28. Rivelazioni

79 12 11
                                    

James

Settembre 2022

Esco dalla porta della sua maledetta stanza con i nervi a fior di pelle, tutti mi definiscono impazzito. Ero preoccupato perchè credevo che fossi stato il responsabile del suo malessere, dopo che ieri mi ha visto con quella donna. Io non posso credere che Jessica abbia dubitato anche per un solo istante della mia lealtà. 

Da quando la frequento ho fatto di tutto pur di comportarmi bene, soprattutto da quando mi sento costantemente sotto il mirino di suo padre. Sono cambiato per lei, non più ho toccato un'altra ragazza, mai. Neanche quei giorni in cui ho quella irrefrenabile voglia di sfogarmi e, per me, è qualcosa difficile da gestire. Mi sono sempre divertito senza badare a niente. 

'Sono stanco, cazzo se lo sono.'

E poi da quando ha riallacciato i rapporti con quel damerino? Mi aveva detto che non si sentivano più e ora me la ritrovo tra le sue braccia. Avevo accettato quell'idiota come collega perchè era stato lui stesso a voler abbassare l'ascia di guerra. Sono stato un incauto, non posso fidarmi di nessuno. 

'Bugiardo, bugiardi entrambi.'

Il sangue dentro le mie vene ribolle, percepisco le tempie pulsare e i muscoli tremarmi dalla rabbia. Non riesco a digerire la sensazione di delusione che si diverte a prendere a calci le mie interiora. Percorro il corridoio scontrandomi con chiunque si trova davanti a me, cammino con la testa bassa e le mani nelle tasche. Sollevo lo sguardo e, in fondo al corridoio, mi accorgo che Christian mi sta raggiungendo. Ha quell'espressione preoccupata e sono stanco di sentirmi un oggetto rotto. 

Più cerco di allontanare quella sensazione che mi ha sempre accompagnato durante tutta la mia vita e più si diverte a tormentarmi. Non voglio parlare neanche con lui così non appena vedo l'ascesore, fuggo lì per raggungere il terzo piano. Recupero il cellulare dalla tasca e vedo che sono quasi le quattro del pomeriggio; ho quel maledetto incontro e già so che quando uscirò da quell'ufficio mi sentirò peggio di adesso. 

Arrivo al piano e mentre arrivo alla porta di mio padre, sento crescere dentro di me una sensazione nuova. Sudo freddo, prendo uno respiro profondo ed entro senza bussare. In fondo alla stanza è seduto mio padre con in mano delle carte, quando si rende conto di essere stato interrotto, solleva lo sguardo e le poggia sul tavolo. Mi squadra con la sua solita aria di arroganza, io mi chiedo se lui ha un briciolo di umanità o l'ha barattata per diventare uno spietato uomo che punta solo ai profitti. Non ricordo un giorno in cui mi sono sentito bene in sua presenza, nella mia testa tornano sempre le stesse scene: lui arrabbiato e io che le prendevo senza saperne il motivo. 

‹‹Dove si trova?›› chiedo chiudendo la porta alle mie spalle.

‹‹Siediti.››

‹‹Ti ho fatto una domanda.››

‹‹Sta arrivando.›› Lo dice come se fosse una cosa normale e ciò mi fa provare un senso di ribrezzo nei suoi confronti. 

Mi avvicino alla sua scrivania e gli punto il dito contro. Lui solleva lo sguardo senza mostra la minima esitazione. ‹‹Perchè sono stato all'oscuro per tutto questo tempo? Cosa nascondi?››

‹‹Non sono io a dovertelo dire ma lui.››

‹‹Maledizione!›› tiro un pugno sulla scrivania. Lui allunga la mano poggiandola sulla mia. La sensazione di ribrezzo che percepisco mi contorce lo stomaco. Allontano immediatamente la mano. Gli dò le spalle e cerco di respirare profondamente. 

‹‹James...›› lo sento sospirare. ‹‹Sono stato severo con te perchè speravo che capissi quanto il mondo la fuori è crudele.›› Mi volto restando allibito. ‹‹Io non volevo assumere la parte di un uomo cinico.››

Dark LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora