-CAPITOLO 7: AL CONCERTO DEI TH ( PARTE 1)-

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Anche di Sabato andiamo a scuola. Al posto che terminare alle 15:00 finiamo alle 13:00. Un quarto d'ora dopo abbiamo il bus che ci riporta tutti a casa.

" Va bene se ci vediamo appena termini la lezione di Tromba ? così ti preparo i vestiti, li provi e poi prendiamo l'aereo. L'ha prenotato alle 17:00. Ciao a dopo" mi chiede Ector mentre scendiamo dal bus tutti e tre insieme.

" Va bene ci vediamo dopo. Ciao" dico salutandoli con la mano.


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Alle 13:55.

Sono in macchina con mia mamma, seduto sul lato passeggero e siamo davanti a casa di Macky. Distante un quarto d'ora di macchina dalla mia abitazione ed in pieno centro di Phoenix. Ha un cancello in ferro con sopra un tettuccio che ripara il citofono, il muro divisorio nel confini con le case vicine, la sua è a due piani con un garage in mezzo ad giardino grosso e spazioso.

" Fai il bravo. Mi raccomando" mi dice mia mamma come al solito mi fa le sue raccomandazioni.

" Si mamma" le rispondo dandole un bacio sulla guancia destra.

Suono il citofono e sento una voce femminile urlare: " George chi è alla porta ? " e lui " chi vuoi che sia ? sarà Luke, è anche ora"

" Forse sono arrivato troppo presto eppure mancano cinque minuti" penso di questa situazione.

" Pronto chi è?" chiede Macky con la sua voce dolce e simpatica.

" Ehm sono Luke" rispondo con tono tranquillo.

" Vieni pure" risponde lei aprendomi il cancello esterno.

Guardo sbalordito l'esterno della casa e penso sia unifamiliare. Penso anche sia una bella casa esternamente, la mia curiosità inizia si scontra con il nervoso. Dentro di me continuo a pensare " Stai tranquillo, non ti mangia nessuno se parli con loro. Hai parlato con lei ieri". Ho paura di trovare Macky e Tom insieme, mi darebbe molto fastidio e so che mi deprimerei. 


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La depressione è un mio brutto nemico, scoprii quel lato di me quando ebbi quei traumi infantili, non capivo come mai mi sentissi male e non riuscissi a reagire ed affrontare i problemi. Poi le botte prese dai rapitori avevano creato questo problema, da non confondere con repressione, sono due cose diverse. Sulla seconda non ho mai represso niente, fino a due anni fa, ero seguito da vari psicologi e m'insegnarono molto e mi aiutarono ad integrarmi nella società. Solo che non li ammisi mai che mi ero suicidato per paura di avere un'estensione delle terapie. All'inizio andavo da un bravissimo psicologo-infantile il Dottor Ellis, aveva sui quarant'anni, cinque figli e mi aiutò in varie materie scolastiche ( ogni Martedì e Giovedì circa due ore nel suo ufficio pieno zeppo di giochi: dagli scacchi alle carte da gioco, c'erano anche le carte dei Pokemon). Persona simpaticissima, con cui avevo avuto sempre un buon rapporto ed un forte legame, iniziai ad otto anni e con lui finii ai miei quindici ). A lui raccontai di Rachel ed Adrienne, lui capii la mia situazione ed il mio approccio ai sentimenti e mi aiutò. Mi spiegò che dovevo avere obiettivi nella mia vita e da raggiungere, stessa cosa con le ragazzine o ragazze: ti piace ( se si allora ci provi), se però ti rifiuta fai in modo che lei ti desideri ( se non dovesse funzionare la strategia allora crei dettagliamente nella tua testa la tua ragazza ideale o dei sogni ed inizi a cercarla. L' effetto collaterale è girare il mondo). Mi ci volle un po a capirlo perché gli esternavo i miei dubbi e li confrontavo sull'esempio della mia famiglia: ossia coppia sposata da anni con i figli, e lui da adulto rispose alle domande che riusciva a darmi. A sedici anni passai dalla psicologa per adolescenti : la Dottoressa Raymond, una signora sulla sessantina di anni ,molto brava a fare il suo lavoro ( almeno a mio modo di vedere). Lei ,da quando a scuola ci insegnarono a scrivere, le parole ecc) da lì ad ogni anno mi faceva dei test. Mi aiutò fino ai miei dodici anni per capire le domande e dirle le risposte. Essi avvenivano intorno a metà Settembre, li faceva per vedere se la loro struttura mi stava davvero aiutando: c'era uno scritto ( che non ricordo benissimo so che era diviso in parte facile e parte difficile e stava a me risolvere i problemi, analizzare la situazione e dare le risposte), e l'interrogazione che era raccontarle fatti che volevo, fatti belli, brutti ed importante i litigi con amici o familiari o persone sconosciute. Anche ,in generale, gli argomenti trattati con il Dottor Ellis in modo da darmi un suo parere. 

L' AMORE INDISTRUTTIBILE- By LineluxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora