7. Un cenno di normalità

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Nessun rapporto è una perdita di tempo:

se non ti ha dato quello che cercavi,

ti ha insegnato di cosa hai bisogno.

Charles Bukowski

Jessica

Luglio 2019

Dopo il ritorno di mia sorella, avvenuto nel mese di aprile, la quotidianità ha cominciato a farsi spazio nella nostra vita. Ultimamente, però, mi rendo conto che qualcosa in lei non va. È sempre distaccata, come se lottasse contro sé stessa.

Ho provato a instaurare un dialogo con lei, ma non riesco a trovare un varco. Esce più del solito e, sono certa che non sia con Thomas. Di solito, lui viene a prenderla con l'auto davanti al cancello di casa; adesso è sempre alla ricerca di passaggi o si muove con i mezzi pubblici.

Una volta, preoccupata dal suo comportamento, ho tentato di darle la disponibilità ad accompagnarla con la mia macchina, ma ha rifiutato rifilandomi la scusa che si era già organizzata.

Inoltre, non mi dice mai dove va, mi chiede soltanto di avere pazienza e, quando sarà il momento giusto, mi rivelerà tutto. Addirittura vuole che io stia calma; onestamente come faccio? Taylor è la mia sorellona, non riesco a trovare pace sapendo che mente in continuazione.

Dall'incidente non è più la stessa e inizio ad averne timore. Anche il rapporto con il suo ragazzo si è incrinato tantissimo, così, negli ultimi tempi, un certo istinto omicida riverbera nel mio animo.

'Dannazione, Thomas sei un idiota!'

Ma se con lui litiga, con chi esce allora? Sono mesi che mi torturo con quest'enigma e, se volessi, saprei già di chi si tratta. Mi basterebbe recuperare il suo diario e leggerlo, annota tutto lì da quando è morta la nonna.

Questo è il suo metodo per scaricare ogni emozione negativa. Non mi permetto a sfogliare quelle pagine, deve essere Taylor ad aprirsi con me; odio quando invadono la mia privacy, figuriamoci se agisco contro qualcosa che mi dà fastidio.

Spero solo che non abbia incontrato qualcuno che la stia prendendo in giro, è molto ingenua sotto quest'aspetto. Non si sente compresa da Thomas, così è più facile cadere nelle braccia di qualcuno che finge di capirla.

Mio padre si è reso conto del suo modo strano di agire e, dopo tanti anni, ho assistito a un loro litigio. Si sono detti cose assurde che non credevo capaci di sentire, soprattutto della bocca di Taylor.

'Perchè mi nascondi cosa combini, Taylor? Io sono in ansia, maledizione!'

'Tu non puoi capire papà, fatti da parte'.

'Lo farei se ti aprissi. Ti prego, dimmi cosa succede. Se è un tuo modo per superare quello che ti è successo, lasciati aiutare.'

'Non sei capace di aiutare nessuno, ho trovato la mia pace, lasciamela vivere.'

Quel discorso trasforma il volto di nostro padre, adombrato di una tristezza per la sua incapacità di sostenere Taylor. Mi sono sentita uno schifo, lui non merita queste parole. Non è semplice stare dietro a due ragazze problematiche.

Vorrei insistere nel parlare con lei, anche a costo di farmi odiare. Però, ultimamente, i miei mal di testa sono più frequenti e le energie vacillano. Non lo dico mai ai miei genitori per non preoccuparli, non adesso; hanno già lei che non sta bene.

Quindi, in silenzio, seguo la terapia che mi è stata prescritta dal dottor Cavill, anche se mi sembra di essere all'interno di un tunnel senza una via d'uscita, ho come la sensazione di star peggiorando. Il mio desiderio più grande sarebbe quello che, in futuro, smettessi di prendere farmaci.

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