Capitolo 14

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Taehyung aveva trovato la risposta a una domanda che si era sempre posto: per gli artisti non diventa nauseante suonare a ripetizione le stesse canzoni? Anche se scritte da loro? Sì. Eccome.

Non che lui si ritenesse un artista o chissà chi, ma sentiva di poter vomitare se fosse stato costretto a suonare ancora una volta il suo pezzo.
"Dici che siamo pronti?...È così tardi. Devo ancora prepararmi e se facciamo tardi stasera Jimin si arrabbierà. Con me ovviamente. Se la prende sempre con me il tuo amico. Il concerto è tra meno di una settimana e sento che potrei-".

"Hari". Taehyung strinse forte l'arco del suo violino. Temeva di poterlo spezzare da un momento all'altro. C'era una tensione che lo riempiva dentro, sentiva le viscere contrarsi, come se fosse sul punto di vomitarle.
Fece profondi respiri mentre cercava di rilassarsi.
"Sei perfetta. Sì che siamo pronti, forse dovresti andare a casa a vestirti...".

Hari si alzò e si allontanò dal piano, avvicinandosi al divano dove sedeva Taehyung.
"Hai ragione. Sono solo molto paranoica". Il ragazzo annuì con convinzione, continuando a respirare affondo.
"Forse il finale... no hai ragione, scusami. Dovresti solo lavorarci un po' di più. Magari io vado e tu continui un altro po'...".

Taehyung quasi tirò il violino dall'altra parte del divano. Scattò in piedi.
"Certo, non preoccuparti".
Lei si allungò per stampargli un bacio sulla guancia. "Ci sei quasi. Ci vediamo dopo". E con questo uscì.

Taehyung scivolò a sedere sul tappeto. Afferrò un cuscino e se lo strinse in faccia, soffocando un urlo.
Va tutto bene. Tutto perfetto. Alla grande.
Spostò lo sguardo sul carrellino dorato accanto al divano, su cui poggiavano gli alcolici di suo padre. Lo contemplò per qualche secondo, prima di alzarsi e di avvicinarsi.

Si riempì un bicchiere di Gin e subito lo buttò giù. Si sentì bruciare dentro, come se quel nodo di ansia e angoscia si stesse consumando per poi svanire. Se ne versò un altro po' e, insieme all'alcol, mando giù ogni pensiero. Fece un sospiro soddisfatto.

Con la testa più leggera, andò in camera a cambiarsi. S'infilò una camicia nera e si sistemò i capelli, allacciandosi poi l'orologio al polso e infilandosi due anelli alle dita.
In pochi minuti fu pronto, giusto in tempo per il messaggio di Jimin, che gli diceva di uscire.

"Oggi per un attimo ho avuto paura che non venissi più per provare ancora con Hari... sono giorni che non ci vedia-".
Jimin interruppe il suo monologo di colpo. Prese ad annusare l'aria, avvicinandosi sempre più a Taehyung, che nel frattempo si era allacciato la cinta.
"Hai bevuto?". Gli chiese sorpreso.
"Un po'".
"Agitato per il concerto?". Indagò Jimin mentre metteva in moto. "Io anche sono in gara ma penso che tu ci tenga decisamente di più, non è vero?".
Taehyung alzò le spalle, guardando fuori dal finestrino. "Per Hari è importante".

"Spero per lei che sia vestita. Yoongi e gli altri sono già tutti da Hoseok".
Gli altri. Taehyung prese a mordersi un unghia.
"Mi dici che hai? Non ti vedo da giorni, non dici una parola e sei più agitato di-".
"C'è anche Jungkook stasera?".
Jimin si girò a guardarlo, sempre con lo stesso sguardo indagatore.
"Sì. Non vi parlate più?".
Taehyung soffiò una risata. "Perché dovremmo?". Lui stesso aveva chiarito che non erano amici. Perché dovrebbe parlare con Jungkook? Il fatto che pensasse costantemente a lui da due giorni non era una buona motivazione.
Le parole del padre ancora gli risuonavano nella testa. Si massaggiò le tempie. Aveva bisogno di altro alcol.

"Sei scomparso con lui non una ma due volte. Pensavo aveste fatto amicizia...".
Rallentò come vide Hari aspettarli sul marciapiede. "Oh, è davvero pronta. Dovrò trovare un altro motivo per incazzarmi con lei allora".
Sibilò non appena Taehyung lo colpì sul braccio.
Accostò per far salire Hari, che li salutò allegramente.

"Le altre sono già tutte lì. Hanno detto che il locale è pazzesco. Non vedo l'ora di vederlo."
Jimin mugugnò in assenso.
"Sì, Yoongi è amico del proprietario, Hoseok. Era molto emozionato per la festa di apertura."

