Capitolo 21

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Taehyung sbatté le palpebre più volte, guardando confuso il più piccolo.
"Cosa?".
Jungkook sembrò quasi imbarazzato per la reazione del più grande, tant'è che ripetè la domanda più lentamente, esitando.
"Vieni con me a Busan? Devo andare a trovare i miei genitori e vorrei che tu venissi con me".

Taehyung sbarrò leggermente gli occhi, muovendosi a disagio sul divano. Si passò le mani sulle cosce prima di alzarsi.
"Perché vuoi che io venga con te?".

Nel frattempo aveva preso una scatola da cui estrasse il disinfettante e dei cerotti.
"Sai essere di ottima compagnia", rispose Jungkook, sdraiandosi su un fianco.
"Alzati".
L'altro obbedì svogliato, mentre lasciava che Taehyung gli prendesse il volto per studiare la ferita.
Jungkook colse l'occasione per ammirare il viso dell'altro.

Dopo qualche attimo di silenzio in cui Taehyung non dava segni di voler rispondere, il corvino si arrese.
"Sai, in verità devo andare a Busan perché mio padre ha ripreso a drogarsi".
Taehyung, che stava per iniziare a disinfettare la ferita di Jungkook, si immobilizzò immediatamente.
"Da un bel po', in realtà... Per questo dovrei scambiarci due parole", proseguì il corvino.

Taehyung schiuse leggermente le labbra, incapace tuttavia di dire nulla.
Jungkook alzò gli occhi al cielo. "Smettila di guardarmi così. Se non vuoi venire dillo e basta".

"No!", scattò subito Taehyung, che lasciò cadere il cotton fioc con cui avrebbe dovuto disinfettare il taglio.
"No, non è questo...".
Si interruppe, schiarendosi la gola.
"Ne sei certo?".

Jungkook rise scuotendo la testa. "Vado a controllare apposta. Oggi mi hanno informato che il mio debito è quadruplicato".
Si indicò la guancia. "Ci hanno messo la firma. Difficile che non sia vero, ma mai dire mai".
Alzò le spalle sorridendo.

Taehyung rilasciò un sospiro, l'ansia che saliva sempre più.
Il corvino si alzò canticchiando una canzone, il più grande che lo seguiva con lo sguardo.
"Jungkook?".
"Si?", gli rispose, sollevando le sopracciglia.
"Cosa posso fare?".
Jungkook non volle cogliere l'allusione di Taehyung, si rifiutava di parlare ancora di soldi o prestiti con lui.
"Te l'ho già detto, vieni con me. Una gita farà bene a entrambi... ci divertiremo, vedrai", gli rispose sorridendo.

Afferrò poi un libro poggiato sulla scrivania.
"L'Ulisse", lesse ad alta voce. "Joyce? Non era greco quello che l'aveva scritto?".
Taehyung lo ignorò. "Torna qui".
Anche stavolta Jungkook l'ascoltò.

Taehyung riprese a disinfettare la ferita, reggendo dolcemente il capo del corvino.
Rimasero a lungo in silenzio.
"Perché non dici niente?".
"Verrò con te".

Il più grande soffiò leggermente sul taglio. Jungkook voltò il viso, così da catturare il respiro del più grande, le loro labbra a pochi centimetri di distanza. Si godette quella vicinanza ad occhi chiusi, sorridendo leggermente.

Taehyung invece lo guardava.
"Non voglio che ti succeda più nulla", gli sussurrò. "Odio vederti così."
Jungkook rise. "Mi hai visto in condizioni peggiori".
"Intendevo che odio vederti fingere. Puoi non farlo con me. Non voglio che tu lo faccia".
Jungkook lo guardò, colto alla sprovvista.

Distolse poi lo sguardo, sbuffando una risata. "Ho detto che sto bene".
Si alzò e andò a riprendersi il berretto che aveva lasciato sul pavimento.
"Che volevi dirmi prima?".
Taehyung si strinse nelle spalle.
"Non-non ricordo. Non era importante".
Si morse la lingua non appena rispose.
Non aveva intenzione né di mentire, né di non parlare col corvino.
Ma avrebbe rimandato. In quel momento voleva stargli vicino, ne aveva bisogno più lui che Jungkook, probabilmente.

"Prepara qualche vestito. Stasera partiamo".
"Cosa?! E come, con cosa andia-".
Taehyung realizzò all'improvviso. "No! Non andremo con la tua moto".
"E come vorresti andare?".
"Prenoto un treno- Jungkook!".
"Che c'è ora?", chiese il corvino annoiato. Aveva appena riaperto la finestra.
"Usiamo la porta, che ne pensi?".



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