10. Giocattolo rotto

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Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi: si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza, aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo.
Luciano Ligabue

Jessica

Luglio 2019

A quante di voi è capitato di essere in fibrillazione per l'invito a cena da parte di un ragazzo speciale? Immagino a tutte, solo poche sanno gestire quel momento senza sembrare goffe.

Per me ogni uscita è sempre stata strana, non so mai come potrebbe evolversi. In fondo ho incontrato individui strani, invece con Nathan è diverso e mi sento più nervosa del solito. Lui riesce a darmi sostegno senza pretese. Il suo aiuto è di vitale importanza, sto imparando ad aprirmi di più e a ignorare le mie insicurezze.

L'ansia di non essere adeguata cerca sempre di sotterrarmi e, certe volte, percepisco di perdere quella forza apparente che mostro davanti agli altri. Al diavolo, oggi voglio solo godermi il nostro incontro e lasciarmi dietro ogni pippa mentale.

Ho notato che, quando sono in sua compagnia, si alleggerisce l'anima dai tormenti, percepisco riaccendersi l'allegria e la speranza che avevo dentro di me, prima che il dottor Cavill mi desse la diagnosi definitiva circa tre anni fa.

Con Nathan sto imparando a volermi un po' più bene, è difficile che mi lasci sola se vede che ho uno dei miei momenti. Anche se passa il tempo, ci sono giorni in cui alcune fitte diventano invalidanti e cado nello sconforto. Così afferro il cellulare e lo chiamo. A volte anche in piena notte, mi risponde sempre.

In molte occasioni resisto, mi sembra di essere un continuo lamento ma a lui non interessa, mi dice che sono speciale e merito di avere le attenzioni che credo di non meritare. Ha un cuore immenso, è come se cercasse di staccare un frammento del suo per incastrarlo in una delle crepe del mio.

Non so ancora cosa provo davvero per lui, è qualcosa di nuovo e, lasciarlo entrare completamente, mi spaventa in un modo che non so spiegare. Al momento so soltanto che mi fa stare bene e questo mi basta. Se la nostra relazione diventerà qualcosa di importante, lo mostrerà il tempo. Forse è meglio non pretendere così da evitare di rimanere delusi.

Le due settimane appena trascorse sono state difficili, la malattia di merda si diverte a torturarmi ogni maledetto giorno. Solo quando cala il sole mi permette di uscire di più, la luce forte mi dà fastidio agli occhi e il calore delle giornate mi stanca tantissimo.

Ma ho giurato a me stessa che, fino a quando ne avrò le forze, non mi perderò più nessun momento di divertimento. Non importa che il giorno dopo sono distrutta, ne vale sempre la pena. Ho solo una vita e voglio viverla a pieno.

Sono in camera che provo a rovistare tra i vestiti in cerca di qualcosa da indossare mentre il mio sguardo cade sull'invito che mi è arrivato questa mattina. La delicatezza di quelle parole mi ha davvero sciolta come lo zucchero e trasformata in un caramello croccante. Afferro il bigliettino in mano e lo rileggo:

"Ciao dolcezza,

ho pensato di organizzare una cosa carina per parlare un po'. Sai quando sei nervosa non mi piace, cerchiamo di recuperare, ti va? Spero di vederti stasera allo Freddie's Restaurante, non te ne pentirai. Ti aspetterò per le 21.00. A presto."

Nathan ha ragione, ultimamente il mio nervosismo esplode facilmente. Magari gli avrò detto qualcosa di offensivo senza rendermene conto, cercherò di scusarmi.

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