Una volta tornati nella loro stanza del dormitorio, Bokuto si mise all'opera prendendo un kit di pronto soccorso da uno dei cassetti della scrivania, tirandone fuori lo spray antibatterico e alcune bende. Keiji si sedette sulla sedia vicina e lasciò che il lupo si occupasse delle sue braccia graffiate. Fu sorprendentemente delicato: prendeva un braccio alla volta per pulire, spruzzare e bendare. Durante tutto il procedimento, Bokuto sembrava rimpicciolirsi su se stesso, come se stesse cercando di apparire più piccolo e non minaccioso. Il suo odore cominciò a cambiare di nuovo, dalla preoccupazione alla... tristezza.
«Scusa», disse Keiji, rompendo la tensione del silenzio e sperando di far sentire un po' meglio Bokuto. «Non sarei dovuto andare da solo. Ho solo pensato...»
«Dovevo venire anch'io», Bokuto abbassò gli occhi. Sembrava... devastato. L'adrenalina della lotta era svanita e il suo odore era totalmente carico di sconforto. «Mi... mi dispiace, Akashi. Se fossi stato lì, non si sarebbe nemmeno avvicinato a te. Non avrei...»
«Non è colpa tua», insistette Keiji.
«Ma..., sono rimasto indietro quando non avrei dovuto. Io...»
«Non avrei voluto che mi seguissi», disse Keiji con onestà. «Probabilmente mi sarei offeso. Ma ora...»
Le cose erano cambiate. Keiji si rese conto che l'università non era un'oasi d'integrazione come invece credeva. I carnivori erano ancora carnivori, i predatori erano sempre predatori. Tremò, ricordando quanto fosse stato facile per quel cane uscire dall'ombra e strattonarlo per l'orecchio. Forse c'era un fondo di verità nell'angoscia di sua madre. Ma non tutti i carnivori erano così grossolani. Tetsurō Kuroo era piuttosto docile, sebbene fosse accoppiato. Koutarou Bokuto era diverso. Keiji credeva che non lo avrebbe mai costretto o ferito in alcun modo.
L'espressione di Bokuto non cambiò. La sua coda pendeva bassa e le orecchie erano cadenti. Tutto in lui era pervaso da una tristezza che Keiji stesso non aveva mai visto nel lupo prima d'ora. Persino il suo profumo era gravato dall'amarezza.
«Cattivo Alpha, pessimo Alpha, Apha spaventoso...», cominciò a borbottare tra sé e sé.
«Già, quel ragazzo era un Alpha cattivo e spaventoso», concordò Keiji. «Ma sei arrivato tu, quindi va tutto bene.»
«No, non... quel ragazzo...», Bokuto guardò Keiji, confuso. La sua testa si chinò, depressa, e fissò intensamente il terreno. «Non dovevo lasciarti solo... non avrei mai voluto che mi vedessi così... sono... sono coperto di sangue, Akaashi.»
Bokuto si stava considerando un cattivo Alpha? Keiji scosse la testa.
«Se non fosse stato per te, mi avrebbe davvero portato via. Sono realmente felice che tu sia venuto. Veramente. Sono in debito con te.»
«Non mi devi nulla», ribatté. «Dovrei tenerti al sicuro e renderti felice, invece tutto quello che ho fatto è stato metterti in pericolo.»
«Non devi fare nulla di tutto ciò. E sto bene, davvero, grazie a te.»
Bokuto lo stava nuovamente guardando, ma Keiji poté vedere una lotta nei suoi occhi. Come se, nella sua mente, due pensieri contrastanti si stessero scontrando.
«Io ho... ho bisogno di vegliare su di te.»
«No, non devi farlo.» Keiji cercò di fargli capire la logica della situazione, nella speranza che ciò potesse aiutarlo a placare il suo evidente stato di panico. «Non sono il tuo Omega o qualcosa del genere.»
«Non il mio... Omega...», ripeté lui lentamente, elaborando le parole. I suoi occhi erano di nuovo fissi sul pavimento e Keiji lo percepì. Era mentalmente troppo distante per ascoltare davvero la ragione. «Giusto...», sussurrò infine.
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Imprinted (BokuAka)
FanfictionKeiji Akaashi, un coniglietto ibrido, intraprende una nuova avventura alla Musubi University. Essendo un ibrido di preda Omega, è una vera rarità al campus, ma è determinato a iniziare il suo percorso nel miglior modo possibile. Quando i suoi occhi...