Capitolo 24

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Taehyung raggelò. Chiuse gli occhi, senza avere neppure il coraggio di voltarsi a guardarlo. Si vergognava profondamente.
Sentì i signori Lee dire a Jungkook quello che avevano scelto, subito seguiti da Hari.
Quando Taehyung si decise a guardare il corvino, vide che la sua espressione era indecifrabile.
Le labbra erano serrate, la mascella contratta, gli occhi incollati sul taccuino, mentre appuntava gli ordini degli altri tre.

"Per te invece?", chiese senza alzare lo sguardo, ma riferendosi chiaramente a Taehyung.
"Solo una birra", riuscì a dire.
Abbassò lo sguardo sul tavolino di fronte a lui.

Avrebbe tanto voluto parlare con Jungkook, affinché capisse la sua situazione, affinché sapesse che la colpa era di Hari. Ma non era possibi-.
"Tae?". La mano di Hari si era posata sulla sua gamba. "Rispondi al cameriere?".

Jungkook lo stava guardando, in attesa che Taehyung rispondesse a qualunque cosa gli avesse chiesto.
"C-cosa? Non ho-".
"Una birra piccola o media?", ripetè Jungkook, senza scomporsi.
"Media".
E con questo si allontanò.

Taehyung si passò una mano fra i capelli, il panico che si intensificava al pensiero del grande malinteso che si era appena creato col corvino.

"Non trovate volgari tutti quei tatuaggi sul suo braccio? Sul posto di lavoro dovrebbe coprirli, non credete?", rifletté la signora Lee, accomodandosi meglio sulla poltrona.
"Non ne vedo il motivo", rispose Taehyung a denti stretti, sforzandosi di contenere il nervosismo.

Il marito alzò le spalle, del tutto disinteressato, mentre ad Hari si illuminò il volto.
"Sono d'accordo... frequenta la nostra stessa università e non ha per niente una buona reputazione".
Taehyung si limitò a ridere. Doveva stringere le mani fra loro per non tremare dalla rabbia.

"Eppure sembra così gentile!", esclamò la signora Lee.
"Beh... tende un po' a prendersi le cose altrui", continuò Hari, guardando eloquentemente Taehyung e parlando più a lui che alla madre, che aveva una faccia confusa.

Taehyung rise di nuovo. "È ridicolo".
"Il cameriere?", chiese la signora Lee, con espressione accigliata.
"Decisamente", rispose Hari, stavolta alla madre.
"Hari, tesoro, non capisco perché ne stiamo parlando... non mi interessa niente di quel ragazzo", s'intromise il signor Lee, tirando fuori il telefono.

"Invece dovrebbe", rispose Hari sorridendo, voltandosi di nuovo verso Taehyung.
"È lui il ragazzo con cui Tae si è... divertito".
I signori Lee la guardarono allibiti.

"Ecco a voi".
Jungkook era tornato con un vassoio e iniziò a poggiare i vari bicchieri davanti a ognuno, tutti che, immobili, seguivano ogni suo movimento.
Jungkook sembrò accorgersene: si guardò attorno, accigliandosi, per poi soffermarsi su Taehyung.

"Qualcosa non va?".
Il più grande si prese il viso fra le mani.
Il signor Lee tossì, prima di prendere parola. "Sì, in effetti sì".
Jungkook lo guardò confuso, per poi concentrarsi sul calice di vino che l'uomo aveva davanti. "Non va bene il vi-".
"Come ti chiami?".
Taehyung fu subito in piedi. "No! Non serve... Non, non rispondere. Io-".

Hari si accomodò sullo schienale, godendosi la scena di fronte a sé.
"Taehyung... che diamine!", la signora Lee era sbiancata per l'agitazione, ma Taehyung aveva gli occhi incollati su quelli strabuzzati di Jungkook.

"Che è successo tra voi? Che intendeva mia figlia?", lo sguardo del signor Lee si era fatto del tutto serio, quasi spietato, e si spostava tra i due ragazzi.
"Che-che... degrado! Ma cosa ti dice la testa!?", una smorfia disgustata contrasse il viso della signora Lee.

Jungkook era sconvolto, infuriato. E Taehyung sospettava che ne fosse principalmente lui la causa.
Doveva parlare, doveva salvare... qualcosa. Qualunque cosa... il suo rapporto con i signori Lee. Oppure... oppure quello con Jungkook.
Il cuore gli battè forte, temendo che ormai dovesse dire addio a tutto quello che si era creato fra lui e il corvino.
Si stava sgretolando davanti ai suoi occhi e lui stava semplicemente assistendo.
Doveva prendere una posizione, non poteva lasciare che ancora una volta gli altri vivessero al posto suo; doveva scegliere se essere coraggioso o no. Ma doveva scegliere lui.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora