23. Messaggi

86 11 16
                                    

James

Novembre 2019

Non so cosa diavolo mi sta succedendo in quest'ultimo periodo. Eppure, ieri sono accadute così tante cose che a stento riesco a metabolizzarle. Volevo che la biondina sparisse dalla mia vita, la sua sceneggiata davanti a tutti mi ha fatto perdere le staffe. Si è spinta talmente oltre che ho pensato di commettere un enorme sbaglio a legarmi a quella ragazzina. Nonostate tutto è bastato sentirmi dire che mi ama per abbattere tutte le mie convinzioni.

'Cosa mi hai fatto, biondina?'

Così ieri sera sono riuscito a perdonarla, proprio io che non so neanche cosa sia il perdono. Ho sempre vissuto nella rabbia e nel dolore da dimenticare le persone che realmente tengono a me. Lei potrebbe essere una di quelle. 

Mi sento strano, sopraffatto dalla situazione, ho bisogno di staccare la spina. Prima di tornare a casa passerò dall'ufficio di Chris e cercherò di convincerlo a trascorrere una serata fuori. Da quando ho iniziato a provare qualcosa, non riesco a chiamare una delle tante donne che mi stanno intorno, è come se quello stile di vita di prima non facesse più parte delle mie priorità.  

'Sono messo male, cavolo.'

Concludo il mio giro di visite e, uscendo dalla stanza di un paziente, incrocio mio padre. Cerco di evitarlo, non ho la minima intenzione di affrontare un discorso con lui. Dopo che mi ha fatto la ramazina nel suo ufficio, mi tiene d'occhio. Avrei potuto difendermi ieri ma ho subito restando in silenzio. Anche se ero arrabbiato con Jessica, non volevo che uscisse la verità su di noi. La gente parlerebbe, non potrebbe capire, soprattutto mio padre. David mi ferma prendendomi da un braccio. Lo allontano subito, odio che le sue mani mi tocchino. 

‹‹Non farmene pentire, è l'ultima volta che ti copro le spalle.››

 ‹‹Lo so›› rispondo freddo e distaccato.

‹‹Ho visto che ha chiesto di non seguire più il caso di quella ragazza, perchè?›› 

‹‹Il primario è specializzato in quel settore, non io.››

 ‹‹James... mmm... non mi piace che lasci le cose a metà. Non è così che ti ho insegnato a essere.››

Stringo i pugni ma non proseguo la discussione, so che potrei reagire male nell'ascoltare le sue parternali. Gli volto le spalle e proseguo per la mia strada. Ogni volta che parlo con quella bestia di uomo, vorrei prendergli la faccia e spiaccicarla contro il muro. 

All'improvviso mi ricordo di dover recuperare una cartella clinica di un vecchio caso per confrontarla con uno simile che sto seguendo così vado in archivio. Salgo all'ultimo piano – esattamente il sesto- e mi avvio verso la porta, sento dei rumori provenire dall'interno. Non ci faccio caso, raggiungo lo scaffale con la cartella che mi serve, alzo il braccio per recuperarla quando sento qualcuno che mi chiama. Mi volto nella direzione di quella voce. Metto la cartella sotto il braccio. 

‹‹Dobbiamo parlare›› dice Harrison.

‹‹Harrison non abbiamo niente di cui parlare.›› Gli volto le spalle e mi dirigo verso l'uscita.

‹‹Mi dispiace per tutto. Noi due abbiamo iniziato male, non voglio più continuare questa stupida rivalità.›› 

Mi fermo a metà strada tra la porta e lui, incredulo di ciò che le mie orecchie hanno appena sentito. Mi giro verso di lui.

‹‹Credo di non aver capito bene.››

Nathan sospira e si avvicina a me. ‹‹Ci sono cose più importanti del cuore di Jessica. Non posso dire che non la amo, ma credo che la sua protezione sia la priorità.›› 

Dark LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora