12.

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Ale's POV

Niall è un coglione, lo odio.
Odio anche me per aver lascato cadere le mie difese, odio essermi aperta così tanto con lui, pensavo di fidarmi: mi sbagliavo di grosso.
"Anche Charles era un tuo collega ma non ci hai pensato due volte a scopartelo" Questa frase mi ha letteralmente distrutta, come se fosse una pugnalata al cuore. Me l'aspettavo da chiunque un'uscita del genere ma non da Niall.

Ho lasciato Niall all'hotel e non gli ho rivolto parola, non so nemmeno se sarei tornata a parlargli di nuovo dopo le sue parole, mi hanno davvero ferita. Sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera mia, non volendo parlare con nessuno, non ho fatto altro che piangere.
Stavo iniziando a stare bene con Niall, mi sono fidata, gli ho raccontato le mie paure, e lui come mi ha ripagata? In questo modo.
Ma la colpa è stata mia, mi sono lasciata andare con lui, senza pensarci ho appoggiato la mia testa sulla sua spalla, lui mi ha baciato il capelli, sembrava qualcosa di troppo intimo. Dobbiamo riprendere le distanze e questo è stato il pretesto giusto, le sue parole mi hanno fatta scappare a metri di distanza.
Non posso permettermi di lasciarmi andare ancora, ne con lui ne con nessun altro, non voglio soffrire, non voglio aprire il mio cuore a nessuno, se sto da sola sono felice.
Il mio cuore si è già spezzato troppe volte e troppe volte ho provato a riaggiustarlo ma alla prossima volta che si spezzerà, sarà impossibile sistemarlo, quindi meglio evitare.

Non ho risposto ai messaggi di Niall, che mi ha mandato fino alle tre del mattino, in questo momento non me ne faccio nulla delle sue scuse, non lo voglio vedere e non lo voglio sentire. Mi alzo dal letto sbuffando, dirigendomi verso il bagno. Apro l'acqua della doccia e mi guardo allo specchio mentre mi spoglio, i miei occhi sono rossi e gonfi per quanto ho pianto.
Entro in doccia, rimanendo ferma sotto il getto dell'acqua calda per alcuni minuti. Smettila di piangere, cazzo. Mi ripeto mentre sento le lacrime minacciare ancora di uscire.

Uscita dalla doccia, rimango per qualche minuto avvolta nel mio accappatoio poi mi cambio, sistemo la mia camera e vado in cucina per fare colazione. Fortunatamente non c'è nessuno, così posso stare tranquilla ed evitare di ricevere domande. Prendo del succo dal frigorifero e delle fette biscottate su cui spalmo della marmellata.
-ciao tesoro- mi saluta mio padre lasciandomi un bacio sui capelli -come stai, come è andata ieri?- ieri sono tornata a casa tardi, dopo aver lasciato Niall, ho girato un po' in giro, tornando quando sapevo che mio padre era a letto, non avevo voglia di parlare con nessuno.
-hei, buongiorno- sorrido -sto bene, tutto alla grande- mento.
-si vede che sei felice, sono contento sia andata bene, Niall sembra davvero un bravo ragazzo- si papà, sono proprio la felicità in persona... Esatto, Niall sembra un bravo ragazzo...Evito di rispondere, bevendo del succo. -io tra poco esco, devo portare delle cose a tua zia e poi tornare a prendere Fede, che è rimasto a dormire da Alessia-
-oh, okay-
-tu cosa fai oggi?-
-mh, ancora non lo so-
-puoi andare ad aprire?- chiede mio padre appena il campanello di casa suona -arrivo subito, predo il caffè- è davanti ai fornelli con la moka che inizia a fare rumore. Mi alzo dalla sedia e cammino a passo spedito verso la porta. Appena la apro, mi trovo Niall davanti con un mazzo di fiori fra le mani.
-che ci fai qui?- chiedo arrabbiata
-assicurarmi che stessi bene e chiederti scusa-
-sto bene e non accetto le tue scuse. Ciao, Niall- chiudo la porta.
-ALESSANDRA!- appena mi volto, mio padre è dietro di me e mi sta urlando contro. Mi sorpassa ed apre di nuovo la porta, scusandosi con Niall ed invitandolo ad entrare. Lui rifiuta ma mio padre lo trascina letteralmente in casa. Che bello essere rispettata...
Sbuffo e vado in camera mia. Mio padre non ci mette molto ad arrivare, per riprendermi.
-ma sei impazzita? Perchè gli hai chiuso la porta in faccia?-
-perchè se lo merita, è un coglione-
-che dici? Non era andato tutto bene?-
-ha deciso di fare lo stronzo, ha detto delle cose poco carine su di me. Quindi se vuoi parlare con lui, va pure, intrattieni il bravo ragazzo- dico facendo le virgolette -ma lasciami stare-
-va a chiedergli scusa. Non puoi comportarti così con lui-
-perchè, è intoccabile? Non gli chiederò scusa, non sono io quella che deve scusarsi-
-è il tuo capo. Vuoi perdere il lavoro? Invece si, ti scuserai per questo tuo atteggiamento!-
-Non ho quindici anni! Perderò il lavoro? Pazienza, mi rimboccherò le mani e ne troverò un altro. Ora va via, altrimenti me ne vado io-
-ti ha anche portato dei fiori... i tuoi preferiti-
-oddio, allora corro subito a perdonarlo! Ti prego-
-Ale...-
-va via, per favore- mio padre sconsolato esce dalla mia stanza, tornando da Niall. Mi lascio cadere sul materasso, in questo momento vorrei solo urlare e chiedermi quando qualcosa riuscirà ad andare nel verso giusto.
-Ale...- in questo momento odio anche mio padre, perchè ha fatto venire Niall qui?
-non voglio parlarti-
-per favore, almeno lascia che io ti porga le mie scuse-
-ti ho già detto che non le accetterò- mi tiro su a sedere, guardando Niall negli occhi -non credi di essere stato un po' ingiusto con me?-
-lo so e mi dispiace da morire, credimi-
-eri l'ultima persona da cui mi sarei aspettata parole simili- mi alzo dal letto avvicinandomi a lui -voglio solo che ora tu vada via e mi lasci in pace-
-non farmi questo-
-io non dovrei farti questo? Sei davvero serio?- alzo la voce -anzi, sai cosa possiamo fare? Facciamo finta che non sia mai successo, iniziamo nuovamente da capo, alla mia maniera però-
-cosa stai dicendo?-
-dico che da oggi, io e te, avremo solo un rapporto lavorativo. Sarà rispettosa durante il lavoro, farò ogni cosa che mi verrà richiesta, anche da te, ma non scrivermi più per altro- glielo avevo già detto quando si era comportato come un bambino in hotel, rimanendo in camera mia. Ma questa volta è reale, tra me e lui ci sarà solo un rapporto di lavoro. Nient'altro.
-non pensi di essere tu quella ingiusta, ora?-
-no, Niall. Sono realista, ieri ti ho detto che dovevamo prendere le distanze, mi hai facilitato il lavoro. Onestamente? Mi sono aperta con te, mi sono fidata ed è come se mi avessi pugnalata alle spalle. Sono stanca di soffrire, non posso permettermelo ancora. Ora va via per favore-
-io non voglio andare via, voglio risolvere questa situazione, non voglio fare le cose alla tua maniera-
-certo, ovvio, Niall Horan non può stare alle decisioni degli altri, essendo famoso ha questo diritto nel fare ciò che vuole lui e tutti devono stare ai suoi piedi-
-non sto dicendo questo, Ale. Per favore-
-no Niall, questa non posso perdonartela, è stata troppo grave, sei andato troppo oltre- mi avvicino alla porta, invitandolo nuovamente ad uscire. Alla fine capisce che non lo perdonerò, lascia i fiori, che ha tenuto in mano tutto questo tempo, sulla mia scrivania e cammina verso di me. Siamo uno di fronte all'altra e per qualche secondo ci guardiamo negli occhi, Niall appoggia le sue mani ai lati delle mie spalle e lascia un bacio sulla mia fronte. Si allontana, di nuovo i nostri sguardi si incontrano
-prenditi cura di te- mi accarezza delicatamente il viso ed esce dalla stanza. Rimango qui ferma, bloccata, senza riuscire a muovermi.

Must be Love | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora