Capitolo 13

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Quando Kenma, Kuroo, Bokuto e Keiji arrivarono, la sede della Johzenji era semplicemente un luogo caotico e disastrato. La vecchia Queen Anne era decorata con vernice scrostata, luci da festa e finestre incrinate, con il cortile anteriore disseminato di lattine e studenti universitari ubriachi che barcollavano. Già dall'esterno si poteva sentire un basso martellante, un'anteprima del livello di volume della musica, nonché un classico per qualsiasi festa universitaria che si rispetti.
Il loro piccolo gruppo attraversò veri e propri detriti per entrare, facendo apparire il posto ancora più disastroso.
All'interno, folle di studenti si accalcavano nell'ampio spazio dell'ingresso principale, attraversavano poi l'arcata e si riversavano nella zona soggiorno priva di arredamento. Una serie di doppie porte conduceva alla cucina, dov'erano stati posizionati grandi secchi pieni di ghiaccio e birra. Tutti si servirono da bere incluso Keiji, il quale prese una bevanda principalmente per avere qualcosa tra le mani.

Dietro l'angolo, c'era un'altra stanza piena di ragazzi che ballavano. Enormi stereo e amplificatori erano stati fissati alle pareti, trasmettendo musica a tutto volume, con bassi talmente pesanti da coprire quasi del tutto la voce del rapper.

«Kuroo, non pensarci nemmeno, non sono ancora abbastanza ubriaco per ballare», lo rimproverò Kenma, afferrando Kuroo per la manica e trascinandolo verso un lato più tranquillo della casa. Keiji e Bokuto li seguirono ridacchiando.

«Kenma! Sei un ballerino così bravo!» implorò Kuroo. «Voglio vedere quei bei fianchi muoversi.»

«Nemmeno per sogno, Kuroo», rispose Kenma in tono piatto.

«Dategli altri due drink e mi trascinerà su quella pista da ballo», sussurrò Kuroo, chinandosi tra Bokuto e Akaashi.

Keiji ascoltava distrattamente le loro chiacchiere mentre osservava la stanza. Non c'erano altri ibridi di preda in giro, il che lo faceva sentire enormemente fuori luogo. Era uscito dal bar un po' brillo, ma continuava a sorseggiare il suo drink nella speranza di calmare i nervi. Keiji sapeva di essere osservato, braccato come... beh, una preda.

Kenma gli gettò un braccio attorno alle spalle, fece una linguaccia in direzione degli Alpha e li condusse in un angolo più appartato della stanza, vicino alle finestre anteriori.

«Stai bene?» chiese Kenma, guardandolo negli occhi. «Possiamo andarcene se vuoi. Mi sembri un po' nervoso.»

«No, sto bene... ci sono più persone di quanto pensassi», sorrise con sforzo.

Sperava che il suo odore non fosse così evidente. C'era qualcosa di inquietante nell'avere così tanti occhi puntati su di lui.

Si voltarono verso gli Alpha che sembravano intenti a discutere su qualcosa. Kuroo arruffò i capelli di Bokuto, che gli allontanò bruscamente la mano, con le guance arrossate. Sicuramente, la pantera lo stava prendendo in giro per qualche motivo.

Kenma abbassò lo sguardo sul bicchiere quasi vuoto di Keiji e alzò un sopracciglio.
«Hai bisogno di un altro drink?»

Keiji non si era reso conto di averlo già finito. Fece un cenno con la testa e sorrise rilassato. «Per sopravvivere a questa festa? Ne avrò bisogno di altri dieci.»

«Io lo stesso. Prendo Kuroo e andiamo a prendere altri drinks.»

«D'accordo.»

Kenma tornò di corsa da Kuroo e gli afferrò la manica, ma finì per essere coinvolto nella loro conversazione. Keiji si chiese di cosa stessero parlando. Sembrava quasi che stessero litigando, ma non ne era sicuro. Akaashi sospirò, stava per unirsi a loro ma si fermò non appena sentì qualcuno che chiamava il suo nome.

«Akaashi!»

L'Omega si voltò per vedere l'intera squadra di pallavolo. Gli alti predatori, affascinanti anche nei loro abiti casual, si mescolarono con disinvoltura tra la folla. Tra tutti, era stato Hinata a chiamare il suo nome, precipitandosi verso di lui con un sorriso enorme. Lo stomaco di Keiji sprofondò, ma subito dopo si sentì in colpa per quella reazione. Hinata era comunque una persona fantastica, a prescindere dalla gelosia nei suoi confronti. Akaashi sorrise gentilmente al ragazzo dai capelli rossi, sempre saltellante, e gli fece un piccolo cenno di saluto.

Imprinted (BokuAka)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora