Capitolo 31

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Taehyung aveva capito già da un pezzo dove Jungkook fosse diretto: non appena riconobbe la strada, ebbe la sua conferma.

Sul sedile si era tirato indietro il più possibile, lasciando che ci fosse dello spazio tra lui e la schiena dell'altro.

Forse non avrebbe dovuto dire di sì, sarebbe dovuto salire nella sua macchina e andarsene, così da poterci dormire su.
Ma lui era il primo a sperare che ci potesse essere rimedio a quella serata, quindi si era ritrovato a seguire Jungkook in silenzio.

Jungkook parcheggiò davanti casa sua, facendo scendere Taehyung.
Rimasero in silenzio tutto il tempo, fino a quando non furono davanti alla serranda.

Il corvino parve esitare.
"Ehm... è... è più piccola della tua camera, praticamente... Se ti senti a disagio-".
"Jungkook".
Taehyung lo guardava con la mascella contratta, infastidito da quelle parole.

Non aggiunse altro, probabilmente perché, altrimenti, avrebbe ripreso a urlargli contro.
Si limitò ad interromperlo, mentre il suo sguardo  lo avvertiva di smettere di parlare.

Così Jungkook chiuse la bocca e tirò su la serranda, lasciando che l'altro entrasse.
Cercò poi la luce che, una volta accesa, illuminò fiocamente ogni angolo di quella stanza.

Aveva soltanto una finestra, sopra un minuscolo cucinotto.
Taehyung fece un passo avanti, il pavimento scuro e grezzo che graffiava le suole delle sue scarpe lucide.

Raggiunse il centro di quel monolocale, che poi Taehyung si accorse essere un bilocale, non appena notò, accanto al letto, una porta che presumibilmente dava sul bagno.

Si tolse la giacca e la poggiò sul tavolo, prima di osservare il piccolo divano, la televisione preistorica, probabilmente spenta da chissà quanto. E infine un sacco da box.
Per il resto, c'era soltanto un ultimo mobile. Nient'altro.

Si girò verso Jungkook, che lo stava fissando già da un pezzo, ormai.
"Che c'è, Jungkook?", sbottò.
"Vuoi impietosirmi? Per farmi vedere che i soldi per il lavoro di stasera ti servivano? Non ce n'è bisogno! Lo so già".

Il corvino allargò appena gli occhi, sorpreso da quel nuovo scatto di ira.
"Ma proprio perché io lo so già, non avresti dovuto prendermi in giro", concluse, acido, prima di sbottonarsi appena la camicia.

Jungkook si mosse verso il mini frigorifero, se così poteva essere chiamato, e tirò fuori una birra.
"Credo che le mie scuse non sono bastate... devo passare al piano B".

Taehyung tirò indietro una sedia e si accomodò, con una risata sarcastica.
"Non sono bastate, davvero?... non so più cosa dire, Jungkook, sul serio".

Il corvino cercò due bicchieri e si mise a lavarli, cucciandosi leggermente visto quanto era piccola e bassa quella cucina.
"Quanto sei arrabbiato da 1 a 10?", gli chiese, asciugando i bicchieri con uno strofinaccio e tornando a guardare Taehyung con un'espressione che pareva... serena?

Il più grande continuò a mostrarsi fintamente divertito, anche se era a un passo dall'andarsene.
Scosse la testa. "Sei proprio un coglione".

Vide che, in realtà, Jungkook sembrava aspettare sul serio una risposta.
"500 mila. Come i won che hai guadagnato stasera... giusto?", parlò con disinvoltura, incrociando le braccia al petto.

Jungkook annuì, corrucciando la sopracciglia. "Mentre parliamo sto escogitando il piano B", chiarì.

Taehyung lo ignorò e smise anche di guardarlo.
Si disse che alla prossima cazzata che il corvino avrebbe detto, si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato. Anche a costo di prendere un autobus.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora