Scattò il rosso e Jungkook fu costretto a frenare di colpo.
Imprecò, innervosito per l'ennesimo semaforo che lo fermava.Ma non perse tempo, riprese il telefono dalla tasca e si sollevò la visiera del casco.
Richiamò Taehyung, ma neanche stavolta ricevette risposta.Allora subito aprì la chat del fidanzato e controllò se i messaggi inviati fossero arrivati all'altro.
Li aveva mandati appena sveglio, nello stesso istante in cui si era reso conto che Taehyung non era più a casa.
Gli aveva scritto chiedendogli dove fosse, cercando di non sembrare impanicato, quando in realtà si sentiva già sopraffatto dall'ansia, soprattutto al ricordo della sera prima.
Solo dopo avergli mandato una serie di messaggi, Jungkook fece caso alle altre notifiche.
Visualizzò, annoiato, l'ennesimo numero sconosciuto con cui molto probabilmente Jackson stava cercando di contattarlo.
Aprì la chat, convinto di trovarvi le solite minacce o magari le fantasie oscene che l'altro si divertiva a descrivergli, ma mai si era sbagliato così tanto.
Quei messaggi, privi del sarcasmo e dell'odiosa malizia che in genere li contraddistinguevano, lo avvertivano che il debito era stato saldato e che né lui, né le sua famiglia, avrebbero dovuto contattare Jackson. E viceversa.
Se ne sono occupati i Kim.
Così diceva il messaggio.In meno di un minuto Jungkook era salito sulla sua moto, una mano sul manubrio e l'altra sul telefono, nel vano tentativo di chiamare Taehyung.
Più l'altro non rispondeva, più la sua preoccupazione aumentava.
Si figurava già la scena a cui stava andando incontro: Taehyung chiuso in camera sua, il telefono sequestrato chissà dove.
Il signor Kim, al corrente della relazione omosessuale del figlio, già in procinto di rendere la vita impossibile a entrambi.Pagando il debito di Jungkook, lo avrebbe messo alle strette, imponendogli di stare alla larga da Taehyung, proprio come era accaduto in passato, quando aveva fatto recapitare al corvino l'assegno.
"Brutto coglione di merda!". Jungkook continuava a imprecare a vuoto nel suo casco, più arrabbiato che mai.
Nel frattempo, sfrecciava a tutta velocità per quella strada che ormai conosceva a memoria.
Non gliel'avrebbe resa così semplice.
Gli avrebbe ridato ogni inutile won, ma mai nella vita avrebbe rinunciato a Taehyung.Sarebbe stato un inferno, già lo sapeva: avere a che fare con Kim Taewoon, scendere a patti con lui, resistere alle sue minacce e ai suoi ricatti.
Ma avrebbe sopportato qualunque cosa per Taehyung.Doveva rimanere al suo fianco: il signor Kim era venuto a sapere non soltanto della loro relazione, ma anche dell'identità sessuale di Taehyung, sebbene Jungkook non sapesse ancora in che modo.
Non poteva neppure immaginare come il fidanzato stesse vivendo l'outing.
Il solo pensiero di una reazione violenta da parte del signor Kim, lo faceva ribollire dalla rabbia.Percheggiò in fretta, con questo groviglio di pensieri e supposizioni in testa, la preoccupazione che gli stringeva il petto, la rabbia che gli faceva tremare i pugni.
Per la seconda volta in vita sua, percorse il vialetto che portava all'ingresso principale.
Raggiunto il portone, bussò con forza, dapprima con un solo pugno, poi con entrambi.Ad aprirgli fu un domestico, o almeno fu quello che Jungkook dedusse dal suo aspetto.
"Sto cercando Kim Taewoon. E anche Kim Taehyung. Sono Jeon Jungkook".
STAI LEGGENDO
A million little reasons • Taekook
FanficA Taehyung sono bastate poche note per ammaliare Jungkook, l'irresistibile playboy della Seoul University. Ma sarà altrettanto facile per Jungkook conquistare Taehyung (dichiaratamente etero, fidanzato e a lui ostile)?