Capitolo 38

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"Ehm...". Jungkook si lasciò sfuggire un colpo di tosse. "Hobi hyung".
Attirò l'attenzione di Hoseok e degli altri, nessuno che mascherava la sorpresa alla vista di Jungkook e Taehyung, l'uno accanto all'altro.

"Cosa...", iniziò a dire Hobi, senza capire che cosa fosse successo per portare i due lì in piedi, davanti a loro. Insieme.

"Volevo chiederti le chiavi del tuo ufficio... per favore".
Nonostante la musica alta, tutti sentirono perfettamente quanto Jungkook aveva mugugnato.

Yoongi e Jimin cercavano di estrapolare risposte, interrogando con lo sguardo Taehyung, che tuttavia ignorava tutti eccetto il corvino.

Aveva gli occhi incollati sulla nuca di Jungkook, ma ogni tanto scendevano, percorrendo la sua spina dorsale, sino alla vita scoperta, alle fossette di Venere in vista.

"...Il mio ufficio?", chiese Hoseok, incerto.
Jungkook si morse il labbro, prima di annuire.

Ci stavano mettendo troppo... era stata un'idea di Jungkook quella di rintanarsi dentro l'ufficio di Hoseok, impaziente di ricevere la sua punizione...

Quel pensiero iniziava già ad essere piuttosto ridicolo e completamente inopportuno. Corrucciò le sopracciglia, innervosendosi: non avrebbe voluto interrompere il momento magnetico che si era creato pochi minuti prima, ma il tempo scorreva e entrambi stavano per essere rigettati nella realtà.

Gli sguardi perplessi e preoccupati dei loro amici non miglioravano la situazione.
Chissà se Taehyung si fosse già pentito-.

"Sì. Ho bisogno di un po' di privacy con Jungkook".

Il corvino quasi sobbalzò quando alle sue spalle parlò il più grande, con lo stesso tono fermo di poco prima.
Non sembrava il tono di uno che avesse cambiato idea...

"Se è possibile...". Taehyung lasciò cadere così la frase, aspettando che Hoseok desse loro una risposta che non fosse la sua smorfia interdetta.

La botta di Yoongi sulla sua spalla lo riscosse. "Certo, tenete".
Tirò fuori dalla tasca la chiave, passandola a Jungkook.

Si girarono e se ne andarono, lasciando fra di loro una distanza di sicurezza di due passi.

"Spero che non siano andati a fare sesso sulla mia scrivania", disse Hoseok con un sospiro.

"Per quanto arrabbiato, Jungkook non se ne priverebbe mai", rifletté Namjoon.
"Non penso che Taehyung lo farebbe mai... prima vorrebbe chiarire", disse Jimin, Yoongi che annuiva affianco a lui.
"Esatto, non è da Taehyung. Saranno andati a parlare".

"Speriamo... La tua scrivania dovrebbe essere salva", rise Jin dando una pacca sulla spalla a Hobi.









Taehyung afferrò Jungkook per i fianchi e lo piazzò a sedere sulla grande scrivania in legno, posta al centro della stanza.

Il corvino ingoiò il verso di sorpresa e resse col suo sguardo quello del più grande, tentando di imitarne l'espressione seria.

Ignorò la tentazione di avvolgere le gambe attorno all'altro, lasciandole ciondolare in aria.
Taehyung si appoggiò alla scrivania ai lati di Jungkook, limitandogli ogni movimento.

Trascorsero svariati secondi così, a guardarsi in silenzio, al punto che a Jungkook venne da ridere.
"Allora? Ti sei ammutolito di nuovo?".

Taehyung non rispose.
Le sue narici si allargarono leggermente, prima di voltarsi per distogliere lo sguardo con un lungo sospiro.

Jungkook sentì una punta di panico pungolargli il cuore.
Cos'era quella faccia?
Il più grande sembrava nervoso... il suo sguardo era particolarmente scuro ma il corvino poteva intuire che il motivo non fosse più la sua sfacciataggine.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora