-CAPITOLO 42: PESTAGGIO A MIAMI-

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Ore 16:00. 

Ho appena concluso il mio turno lavorativo e nella tasca dei pantaloni mi ero messo un fogliettino di carta con scritto:


SweetBar  10 dipendenti= 20 000 dollari netti: 30 000 lordi ( tasse e quant'altro).

100 000-30 000= 70 000    -calcolare buco contabile di 200 000 da prestito anno scorso.


Si perché stamattina nel guardare i dati di quest'anno e due anni fa avevo scorto una somma ,data alla mia azienda a partire da un'altra ( che al momento non ricordo ,eppure l'avevo letto) di 200 000 dollari che a scuola ho imparato che è un debito. 

" Sicuro Luke che non vuoi un passaggio. Sono di strada..." mi dice Niel, seguito da un mio rifiuto, fatto per potermi ambientare qui nella mia nuova città.

" Mi faccio un giretto in queste strade poi rientro. Ci vediamo domani" lo rassicuro, ricambiando il saluto. Lo vedo salire sulla sua auto sportiva ed andare. Nella tasca dove ho bigliettino ho anche il mio cellulare RedMi 6A. Prendo un vicolo stretto subito alla mia sinistra pensando mi porti a vedere Miami Beach da lontano.


" Non è che mi ha assunto per ripagare il suo debito???" continuo a domandarmi mentre mi addentro nel vicolo." Che fine aveva fatto il manager prima di me. Il suo nome e cognome era scomparso dal computer come se qualcuno avesse cancellato tutto sulla sua persona" m'insospettisco." Niel mi pare inquietante. Spero non sia un tipo losco perché è simpatico e non sono uno che giudica al primo impatto. Certo mi faccio un'idea delle persone che ho vicine però meglio le conosco meno tempo ci metto a capire se ci posso andare d'accordo o no" lascio viaggiare i pensieri. Nel frattempo nascondo il bigliettino nella cover nera del mio cellulare.

Ad un tratto passo in mezzo a dei senzatetto, c'è una puzza tale che mi sembra di esser tornato nel passato quando fumavo la Cannabis. L'odore di essa si fa più fitta. Alzo la testa e davanti a me c'è una macchina nere  con il bagagliaio aperto con due tizi ai lati come in attesa di qualcuno. Son tutti vestiti corti ( maglietta e pantaloncini), sono tatuati fino al collo e ciò che mi colpisce è una striscia vicino alla spalla di color rosso acceso con su una svastica nera. Mi sembra la stessa vista in foto ed immagini naziste ( anche di loro propaganda) viste nei miei libri sulla Seconda Guerra Mondiale. Da un vicolo alla mia sinistra passano due tizi vestiti di lunghe tuniche bianche ed al loro retro un cappuccio a punta con fori per occhi e bocca. Noto sul retro un cerchio rosso con all'interno una croce bianca ed una fiammo rossa in essa.

" Ma come sono vestiti questi??? Ku Klux Klan e Nazi... Ma WTF!!??" penso nel veder la scena dei tizi con la tunica che passano una valigia e prendo degli scatoloni da loro e li portano nella stradina a sinistra. Dietro l'auto noto una ringhiera forellata che dà sulla strada.

" Basta superarli e poi sarò a Miami Beach? Non ci sono altre strade oltre quella a sinistra ed il proseguire dritto" penso guardandomi intorno.

" Muovetevi!" dice un tizio a sinistra su una Jeep bianca che non appena mi vedono passare se la filano saltando nei sedili liberi e chiudendo le portiere aperte dell'auto.

" Miami Beach è di qua?" chiedo ai due che chiudono il bagagliaio con dentro la valigia data dai tizi del Ku Klux Klan. 

" Ehi tu! Fermo lì!" mi intimidiscono.

" Tranquilli... Mi sto facendo i cavoli miei e mi sono perso" dico rassicurandoli di non aver visto quello che ho appena visto. Fatto per evitare problemi siccome questi possono esser armati, infatti non mi fido degli sconosciuti. 

" Ho fatto una semplice domanda" dico per sperare che se ne vadano e mi lascino superare la ringhiera e capire dove sono per non dover usare il GPS sul cellulare.

" PER CHI LAVORI??" mi urlano.

" Per nessuno, sono un normale cittadino che si è perso" gli rispondo tenendomi a distanza di un metro dalla loro macchina. 

" PRENDETELO!" urla una voce possente e potente maschile dall'interno dell'auto. 


I tue tizi, che avranno avuto una trentina d'anni almeno, dopo aver sentito l'urlo fanno uno scatto verso di me. Vedendoli correre verso di me: sento paura, una sorta di attacco di panico e molta adrenalina. " Devo filarmela! questi non scherzano" penso seguendo il mio istinto di sopravvivenza collegato all'adrenalina, iniziando a correre ritornando indietro da dove sono arrivato. Avrò fatto cinquanta metri e vedo la via da dove ero entrato.

 Faccio in tempo a girare la faccia per rassicurarmi di averli seminati, che sento una sgommata arrivare dal fondo della via che porta alla strada dello SweetBar, prima del parcheggio del mio posto di lavoro. Vedo la macchina dei Nazi che hanno appena parcheggiato di traverso per bloccare la via. Altri due tizi sui trent'anni e molto più muscolosi e robusti dei primi due, sembrano  bodyguard, scendono  e nel sedile di destra posteriore uno rimane lì.

I due mi dicono qualcosa che non capisco per la paura, panico e misti di emozioni negative. Continuo a scusarmi e ricevo un pugno gratis da uno dei due bodyguard che mi fa ritrovare pancia a terra. I due che mi inseguivano si aggiungono al pestaggio. Mi ricorda troppo le botte prese a scuola da Thomas. Non riesco a reagire perché ricevo pugni e calci con tanta forza da sentirmi perder sangue da schiena, testa, bocca e naso. Con tanta cattiveria ed intensità da potermi ammazzare. Riesco a vedere il tizio seduto in auto: è un signore sulla cinquantina robusto con un camice ( a primo impatto mi fa pensare ad Hermann Goring) con su la divisa famosissima delle SS. Però i miei pensieri vanno sui ricordi negativi  sul rapimento della coppia ai miei 7 anni di vita : i due, della coppia,. mi davano quel dolore fisico, senso di fame. Una volta finito di pestarmi, mentre ero seduto per terra o sulla sedia in cui mi legavano dove  ero inerme ed indifeso,  mi sputavano addosso.


" Che mondo di mer*a" penso guardando fisso il tizio robusto che si rollava qualcosa (non so se una sigaretta od una canna).


By Linelux

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