Pochi minuti dopo erano davanti il locale. L'enorme insegna era visibile anche a un chilometro di distanza ed illuminava di blu la strada circostante, tanto grandi erano le luminose lettere "Ego".
Taehyung sentì Hari stringergli la mano per richiamare la sua attenzione.
"Tua madre mi ha detto di dirti che è fuori città con tuo padre. Stanotte rimango da te, ti va?".
"Cosa? Perché l'ha detto a te?".
"Mi ha chiamata prima... mi ha detto di ricordarti di mandare dei fiori ai tuoi nonni, domani è il loro anniversario. Ci ho pensato io, tranquillo".
Taehyung la guardò a bocca aperta, prima di sussurrare un "grazie", senza tuttavia ricambiare il sorriso dolce di lei.

"Andiamo?". Li sollecitò Jimin alla porta.
Già all'ingresso la musica altissima li travolse e Taehyung sentì a malapena Hari dirgli che sarebbe andata a salutare le sue amiche.
Lui annuiva distratto, diretto verso il bar che vedeva in fondo. Gli mancava il respiro, proprio come gli era successo a casa meno di un'ora prima. L'alcol l'avrebbe aiutato.

Si ordinò due drink a caso, per poi ingurgitarli velocemente non appena il barista li poggiò sul bancone.
"Giornata no?". Taehyung si girò verso un ragazzo che, seduto affianco a lui, lo guardava accigliato.
Gli venne da ridere. Sì, doveva essere una giornata no. Perciò annuì all'altro, prima di osservarlo bene.
Indossava un completo di velluto viola che lo fasciava perfettamente. Era davvero bello.
E così glielo disse. "Sei davvero bello".
Non aveva il tono, né lo sguardo di uno che flirtava e ciò sembrò divertire lo sconosciuto. "Beh, grazie".
I capelli castani e gellati gli ricadevano sulla fronte, la sua pelle era perfettamente liscia, il sorriso contagioso.
"Sono Hoseok".

Taehyung stava per stringergli la mano quando Yoongi li raggiunse. Lo seguirono Jimin, Jin e Namjoon.
"Ei, vedo che vi siete già conosciuti. Hobi, lui è il mio ragazzo". Ed indicò Jimin che guardava Hoseok a bocca aperta.
"O mio dio. Sei vero?".
La risata allegra dell'altro quasi sovrastò la musica. "Già mi piaci, Jimin".
Presero a riempirsi di complimenti, già in sintonia l'uno con l'altro, mentre Yoongi li guardava con sguardo affettuoso.

"Dove avete lasciato il bebè?", chiese poi Hoseok.
"Il bebè si è allontanato con Mister culo da sogno", rispose Namjoon, facendo le virgolette con le dita.
Hoseok rise. "Chi è Mister culo da sogno?".
"Voleva il ragazzo più bello del locale. Ha scelto un tipo che era praticamente in mutande", spiegò Yoongi prendendo un sorso dal suo drink.
"Yoon, erano shorts", lo corresse Jin scuotendo la testa.
"Ho mutande più coprenti".

Continuarono a ridere e a parlare, mentre Taehyung si risistemò davanti al bancone.
Guardò il ghiaccio sul fondo dei due bicchieri vuoti e ci giocò con la cannuccia. Sorrise stizzito alle parole di Yoongi.
Certo che Jungkook aveva scelto Mister culo da sogno, si era dovuto accontentare visto che lui era arrivato solo in quel momento. Altrimenti era certo che lui sarebbe stato il più bello del locale agli occhi di Jungkook.

Ma forse era ancora in tempo?
Voleva trovarli per vedere la faccia delusa di Mister culo da sogno non appena il corvino avrebbe incrociato lo sguardo di Taehyung.
Già si immaginava la sfuriata che quel tizio avrebbe fatto a Jungkook che aveva occhi solo per Taehyung.

"Un altro per favore", chiese allegramente al barista.
Si, non vedeva l'ora. Stavolta lasciò perdere la cannuccia e in poche sorsate buttò giù tutto il drink.
"Ha un problema con l'alcol o cosa?", chiese Hoseok agli altri indicando Taehyung, che subito si mise in piedi. Barcollò qualche istante e poi iniziò a allontanarsi.

Jimin subito lo fermò: "Tae! Aspetta! Dove vai?".
L'altro si girò verso il resto del gruppo.
"Da Jungkook e Mister culo da sogno".
Strascicò le parole. "Kookie si è sbagliato... sono io il più bello per lui. Glielo vado a dire".
Non era nelle condizioni di notare gli occhi sgranati e le bocche aperte degli altri.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora