"Sono le undici passate... io torno a casa. Ricordati di chiudere".
Jungkook mugugnò in assenso, mentre ripassava di nero le cifre della targa che reggeva sulle sue ginocchia.Doyun lo guardò con le mani poggiate ai fianchi, per poi sospirare scuotendo la testa, "Vedi di non fare tardi stasera".
"Tranquillo hyung. Finisco questa e vado".Infatti, dieci minuti dopo stava mettendo tutto in ordine.
In realtà, avrebbe voluto continuare a tenersi occupato, pur di non pensare a Taehyung.Odiava l'effetto che quel ragazzo, e soprattutto quanto gli aveva detto nei corridoi, aveva su di lui. Ciò che lo confondeva non era la sua stessa tenacia nel volerlo ad ogni costo... quella la capiva benissimo. Si stava pur sempre parlando di Kim Taehyung.
Solo che questo coinvolgimento emotivo gli era nuovo, ben lontano da quelle che erano le sue intenzioni col ragazzo, ovvero una notte di sesso. Il rifiuto appena ricevuto lo aveva scosso più del dovuto e questo lo aveva sconvolto a tal punto da chiedersi se non fosse meglio lasciar perdere tutto. Non era interessato a legarsi sentimentalmente a nessuno, non ora. E la sua impeccabile reputazione era uno dei motivi minori.Avrebbe dovuto ristabilire un equilibrio che non lo avrebbe poi portato alla mercé di sentimenti indesiderati. Doveva cambiare strategia, arrivare al suo obiettivo indirettamente, senza che lui stesso si compromettesse da solo. E il primo passo era, ovviamente, sbarazzarsi di Hari. Certo, non letteralmente. Vista la discussione dei due fidanzati, era evidente che stava già riuscendo a insinuarsi nella coppia. Un sorriso gli si aprì in volto a quei pensieri.
Aveva finalmente raggiunto una soluzione soddisfacente, capace di placare le preoccupazioni quando la suoneria del telefono lo interruppe: lo tirò fuori dalla tasca e lesse sullo schermo il mittente della chiamata. NON RISPONDERE. Rimase immobile per qualche secondo. Poi, con un sospiro, l'accettò.
"Non è ancora finito il mese"."Ciao anche a te, Jungkookie".
Contrasse la mascella udendo quella voce metallica. Quanto la detestava. E odiava anche che il solo sentirla l'aveva fatto rabbrividire."So che il nostro appuntamento mensile è ancora lontano ma vorrei tanto vederti. Dove sei?".
"Jackson, se mi hai chiamato solo per cazzeggia-".
"D'accordo, d'accordo, saltiamo i convenevoli. So già dove sei-".
Jungkook corrucciò le sopracciglia e guardò il telefono: l'altro aveva chiuso la chiamata."Avrò sempre un debole per il tuo broncio arrabbiato". Si sentì dire alla spalle.
Girandosi vide Jackson all'entrata dell'officina, due uomini al suo fianco. Come sempre, indossava un esagerato completo rosso, i capelli color cenere che gli ricadevano disordinatamente davanti agli occhi truccati."Ed eccolo lì, come immaginavo. Adorabile". Continuò scoprendo i suoi denti bianchi in un sorriso. Jungkook si morse le labbra nel tentativo di trattenere il fiume di insulti rivolti all'altro. Non gli avrebbero portato altro che guai. Non che questi fossero evitabili, quando si parlava di Jackson.
"Stasera sei di poche parole... ma so che ti stai domandando il motivo della mia visita. Un piccolo anticipo. Non ti chiedo poi molto." Jungkook strabuzzò gli occhi. "Un anticipo? Ora?!".
Jackson si fece avanti, togliendosi la giacca e lanciandola a uno dei due scagnozzi.
"Proprio ora. Mezzo milione di won. Non è poi così tanto...".Avanzò, continuando a sorridere. Jungkook serrò i pugni.
"Una minuscola parte di tutto quello che mi devi. Che tuo padre mi deve." Jackson allungò la mano verso di lui e gli sfiorò il viso. Venne subito strattonato via dal corvino.
Intervennero allora i due uomini che, con tre colpi alla schiena, lo piegarono in ginocchio. Jackson li lasciò divertire per qualche minuto, osservando come Jungkook cercasse di rimettersi in piedi e di difendersi, incassando calci e pugni.Come lo vide crollare in un bagno di sangue, fermò i suoi uomini. "Può bastare". Al che i due s'interruppero, coi pugni a mezz'aria, e raddrizzarono il corvino reggendolo per le spalle. Jackson fece un passo avanti e gli afferrò il volto sanguinante, costringendolo a guardarlo.
"Allora?".
Jungkook cercò di parlare ma sentiva la bocca riempirsi col suo stesso sangue.
"Non li hai, è così?".
Il corvino abbassò lo sguardo a terra. Jackson sorrise lievemente e passò il pollice sulle labbra dell'altro, pulendolo dal sangue.
"Per stasera posso accontentarmi di altro".
E fece per sbottonarsi i pantaloni. Jungkook si dimenò, gli occhi sbarrati a quella vista.
"Non mi concedi neanche questo?". Chiese Jackson ridendo.
"Posso sempre cercare altrove. Casa dei tuoi non è poi così lontana da qui e sono sicuro che tua madre sia una donna molto doci-".S'interruppe come vide il corvino spingersi in avanti per finire di slacciargli i pantaloni, tirando fuori il membro.
Come lo prese in bocca, Jungkook sentì di poter vomitare da un momento all'altro.
Sul viso delle lacrime si mescolarono al suo sangue prima ancora che la punta gli arrivasse alla gola. Tremò quando le dita dell'altro gli strinsero i capelli.
Lo sentì sospirare beatamente.
"Bravo jungkookie. Continua così".
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A million little reasons • Taekook
FanficA Taehyung sono bastate poche note per ammaliare Jungkook, l'irresistibile playboy della Seoul University. Ma sarà altrettanto facile per Jungkook conquistare Taehyung (dichiaratamente etero, fidanzato e a lui ostile)?