2. A modo mio

149 15 27
                                    

Io non sono eccentrico. È solo che sono più vivo

della maggior parte delle persone.

Sono un'impopolare anguilla elettrica

in uno stagno di pesci rossi.
Edith Sitwell

James

Buon giorno, buona sera o buon pomeriggio; non so, dipende da quando leggerete le mie perle di vita. Mi piace presentarmi sempre in grande stile a un pubblico molto curioso, soprattutto se fra di voi ci sono delle giovani donzelle.

Chiedo scusa ai giovanotti che non vengono presi molto in considerazione, sono attratto dalle leggiadre farfalle piuttosto che dai bruchi. Sì, lo so, ora starete già criticando la mia ignoranza. Abbiate pazienza, non sono colto come Christian.

Mi piace il paragone tra le forme, se aprite la mente, capirete che ha senso quello che dico, oppure no. Dipende sempre dai punti di vista. Non perdiamoci in banali affermazioni, non è questo il reale motivo per cui siete qui, giusto? Dite la verità, volete sapere di più.

Mi stavo osservando un attimo allo specchio, devo dire che il mio sviluppo non è stato niente male, mia madre è stata una grande artista. Guarda che occhi e che pettorali! Ho dei muscoli lavorati in modo maniacale, affinché le graziose libellule, quando restano in mia compagnia, possano toccare una superficie molto invitante.

Lo so, avete ragione, non dovrei vantarmi. Ma se la merce è buona, bisogna per forza piazzarla sul mercato. E ho notato che nessuno rifiuta; anche le più difficili, basta solo saper toccare i punti giusti. Giocare su forme interessanti e il cervello collassa alle sensazioni che il corpo necessita.

Siate oneste con voi stesse, chi non cede a determinate attenzioni? Con me non serve il pudore, se voglio vi faccio dimenticare anche come vi chiamate. Non so quali domande volete pormi, però posso partire dal principio. Mi chiamo James Parker, ma questo già lo sapete.

Sono nato l'otto novembre dell'ottantanove, in una piccola cittadina alle periferie della grande Durham, in Nord Carolina, anche se i miei genitori hanno origini inglesi. Già alla tenera età di sette anni, mi portavano in giro per musei perché il loro obiettivo era quello di acculturami.

Creare nel mio intelletto qualcosa che andasse ben oltre uno stupido pallone, ma ho sempre odiato i musei o le mostre d'arte, li trovo pallosi. Non so cosa ci trova la gente a osservare oggetti immobili, io preferisco i corpi in movimento. E soprattutto, è più divertente usare quello femminile come una tela.

Dipingere le forme diventa molto stimolante. Se poi anche loro prendono in mano il pennello, probabilmente l'opera diventa un connubio di divertimento ed erotismo. I miei genitori hanno sempre preteso troppo da me, in fondo sono due medici.

Certo, li ho presi sempre per il culo facendogli credere di essere interessato ai loro discorsi pallosi, ma in realtà mi estranio nella mia bolla. Quindi mentirei che siano riusciti a far insinuare la cultura nella mia testa, sono costantemente attratto da altro.

Un giorno, quando andammo ad Asheville in uno dei posti più culturali della zona, entrammo in un luogo dove erano state poste delle statue greche. Sbuffavo già, consapevole che mi sarei annoiato a morte. Allora, mi venne una brillante idea: appena mi accorsi che i miei genitori si erano distratti, scappai via correndo tra i corridoi del museo.

In quel momento non badai alle conseguenze del mio gesto, volevo solo divertirmi. Iniziai a sfrecciare a slalom tra le persone, urtai contro una vecchia che mi rimproverò per la mia insolenza. Scoppiai a riderle in faccia facendole la linguaccia, lei, sbigottita, si portò una mano sulla bocca. Ma cosa vuole da me, pensasse alle sue colleghe mummie.

Dark LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora