14. Fiducia

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La fiducia, come l'arte,

non viene mai dall'avere tutte le risposte,

ma dall'essere aperta a tutte le domande.

Earl Grey Stevens

Ottobre 2019

Jessica

Non posso credere di aver accettato l'uscita con James, quella sera stava diventando tutto troppo imbarazzante così ho pensato che l'unico modo per allontanarlo era dirgli di sì. Sono stata davvero intelligente, ora mi toccherà sopportarlo.

Potrei fargli credere che io vada alla sua insignificante uscita e non presentarmi, tuttavia non me la sento di comportarmi come una vera stronza. Lo meriterebbe, non è stato semplice in questi ultimi mesi, ovunque io andassi sentivo la sua presenza seguirmi come un'ombra silenziosa.

Se solo fosse una persona più pacata, potrei trovare la serata anche piacevole. James è una bomba a orologeria pronta a esplodere allo scadere del tempo, quel classico uomo a cui tutto è concesso; strappa i cuori delle donne e poi li butta nel cestino della spazzatura. Io non voglio un altro idiota lungo il mio cammino, preferisco la tranquillità che mi trasmette Nathan, anche se non so se lo amo davvero.

Dentro di me ogni sensazione è avvolta dalla confusione, sono combattuta tra lasciarmi andare e tirare il freno. Ho la costante paura che possano spezzarmi un'altra volta. Distruggere quella pace interiore che tento di raggiungere dopo che Alex mi ha abbandonata gettandomi addosso tutte le colpe.

Se ripercorro la sera in cui James mi ha chiesto di dargli una possibilità, devo ammettere che mi sono un pò incuriosita. Non voglio conoscerlo ma vedere cosa si inventerà questa volta, sono sicura che ne combinerà un'altra delle sue, così troverò il pretesto per chiudere i rapporti.

Il problema principale è incastrare il nostro incontro senza che le altre persone sospettino qualcosa, così ho atteso quasi due settimane. Il povero James soffrirà, chi se ne frega. A me non interessa nulla di lui.

'Sei sicura ragazzina?'

Ignoro quella voce che si diverte a tormentarmi nei momenti in cui sono in difficoltà. Scopro presto che Nathan partirà con il primario per una conferenza a Chicago, è l'unica occasione che posso sfruttare. Mi sento come se lo stessi tradendo, però sono certa che mi ringrazierà. Spero di riuscire a placare gli animi tra lui e James.

Se James comprenderà che con me non ci sono possibilità, la smetterà con questa stupida rivalità. Ieri, dopo avermi martellato l'intera giornata con mille paranoie, ho recuperato il tovagliolo nascosto nel cassetto della biancheria intima, quello sul quale mi aveva lasciato il suo numero e l'ho chiamato. Per fortuna l'ho beccato in una giornata impegnativa, ci siamo dati appuntamento per la sera senza troppi giri di parole.

Dal tono di voce non mi sembrava molto entusiasta della mia comparsa dopo un pò di tempo. Non si è comportato nemmeno con il suo solito modo spavaldo e invadente. Non so se sia un bene o un male, lo scoprirò presto.

Gli ho chiesto di vederci in un localino molto bello vicino il Baver Lake, quando è giunta la sua risposta affermativa, mi ha obbligato ad attenderlo a casa. Avrei voluto distruggere la sua insensata superiorità nei miei confronti, solo che ha riattaccato subito.

Partiamo già male, molto male. Il suo atteggiamento è irritante, mostra la sua costante e fastidiosa capacità di ribaltare le situazioni a suo favore. Sospiro, sono diventata nervosa. Così, arrabbiata con James, decido di coprirmi il più possibile, non ho la minima intenzione di indurlo a deviare i suoi pensieri già perversi di natura.

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