16. Gelosia

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Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
Roland Barthes

James

Ottobre 2019

Se mi chiedessero cosa mi sta succedendo ultimamente, direi che non ci sto capendo un cazzo. Dentro di me anelano delle sensazioni strane, provo un connubio di emozioni difficili da gestire. L'ho baciata, dannazione se ne avevo una terribile voglia; quella ragazzina continua a essere al centro del mio interesse, ciò che mi infastidisce è non capirne il motivo. 

Il suo continuo rifiuto dovrebbe annoiarmi, potrei benissimo recarmi in un qualsiasi pub e divertirmi con chiunque, eppure voglio lei. Desidero abbattere quella barriera di diffidenza e, anche se lei non ci crede, ho bisogno che conosca il vero James. 

Quel bambino sorridente dagli occhi pieni di speranza è ancora lì, urla dalla disperazione; vuole uscire dalla prigione in cui l'ho gettato; lei potrebbe essere quella chiave. L'armonia di una stabilità che ho perso da tanti anni; non ho mai permesso alla felicità di poter far parte della mia vita; con Jessica sento che è possibile. 

Maledizione, mi sento un emerito idiota. Sto diventando un patetico romantico, non posso credere a ciò che sto per dire: Christian aveva ragione. Ci sono sensazioni che non si riescono a capire fino a quando i brividi scompigliano la propria essenza e fanno risorgere il cuore di un animo macchiato dallo smarrimento. 

Jessica ha dento di sé qualcosa che rispecchio in me, aiutarla durante quel suo crollo psicologico è stato un atto che non pensavo di esserne capace. Sta lottando contro qualcosa che voglio uccidere con le mie mani. 

Quando le ho detto quelle affermazioni l'ultima sera che siamo usciti, ho realizzato di aver compiuto un passo avventato; anche invitarla a New York potrebbe incasinare tutto. Non sono innamorato, non lo sono stato mai, che sia ben chiaro. Se fossimo soli in una stanza, non so se la mia dolcezza o delicatezza prevarrebbe; il mio amichetto ha bisogno di sfogarsi, lo sto tenendo troppo segregato. 

Proverò a comportami in modo decente ma non garantirò nulla. Magari anche lei muore dalla voglia di provarci, lo nasconde perchè tenta di essere fedele a quel damerino di Nathan; vedremo quanto resisterà se lascio fuoriuscire quella parte di me che manda in crisi ogni donna. Ho sempre qualche giochetto con me, le urla di piacere diventano melodie inebrianti per le mie orecchie. 

Mi piacerebbe vedere la faccia di Nathan in questo momento, sentirlo rodere dalla gelosia; quel coglione non dovrebbe nemmeno avvicinarsi a lei. Non la sa gestire, sono sicuro che non è nemmeno in grado di farla godere come si deve. Quelle sue manine delicate sono troppo inesperte; il corpo di una fanciulla va venerato e accarezzato nei giusti punti. 

I miei mille pensieri mi stanno torturando mentre sono in aeroporto che aspetto l'arrivo di Jessica. Le avevo proposto di recarmi in macchina per prenderla a casa ma si è rifiutata. Mi ha detto che non siamo una coppia, non ho il diritto di presentarmi alla sua porta. Ragazzina cocciuta, a me non frega nulla di queste sottigliezze, sto partendo per un viaggio di lavoro e non per una vacanza. 

Volevo evitare soltanto che ci trovassimo in una situazione del genere: in tremendo ritardo. Se a breve non appare, la lascio qui. Odio aspettare, mi rende terribilmente nervoso. Mi osservo intorno alla ricerca della biondina, l'aeroporto è pieno di gente; ci sono tante persone pronte a partire con la valigia alla mano che si apprestano a salutare i loro cari e fuggono verso il gate. 

Una ragazzina di circa dodici anni con in mano una borsetta a forma di cuore rosa mi saluta; ha delle treccine rosse e un vestito blu con delle rose rosse. Le rivolgo un occhiolino e lei mi ricambia con la linguaccia. Sento suo padre, un uomo dai capelli biondi e ricci con un fisico atletico, ammonirla facendola sentire fuori luogo, scoppia a piangere. Quel suo atteggiamento da superiore mi colpisce, mi porta alla mente uno dei terribili momenti con mio padre. Quelle mani ricoperte dai lividi a causa dei continui colpi della sua cintura. Lo odio, cazzo se lo odio. 

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