforzai di non prenderlo a pugni. Fu allora che mi resi conto che desideravo picchiarlo. Fargli davvero del male.

BULLY / HaechanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora