Mi irrigidii. Mi guardai subito intorno nel corridoio per controllare se qualcuno si era messo a ridere, rivelandomi che si trattava di una presa in giro. Ma non c'era nessun amichetto di Jaemin in giro che potesse testimoniare allo scherzo e Haechan non era nei paraggi. Mi rivolsi di nuovo a Jaemin, fulminandolo con lo sguardo.
«Credi davvero che ti cascherò ai piedi?»
«Dici per via del mio fascino e del mio fisico scolpito? Certo». Il suo sarcasmo non servì a rendermi meno diffidente. Alzai gli occhi, chiedendomi perché diamine me ne stavo lì ad ascoltarlo.
«Sì, come no. Adesso vado a pranzo. Di' ad Haechan che non sono così stupida». Mi voltai e mi diressi verso la mensa.
«Aspetta». Jaemin mi raggiunse. «Pensi che sia uno scherzo?». Lo ignorai e continuai per la mia strada. Certo che è uno scherzo. Perché mai Jaemin sarebbe dovuto venire al ballo con me? E come gli era venuto in mente che io avrei accettato? C'eravamo saltati alla gola per anni.
«Hana, Haechan probabilmente mi darebbe fuoco ai capelli se sapesse che ti sto parlando, figuriamoci se scoprisse che ti sto invitando a uscire. Non è uno scherzo. Voglio davvero che tu venga al ballo con me». Mi diressi verso la mensa, sperando che capisse l'antifona. Cominciavo a sentirmi soffocata. Doveva andarsene. Subito.
«Hana, per favore, fermati». Jaemin mi toccò il braccio. Mi voltai a fissarlo, arrabbiatissima.
«Anche se fossi serio, pensi davvero che potrei fidarmi di te? Mi hai molestato per un sacco di tempo, e io ti ho rotto il naso. E adesso mi stai chiedendo di uscire? Davvero?». Era proprio la piega più stupida che la situazione avrebbe mai potuto prendere. Solo uno spreco di tempo.
«Mi sono reso conto che abbiamo una storia interessante», fece lui, alzando le mani, «e ti assicuro che non si tratterebbe di un'uscita romantica. Haechan mi taglierebbe le palle se così fosse. Sono stato uno stronzo e voglio scusarmi. Se ancora non hai trovato nessuno che ti accompagni, mi piacerebbe farlo io e dimostrarti che so fare anche il bravo ragazzo». Oh, ma che bel discorsetto.
«No», risposi. Il suo charme non funzionava con me come con le altre ragazze, ma il suo sguardo scioccato mi indusse a fermarmi un attimo a riflettere. Una parte di me sarebbe voluta scoppiare a ridere, dal momento che Jaemin aveva un'aria delusa. Ma l'altra parte era turbata, visto che quella sua delusione sembrava sincera. Non gli devo nulla, mi dissi. Dopotutto, non avrei dovuto nemmeno parlargli. Ma d'altronde, dopo aver origliato la sua conversazione con Haechan la settimana prima in corridoio, potevo dedurre che le angherie che avevo subito non erano mai state una sua idea. Forse voleva davvero scusarsi. Poco importava.
Voltandomi, puntai alla mensa, anche se tutto ciò che desideravo era correre fuori dalla porta principale. Era solo lunedì mattina e già mi sarei arrampicata sugli specchi pur di scappare. Volevo andare al ballo e non avevo ancora nessuno con cui farlo. Andandoci con Jaemin, avrei fatto ingelosire Haechan. Forse non sarebbe stato male vederlo penare a causa mia. Scacciai quel pensiero dalla mente. No, Hana, meglio di no.
«Stai pensando di chiedere una borsa di studio sportiva?», mi chiese Krystal mentre buttavamo via gli avanzi del pranzo.
«No, niente affatto. Mi piace correre, ma non sono sicura di volermi prendere un impegno del genere mentre sono al college», le risposi Mina e Jaehyun si erano uniti a noi per pranzo, ma dopo un po' si erano dileguati. Forse erano andati a parlare sotto gli spalti del campo di football. Lei sembrava felice e Jaehyun era persino più dolce del solito. Mi ci sarebbe voluto un po' per non pensare al fatto che aveva tradito la mia amica ogni volta che lo guardavo, ma ero contenta che fossero tornati insieme.
Dopo che se ne furono andati, mangiai un po' del mio burrito di pollo. Jaemin continuava a fissarmi e sorridermi dall'altro lato della mensa. E Jeno, dal canto suo, insisteva a mandarmi messaggi. Voleva parlarmi prima della fine della pausa pranzo, ma grazie ai miei amici avevo avuto una scusa per non restare da sola con lui. Si era comportato da stupido e, anche se la cosa mi pesava, sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo. Anche solo per dirgli che era meglio se fossimo rimasti amici.
«Be', sei stata fantastica sabato». Krystal finì il suo succo di frutta e buttò via la bottiglietta. «Oh, e anche venerdì. Non ho visto la corsa, ma ne parla tutta la scuola. Hai fatto guadagnare un bel po' di soldi a un sacco di gente. Minho era abbastanza incazzato, a quanto ho sentito».
«Ne sono sicura». Mi raccolsi i lunghi capelli in una coda alta e mi sentii trapanare la nuca da una specie di fascio di calore. Incredibile come riuscissi ad avvertire la presenza di Haechan: all'improvviso fui certa che fosse lì da qualche parte. Non si era visto per tutta la mattina, nessuna traccia né di lui né della sua macchina. Continuai a focalizzare la mia attenzione su Krystal, anche se morivo dal desiderio di girarmi. Dopo quei due baci e il sogno, per non parlare delle sue scuse, avevo pensato a lui un sacco per tutto il week end. Prima che potessi arrendermi e voltarmi a cercarlo, mi diressi insieme a Krystal verso l'uscita. Un istante dopo mi fermai: qualcuno mi aveva chiamato.
«Hana-Iana!». Sussultai, colta dall'imbarazzo, visto che l'intera sala si era girata a guardarmi.
«Vorresti per favore venire al ballo con me?», mi chiese quella voce idiota che sentivo alle mie spalle. Chiusi gli occhi. Avrei voluto ucciderlo. Mi voltai lentamente e vidi Jaemin in ginocchio a pochi metri da me. Mi guardava con quei suoi occhi grandi e azzurri, da cucciolo indifeso. In mensa regnava un insolito silenzio e la gente si dava di gomito, fissando la scena.
«Mi stai prendendo in giro», mormorai e offrii un sorriso di scuse a Krystal. Lui strisciò sulle ginocchia in maniera ridicola e arrivò fino ai miei piedi. Poi gettò indietro la testa per guardarmi e mi prese una mano tra le sue. Le altre ragazze ridacchiavano e tutti ci stavano guardando. Solo Jaemin poteva tenere un simile spettacolo e continuare a essere considerato un ragazzo virile.
«Ti prego, ti prego! Non dirmi di no. Ho bisogno di te». Il suo tono drammatico causò uno scoppio di risa. Alcuni addirittura lo incoraggiarono a gran voce. Il cuore mi batteva forte. La rabbia montava ogni secondo di più e probabilmente questa volta non sarei stata tanto fortunata da evitarmi una convocazione in presidenza.
«Alzati», sbottai, tirandolo su con la mano. Non facevo che pensare a tutti i modi in cui avrei potuto ucciderlo. Non avrebbero mai nemmeno trovato il corpo.
«Ti prego. Mi dispiace», aveva appositamente alzato il tono della voce cosicché tutti potessero sentire gli affari nostri.
«Ti ho detto di no».
«Ma quel bambino ha bisogno di un padre», mi implorò. Le sue parole mi fecero sprofondare il cuore nel petto. Oh mio Dio. No, no, no... Ogni angolo della stanza risuonò di fischi e grida e io arrossii fino alla punta dei capelli. Mi sembrava quasi di vivere un'esperienza extracorporea. Non poteva essere vero. Era così che voleva chiedermi scusa? Mettendomi ancora più in imbarazzo? Mi prese per i fianchi e mi premette la faccia sulla pancia.
«Ti prometto che amerò il nostro bambino», mi mormorò. «Posso dirlo anche a voce più alta se vuoi».
«Ok, vengo. Per il momento», gli dissi a denti stretti. «Ma se te ne esci con qualche altra merdata, ti giuro che ti rompo un braccio». Lui si alzò e mi abbracciò, sollevandomi da terra. Mi fece girare in tondo e tutti applaudirono e fischiarono. Mi venne da vomitare. Quando rimisi i piedi a terra, gli diedi uno schiaffo sul braccio e uscii dalla mensa, ben sapendo che non avrei voluto vedere l'espressione sulla faccia di Krystal o su quella di Haechan.
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BULLY / Haechan
FanfictionUn tempo eravamo amici, poi lui ha deciso di prendersela con me e di rendermi la vita un inferno. I suoi scherzi e i suoi pettegolezzi sono diventati sempre più sadici. Sono persino andata a studiare in Francia per un anno pur di evitarlo. Ma ora so...