Capitolo 28

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Jungkook venne svegliato di colpo dal suono della sveglia.
Aprì e chiuse gli occhi più volte, mentre elaborava il fastidioso formicolio che gli percorreva tutto il corpo. Era come se avesse perso la sensibilità di ogni arto.

Se ne rese conto con una punta di panico, prima che, abbassando lo sguardo, ne capisse il motivo: Taehyung dormiva completamente disteso su di lui, la guancia spiaccicata sul suo petto e la bocca schiusa, da cui minacciava di gocciolare una filo di bava.

Jungkook sorrise subito a quella vista, sforzandosi di allungare un braccio per spegnere la sveglia che aveva attivato la sera prima, così da poter andare da Doyun in tempo.
Subito dopo si erano addormentati vicini, lui con i vestiti puliti del più grande.
Come c'era finito Tae sopra di lui?

"Tae", sussurrò dolcemente Jungkook, cercando di svegliarlo.
Forse normalmente lo avrebbe svegliato più bruscamente, scrollandoselo di dosso o buttandolo giù dal letto, giusto per il gusto di vederlo arrabbiato.

Ma stava dormendo così dolcemente con quel viso gonfio, i capelli disordinati e le ciglia che carezzavano quelle guance morbide.
Jungkook strinse le braccia attorno a lui, sorridendo davanti a tutta quella tenerezza.

"Hyung, devo alzarmi", gli stampò tanti baci tra le ciocche nere.
"Andiamo Tae-".
"Taehyung". Una voce ovattata lo interruppe, seguita da un forte bussare.

"Taehyung, ho sentito la sveglia, posso entrare?", stavolta parlò più forte, al che Taehyung cominciò a muoversi, strofinando il viso assonnato sul petto di Jungkook.

Il corvino era rimasto pietrificato.
Doveva trattarsi del signor Kim.
Preso dal panico, si risvegliò dallo sgomento iniziale e prese Taehyung per le spalle, staccandolo da sé.

Sentì la maniglia abbassarsi in continuazione, e Jungkook ringraziò mentalmente il suo ragazzo per essere stato tanto paranoico da aver chiuso a chiave, la sera prima.

"Su, Taehyung, so che sei sveglio".
Finalmente il più grande aprì di scatto gli occhi, registrando in un secondo la faccia impanicata di Jungkook, sotto di sé, il continuo bussare alla porta e la voce del padre al di là di essa.

In un salto si staccò dal più piccolo, spingendolo verso il bordo del letto.
Jungkook sibilò all'aggressività dell'altro, che stava cercando di buttarlo giù dal materasso, sul pavimento.
Sentì una mano premere sulla sua bocca, per evitare che emettesse alcun suono.

"Ahia!", mugugnò, la voce ovattata contro il palmo di Taehyung.
Quest'ultimo si portò un indice alle labbra, mentre continuava a scalciare, facendo cadere Jungkook sul pavimento con un tonfo.
Lo seguì a ruota, spingendolo sotto il letto e ignorando lo sguardo assassino del più piccolo.

In due secondi fu alla porta, per aprirla al padre.
"Buongiorno, papà".
Il signor Kim gli rivolse uno sguardo spazientito. "Perché ci hai messo tanto?".
"Beh, io ero... ero nudo".
Si fissarono per qualche istante, prima che il padre si facesse spazio oltre la porta per entrare nella sua camera.

Si sedette sul divano, affianco all'albero di Natale.
"Taehyung, ti prego di non comprare della neve finta anche stavolta. Il mese scorso hai sporcato tutta la tua stanza...".
Taehyung gli fu subito accanto, uno sguardo colpevole e imbarazzato al ricordo di tutta quella polvere di polistirolo.
Si morse poi la lingua al pensiero che Jungkook stava ascoltando, e che doveva aver capito che la sera prima aveva mentito riguardo la canzone per Hari.
"Niente neve", acconsentì brevemente.

Rimasero ancora in silenzio, entrambi che guardavano davanti a sé.
"Allora, cosa... cosa volevi dirmi?".
Il signor Kim accavallò le gambe, rimanendo composto ed elegante anche con addosso il pigiama e le ciabatte.

A million little reasons • TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora