Capitolo 34 - ...che poi devasto una spiaggia

241 16 10
                                    


"Se ci fanno aspettare ancora un altro cazzo di minuto, giuro che mi alzo e vado da solo da Jacob".

Taehyung gli diede subito una gomitata. "Yoongi, cazzo, abbassa la voce... se dovessero sentirti...", un brivido gli percorse la schiena, interrompendolo.

"E poi si chiama Jackson, non Jacob", sibilò, la gamba che non smetteva di tremare, muovendosi su e giù.

Yoongi si allontanò da Taehyung, spazientito, spingendo la sua sedia e facendola strusciare contro il pavimento.
"Ferma quella cazzo di gamba e smettila di essere così agitato, cazzo!".

"E tu smettila di dire cazzo".
La verità era che entrambi erano più nervosi che mai: Taehyung tremava come una foglia, Yoongi stava dando in escandescenze.

Erano chiusi in quello stanzino da mezz'ora ormai, l'orologio da polso di Taehyung che segnava ogni minuto di attesa, pronto a rintoccare la mezzanotte.

Al telefono, poche ore prima, avevano ricevuto quasi subito una risposta e, come se stessero prendendo un qualsiasi appuntamento, era stata detta l'ora e il posto in cui recarsi, quella sera stessa.

"Dico cazzo quanto cazzo mi pare. E se continui a sembrare un cucciolo impaurito, non credo che riuscirai a superare la serata".

Taehyung fece una risata per niente divertita.
"Disse colui che si farà uccidere in due cazzo di secondi, con la sua boccaccia del cazzo", riuscì a sibilargli, ignorando il cuore che batteva all'impazzata.

"Mi è sembrato di sentire cazzo".
A Taehyung iniziarono a ballare entrambe le gambe. Yoongi inarcò un sopracciglio.
"Ti devi dare una calmata".

"Sento che se potessi, tu mi butteresti in una vasca piena di squali... Come posso darmi una calmata?!".
Yoongi sbuffò rumorosamente, ma Taehyung lo ignorò.
"E, per inciso, gli squali stanno per entrare da quella porta".

Tornò a guardarla intensamente, aspettando solo che la maniglia si abbassasse.

"Sai, prima mi chiedevo come potevate essere amici tu e Jimin... sembrate così diversi.
Ma da questi trentasei minuti trascorsi insieme ho capito che tu sei l'upgrade della parte più estenuante e stressante del mio ragazzo".

"Eppure non ti piaccio neanche un po'", sputò Taehyung, alzando di colpo il tono di voce.
Proprio in quel momento la porta si aprì.

I due si immobilizzarono, mentre facevano il loro ingresso due uomini vestiti di tutto punto. Poi un altro uomo. Poi un altro ancora.
Taehyung e Yoongi si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Forse non proprio d'intesa: Yoongi si stava chiedendo quanti altri dovevano, o meglio, potevano ancora entrare in quello stanzino, Taehyung semplicemente era raggelato dalla paura.

La buona notizia era che sembrava soltanto raggelato, perfettamente composto ed impassibile, senza che nessuno potesse scorgere il terrore che in realtà stava provando.

Yoongi ci fece caso e se ne meravigliò, trattenendo un sospiro di sollievo.

Una quinta figura varcò la soglia.
Subito compresero che doveva essere lui l'uomo che stavano aspettando: indossava abiti singolari, eccentrici quanto il suo trucco e le sue lenti a contatto celesti.

Lo smocking viola attillato sicuramente lo distingueva dagli altri quattro, in piedi lungo le pareti.

Invece lui, con un sorriso contento, si accomodò davanti a Taehyung e Yoongi, il tavolo a separarli.
Intrecciò le dita su di esso e, come se fosse in attesa, alternò lo sguardo fra i due.

Rimasero in silenzio per un lungo minuto, Taehyung e Yoongi che si guardavano di tanto in tanto.

"Beh...". Jackson iniziò a parlare, controllando l'ora sul suo orologio.
"Un altro minuto e abbiamo finito. Avevo concesso due minuti del mio preziosissimo tempo, dopotutto".

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora