EPILOGO - E se non esistesse il lieto fine?

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James

Tre mesi dopo...

E ho mantenuto quella promessa. Ho cercato di mettere da parte ogni rancore, così non appena Jessica è guarita, abbiamo organizzato quella cena che lei mi ha chiesto. Ci saranno tutti, compreso l'uomo che mi ha spezzato in due: Dean Parker.

Ho scelto una strada complicata da imboccare, tentare di riallacciare un rapporto che, anche solo il pensiero, ritenevo impossibile da accettare.

Ora mi trovo a casa della mia ragazza, intento controvoglia a eseguire i suoi ordini. Potrebbe diventare un ottimo generale dei marines per l'immenso impegno che ci mette nel spiegarmi come devo posizionare le posate sul tavolo. Le lancio delle occhiatacce ma Jessica prosegue senza sosta. Taylor è in cucina. Lei è impegnata insieme a suo marito a preparare un delizioso pranzetto a base di pesce. Henry, invece, è andato a comprare un vassoio di dolci.

‹‹Dai James, mancano i bicchieri.››

La osservo accigliato. ‹‹Biondina, stai diventando pesante.››

‹‹Non è colpa mia. Non mi fate muovere un muscolo. Mi ritenete delicata come un vaso di porcellana.››

‹‹Io non l'ho mai pensato!›› mi difendo.

‹‹Gli ordini di papà non si discutono.›› Mi fa una linguaccia.

Roteo gli occhi ma la smetto di discutere. Vado in cucina e ritrovo Taylor che mescola un composto all'interno della pentola mentre Christian l'abbraccia da dietro e le tocca il pancione.

Cresce a vista d'occhio, in fondo è arrivata al settimo mese di gravidanza. Ciò che più mi rallegra è vedere Christian felice e spensierato dopo tanto tempo. Il mio amico è quello che più lo merita e Hope potrà essere il loro prezioso gioiellino da custodire con cura. Mi schiarisco la voce.

‹‹Potrei sentirmi male con tutto questo zucchero.›› Gli dico per attirare la loro attenzione.

‹‹Vuoi sentirla?›› Mi dice chiede Christian. ‹‹Sta scalciando.››

‹‹Oh...›› sorrido. ‹‹Va bene.››

Mi avvicino a loro, Taylor prende la mia mano e la posa sulla sua pancia. Comincio a sentire dei piccoli colpetti e, senza volere, sussulto. I suoi genitori sorridono e il mio cuore inizia a battermi forte. Il campanello suona, qualcuno deve essere arrivato. Non faccio in tempo ad accorgermene che Jessica mi chiama dall'altra stanza per andare ad aprire. Christian scoppia ridere dicendomi che ormai anche io sono legato con delle catene.

'Simpatico, decisamente simpatico.'

Recupero i bicchieri dalla credenza vicino ai fornelli della cucina e li porto nel soggiorno. Li poggio sul tavolo per poi andare ad aprire agli ospiti. Giro la chiave e, appena spalanco la porta, vedo comparire Nathan davanti a me. Ha in mano un mazzo di rose blu avvolte in un velo dello stesso colore. Lo squadro ma cerco di ricordare a me stesso di non iniziare nessun litigo. Non devo far riemergere la mia gelosia. È pericolosa.

‹‹Ciao James. Sono in ritardo per caso?››

‹‹Ciao, no.›› Mi sposto per farlo passare e lo vedo avvicinarsi a Jessica e darle quelle rose.

'Mi devo calmare, maledizione.'

Sto per chiudere il portone quando vedo comparire anche mio fratello insieme a un bambino. Non posso crederci, è lo stesso che ho incontrato in ospedale. Lo osservo in cerca di una spiegazione.

‹‹Questo è John›› mi dice. ‹‹Mio figlio.››

Sgrano gli occhi dallo stupore. ‹‹Che cosa?››

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