Capitolo 16

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Hoseok fece irruzione con la sicurezza, facendo cacciare i due dal locale.
Quel trambusto però non distrasse Jungkook, che subito trascinò Taehyung in uno dei bagni.

"Taehyung ripeti quello che hai detto".
L'altro cercò di svincolarsi dalla presa ferrea del corvino, senza riuscirci.
"Io-io...". Gli si annebbiò la vista mentre una fitta di dolore gli attraversò la testa.
"Rispondi, cazzo!". Gli gridò Jungkook.
Taehyung strizzò gli occhi cercando di rimanere concentrato. "Il d-debito e poi t-tu...".
Jungkook sferrò un pugno al muro, lasciando la presa su Taehyung che crollò a terra.
"No, Jungkook, fermo...". Bisbigliò con voce strozzata. "N-non arrabbiarti... perché sei arrabbiato?".

Jungkook si prese la testa tra le mani, tirandosi i capelli. L'altro, in ginocchio, si aggrappò alla sua maglia cercando di attirare la sua attenzione. Il corvino lo guardò. "Chi altro lo sa?".
Taehyung sgranò gli occhi. Aveva sperato fino all'ultimo che le parole del padre non fossero vere, ma una menzogna detta con lo scopo di tenerlo alla larga dal più piccolo. "Solo io".
"E come l'hai saputo?".
Taehyung distolse lo sguardo, mordendosi il labbro. Si rimise in piedi lentamente.
"Mio padre".
Jungkook fece una risata amara. "Non posso crederci".

Fece un passo indietro non appena Taehyung cercò di avvicinarsi. 
Quest'ultimo lo supplicò. "Ti prego, non lo dirò a nessuno ma... lascia che ti aiuti".
Gli prese i polsi, al che Jungkook serrò i pugni. "Non capisci che non li voglio i tuoi soldi?! Quando smetterai di lanciarmeli addosso?".

Taehyung abbassò lo sguardo, corrucciando le sopracciglia. Avrebbe voluto chiedere il motivo di quella rabbia... credeva che il prestito per le tasse sanitarie fosse acqua passata. Giorni prima non si era arrabbiato per quello... eppure perché ora gli aveva risposto così?
Del resto, lui non parlava neanche di un aiuto economico. O almeno non solo di quello. Voleva stargli vicino, aiutarlo a... a disintossicarsi? Non sapeva nemmeno da quando o quanto fosse dipendente. Un capogiro lo fece tentennare e dovette sforzarsi per rimanere stabile.

Si schiarì la gola. "Non mi riferivo a quello... voglio aiutarti a smettere, io-io voglio solo-".
Jungkook rise nuovamente interrompendolo. "Cazzo Taehyung, io non mi drogo... e anche fosse non vorrei il tuo aiuto, perché dovrei? Siamo amici ora? Perché?! Perché ti faccio pena?".
Taehyung scosse la testa, sentendo di nuovo le lacrime agli occhi.

Tuttavia, non appena comprese le parole dell'altro si bloccò.
"Ma-ma mio padre mi ha detto del tuo debito e-e...", mormorò confuso.
"Io non ti devo nessuna spiegazione. Hai detto tu stesso che non siamo amici, quindi ora fatti i cazzi tuoi".
Gli occhi di Jungkook erano spietati, lo guardavano fisso, tant'è che Taehyung faticava a ricambiare lo sguardo.
Non riusciva più a capire nulla, neppure se in lui prevalesse il sollievo o la disperazione.

"Mi dispiace davvero, ma ti prego, non allontanare tutti... Namjoon, Jin... Yoongi, lui-lui vuole darti una mano".
Gli afferrò la maglietta nera, avvicinandosi a lui.
"Ti prego, ti prego, ti prego".
Premette la fronte contro la sua spalla.
"Non voglio che tu sia solo. Non respingere tutti. Non respingermi."
Gli prese il viso fra le mani.
Jungkook contrasse la mascella, voltando la testa per porre distanza fra il suo viso e quello del più grande.

Taehyung invece lo studiò, sperando in un cedimento da parte dell'altro, una piccola crepa in quella corazza che potesse permettergli di entrare, di avvicinarsi a lui.
Percorse col pollice il livido, ormai sbiadito, sullo zigomo.
Si sentì così impotente che una lacrima gli sfuggì dalle ciglia.

Poggiò la fronte sulla tempia di Jungkook che però si ostinava a guardare altrove.
Il suo naso sfiorava la guancia del più piccolo. Quest'ultimo chiuse gli occhi e respirò affondo. Quel contatto leggero lo fece rabbrividire.
Il tempo sembrò fermarsi, la sua mente con esso. Poggiò una mano sul fianco di Taehyung, afferrandogli la vita e tirandolo leggermente a sé.

A quel punto il più grande sembrò rilassarsi. Rilasciò un respiro tremante che doveva aver trattenuto e che solleticò la guancia di Jungkook. Spostò poi le mani dal volto di quest'ultimo ai suoi capelli, dove affondò le dita lunghe.

Dopo qualche secondo, il corvino riaprì gli occhi. Taehyung era ancora appoggiato a lui nel suo abbraccio.
A Jungkook fu necessario ancora qualche istante per realizzare che nulla di tutto quello fosse vero. Per ricordare che fra le sue braccia non c'era il Taehyung che aveva desiderato.
Quello, forse, non esisteva più. O non era mai esistito.

Il vero Taehyung aveva firmato un assegno di dieci milioni di won pur di non averlo nella sua vita.
Il vero Taehyung non si avvicinerebbe mai a lui se non da ubriaco.
Capì come il ragazzo che ora stava abbracciando sarebbe disgustato da tanta vicinanza, se soltanto fosse stato sobrio.
E Il suo segreto più prezioso, ciò che gli toglieva il sonno e che lo rendeva tanto vulnerabile adesso era alla mercé proprio di Taehyung.

L'umiliazione, la rabbia tornarono a bruciare in lui. Abbassò il viso nell'incavo del collo del più grande e lì stampò un bacio. Poi un altro. Poi un altro ancora.
Taehyung inizialmente raggelò. Poi, però, piegò ancora di più la testa, lasciandogli più spazio.
Si arpionò alle spalle di Jungkook e arcuò la schiena per la scarica di brividi che lo attraversò.

Il corvino continuò a baciare. Lavorò poi quello stesso lembo di pelle con la lingua, assaporandone la dolcezza.
Leccava, succhiava, baciava. Taehyung sospirava tremante, talvolta emetteva piccoli gemiti che incoraggiavano il corvino a continuare.
Affondava poi le mani tra i capelli dell'altro, sollecitandolo e spingendolo ancora di più contro di sé.

Dopo quelli che parvero minuti, Jungkook sollevò il capo soddisfatto.
Con due dita pulì la sua saliva dal collo di Taehyung, premendo sulla macchia viola che si stava scurendo sempre più.
Un sorriso si stirò sulle sue labbra, vedendo Taehyung che, con le labbra schiuse e gli occhi serrati, si beava di ogni minimo contatto.

Avvicinò poi la bocca al suo orecchio. "Come glielo spiegherai questo alla tua fidanzatina?". Taehyung aprì gli occhi confuso e vide Jungkook guardarlo con un sorrisetto crudele.

"Tae?! Tae sei qui?". La voce di Hari risuonò nel bagno.
"Sì, siamo qui dentro", rispose Jungkook, alzando la voce per farsi sentire. "Giusto in tempo".
"Jungkook? Sei con Taehyung?".
Con gli occhi sgranati, Taehyung si portò lentamente una mano sul collo, dove c'era il succhiotto in bella vista.

Jungkook gli prese il mento e avvicinò il viso al suo. "Dovevo starti lontano, no? È quello che volevi... Tu fa' lo stesso", gli sussurrò sulle labbra.

Uscì dal bagno quasi scontrandosi con Hari. Lei lo guardò torva, mentre lui la ignorò passando oltre.
Taehyung invece era scivolato a terra, pallido come un cadavere.
Strisciò verso il water e vomitò come mai aveva fatto prima.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora