Poker

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

Prompt: Poker

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"Cataclisma!" Aveva urlato Plagg prima di sprigionare tutto il suo potere sotto gli occhi degli altri kwami, che, ancora increduli, tenevano gli occhi sbarrati e il fiato sospeso.

Tutto attorno governava la calma più assoluta e solo il grido disperato di Ladybug spezzò il silenzio surreale che si era creato in quel luogo.

Lei e Chat Noir erano arrivati appena in tempo a fermare il dio della distruzione, peccato però che l'unico a pagarne il prezzo più grande fu proprio il super eroe in nero, il quale, senza pensarci due volte, si era prontamente sostituito alla pavimentazione sottostante, bersaglio prescelto da Plagg per liberare il potere.

Ladybug deglutì il nulla, proprio come il Plagg divenuto bambino, inorridito e senza parole.

Il cuore del piccolo dio della distruzione batteva fortissimo nel petto, una sensazione che non aveva mai e poi mai sperimentato prima d'ora e che ora gli stava togliendo letteralmente il fiato.

Plagg, nella sua vita, aveva sì causato grossi disastri, ma mai colpito direttamente qualcuno con il suo potere per il gusto di farlo o perché scalpitava nel sentirsi più libero.

Tikki assisteva impotente a tutta la scena con le mani portate alla bocca a coprirla e si stava domandando se effettivamente, Plagg, lo avesse ucciso.

Chat Noir era inerme sul pavimento grigio della strada, gli occhi chiusi e la bocca serrata in una morsa di dolore; il petto fumava ancora.

Ladybug accorse subito al suo capezzale e cercò di scuoterlo per sincerarsi delle sue condizioni.

Niente.

Chat Noir non rispondeva.

Grosse lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi mentre lo sorreggeva e invocava il suo nome con disperazione e angoscia. Le mani tremavano, proprio come tutto il corpo.

Tikki provò ad avvicinarsi a lei a piccoli passi e quando Ladybug li udì da dietro, si voltò di scatto con un'espressione tra le più iraconde mai sfoggiate.

"CHE COSA AVETE FATTO?" Urlò con voce strozzata.

"Mi-mi dispiace." Fu tutto quello che la kwami bambina riuscì a dire per giustificarsi, abbassando la testa.

"Ti dispiace?" Ladybug si alzò andandole incontro con due veloci falcate, tutto ciò che voleva fare in quel momento era di strozzarla con le sue stesse mani, anche se sapeva benissimo che questo suo gesto disperato non le avrebbe restituito il suo amato.

"TI DISPIACE?" Ripeté più forte ingrossando la voce.

Tikki, spaventata, annuì con il capo, proprio come una bambina quando viene sgridata perché ha combinato un disastro, poi, con un barlume di lucidità, passò sulla difensiva, in quanto lei non aveva fatto proprio niente.

"E' stata colpa sua, non mia." Disse senza capire la gravità della situazione e passando la patata bollente al vero artefice di tutto.

Plagg, con strafottenza e dopo che l'angoscia gli era scivolata via come se nulla fosse successo, le disse con semplicità che se l'era cercata e che non è stata colpa sua, che voleva colpire solo il pavimento per far saltare in aria la città; come se fosse ordinaria amministrazione, roba di tutti i giorni.

Ladybug, allora, lo legò a un palo della luce con lo yo-yo, senza pensarci due volte.

Era in collera e ora quel kwami avrebbe subito la sua ira.

Non solo era bloccata nel passato per sfuggire a morte certa nel suo tempo, ma ora, aveva perso anche la persona più importante per lei e tutto a causa di un bambino capriccioso. Con poteri enormi, sì, ma pur sempre un bambino.

Maestro Fu si era raccomandato di custodire per bene quella lanterna, perché se per disgrazia i piccoli dei fossero stati trasformati in bambini, non solo il loro corpo non avrebbe retto il peso dei loro poteri immensi, ma li avrebbero usati ragionando proprio come dei poppanti, perdendo così la ragione e il loro essere.

"Ehi, che fai, lasciami subito andare!" Plagg si dimenava come poteva, nel tentativo di liberarsi da quella costrizione.

"HAI UCCISO CHAT NOIR!" Inveì la super eroina contro di lui.

"Ti ho già detto che non è stata colpa mia." Cantilenò il kwami.

"SI', INVECE! Se non ti fossi comportato da bambino, non avresti mai usato il tuo potere e Chat Noir sarebbe ancora VIVO!!" Ladybug a stento trattenne le lacrime, le gambe cedettero sotto il peso della responsabilità e della colpa; se solo fosse riuscita a fermarlo in tempo...

*

Furono attimi interminabili e mentre tutti i kwami, tranne Plagg (per ovvie ragioni!) e Tikki, si dileguarono in fretta per non subire l'ira di Ladybug, sul posto, arrivarono da due parti diverse Adrien e Marinette, travestiti per non farsi riconoscere.

Marinette fu la prima a correre al capezzale di Chat Noir quando lo vide stramazzato al suolo, inerme, e a chiedersi che cosa gli fosse successo. Le mani guantate della ragazza tremavano mentre gli accarezzava il volto adulto con il cuore in gola.

Invece Adrien non riusciva a muovere un muscolo.

"E '-è morto." Le chiese buttando giù della saliva.

Marinette alzò il volto in direzione di quello vestito da banana.

"Chat Noir, sei tu?" Domandò con il volto contratto.

"S-sì." Rispose, ma non chi gli stava davanti.

Marinette e Adrien si guardarono e poi volsero lo sguardo verso il basso, attoniti.

Chat Noir aveva ripreso conoscenza e si teneva il petto dolorante con una mano.

Ladybug, che si trovava poco distante, udì la voce flebile del compagno e si precipitò verso di lui, prendendolo a schiaffi (lievi) a causa dello spavento che le aveva fatto prendere, poi lo abbracciò.

"Cretino, credevo fossi morto a causa del cataclisma."

Chat Noir tossì e si rialzò, un po' barcollante.

"Lo sai che non posso subire il mio stesso potere, è la regola."

"Me ne ero dimenticata!" Rispose con gli occhi lucidi, felice nell'apprendere che stesse bene.

Il super eroe in nero si guardò attorno, notando anche le loro controparti travestite e accorse nel luogo incriminato per aiutare, sogghignò.

"Che c'è da ridere?" Gli chiese Ladybug interrogativa.

"Niente! E' solo che quei poppanti hanno i minuti contati, sta scendendo in campo un poker d'assi."

*

continua

Che Pasticcio Ladybug - [Writober 2023]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora