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Sono così attenta a guardarlo che non mi sono accorta che Nic ha parcheggiato finché è lui a parlare.
"Va bene che sono bello però piccolè siamo arrivati" distolgo immediatamente lo sguardo diventando rossa mentre lui ride sotto i baffi scendendo poi dalla macchina venendo aprirmi la portiera.
"Prego signorina" mi sorride porgendomi la mano che io afferro senza esitazione.
"Grazie mille mio signore" e così scoppiamo a ridere insieme.
Una volta chiusa la macchina Nic non perde tempo a circondarmi il collo con il suo braccio dandomi un bacio in fronte mentre io mi appoggio con la testa sulla sua spalla e così ci incamminiamo verso il locale che noto essere un ristorante di lusso.
Vedendo l'insegna è un ristorante famoso qua a Roma e mi blocco all'istante facendo bloccare anche lui.
"Ehi che succede?" Si gira di scatto verso di me ritrovandomelo di fronte.
"Nic non posso entrare qua dentro" rispondo un po' innervosita.
"E perché?" Mi chiede come se nulla fosse.
"Come perché? Hai presente dove mi hai portato? Hai presente che questo è un ristorante di lusso? E hai presente che.." non mi fa finire di parlare che mi prende il viso tra le sue mani calde guardandomi.
"Ehi ehi ora calmati fai respiri profondi e guardarmi" mi sussurra accarezzandomi con i pollici le guance e al suo tocco socchiudo gli occhi prendendo dei respiri profondi per poi riaprirli e guardarlo.
"Ok ora primi che continui a sparare a raffica stai tranquilla e non preoccuparti ci sono qua io con te e non devi preoccuparti di niente ok?" Mi sussurra dolcemente guardandomi negli occhi continuando ad accarezzarmi le mie guance fredde e così facendo mi tranquillizzo e annuisco con la testa.
"Ora entriamo lì e ci godiamo la serata solo noi due" mi da un bacio sulla fronte e mi prende per mano entrando nel locale.
Un cameriere ci viene incontro passando lo sguardo tra me e Nic e penso che abbia riconosciuto Nic ma non lo fa a vedere fortunatamente per poi ritornare con lo sguardo su di me e fissarmi.
"Sera ho prenotato a nome Morriconi" esclama Nic un po' infastidito stringendomi di più la mano e facendo distogliere lo sguardo del cameriere da me.
"Si certo vi abbiamo prenotato un tavolo in disparte lontano da tutti, prego venite con me che vi accompagno" e così ci incamminiamo verso il tavolo.
Arrivati al tavolo ringraziamo il cameriere e Nic mi viene a spostare la sedia e io gli sorrido come ringraziamento per poi sedermi e lui difronte a me.
Mi guardo intorno e dalla vetrata si vede che c'è una terrazza dove si vede tutta Roma e mi si illuminano gli occhi.
"Dio Nic ma è stupendo qui" mi giro verso di lui con gli occhi che mi brillano.
"È per quello che ti ci ho portato perché sapevo che ti sarebbe piaciuto"
"Davvero Nic non dovevi a me bastava anche prendere un panino e mangiarlo seduti su una panchina difronte al Colosseo" gli sorrido guardandolo negli occhi.
"Immaginavo che dicevi così e mi hai dato la conferma che sei felice con cose semplici" me lo dice sorridendo prendendo la mia mano sopra il tavolo stringendomela.
"Allora piccolè quando oggi siamo venuti nel tuo bar ho visto che appeso avevi la foto con Vasco" me lo dice con gli occhi che li brillano perché so che Vasco per lui è il maestro.
"Si come ti dissi anche io quella sera, Vasco per me è Vasco non ci sono parole per descriverlo, io sono cresciuta con i suoi dischi in macchina grazie a papà che anche lui è un suo grande fan e me lo ha fatto amare fin da piccola e quindi quando me lo sono ritrovato nel mio locale stavo per svenire letteralmente e non so con che coraggio sia riuscita a fargli il caffè per poi chiedergli la foto stavo morendo dall'imbarazzo" sorrido ripensando a quel giorno che stavo letteralmente svenendo.
"Su questo posso capirti perché come hai detto tu Vasco è Vasco anche io ho avuto l'occasione di conoscerlo e non ti dico l'emozione che ho provato" è noto che quando parla di Vasco è felice come un bimbo sotto le feste di Natale.
Nel frattempo arriva il cameriere fortunatamente un po' più vecchio rispetto a quello di prima.
"Ragazzi cosa posso portarvi?" Ci chiede gentilmente.
"Portaci due amatriciane e il vino più buono che hai" ordina Nic anche per me leggendomi nel pensiero.
"Va bene grazie" prende i menu e se ne va così mi riconcentro su Nic.
"Ora invece mi devi dire i significati dei tuoi tatuaggi" mi sorride dolcemente guardandomi continuando ad accarezzarmi la mano.
"Allora quello sul braccio destro vabbè è La Rosa dei venti con le iniziali di mamma, papà, nonna e mia sorella poi Peter Pan, Wendy e Trilly è perché io amo follemente Peter Pan e anche perché mi riportava a te mentre la frase che ho tatuato di una tua canzone sulla coscia con la S è riferito a mio fratello che purtroppo non c'è più e mi piace pensare che sia la mia piccola stella nei momenti in cui non ho luce" sorrido tranquilla guardandolo dritto negli occhi.
Non fa in tempo a rispondermi che arrivano i piatti con il vino e come ho il piatto davanti sento il mio stomaco brontolare ma aspetto Nic che mi verso il vino nel bicchiere.
"Ora possiamo iniziare a mangiare" esclama e così facendo stacchiamo le nostre mani e iniziamo a mangiare accantonando un attimo quel discorso e parlando di cose più leggere ridendo e scherzando come se ci conoscessimo da una vita.

Il tuo nome. (Ultimo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora