Catena

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

Prompt: Catena

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Chat Noir non poteva credere ai propri occhi: la sua Milady era caduta vittima di Papillon, proprio come in quell'occasione.

Era successo tanto tempo fa e quella era stata l'unica volta in cui Marinette aveva ceduto alla rabbia per essere stata rifiutata,  da lui.

Non era riuscita a controllare le proprie emozioni e ora rischiava una situazione ben peggiore di quanto non lo fosse già.

Chat Noir voleva correre a casa e prender a pugni il padre, il quale non era proprio capace di starsene buono per una volta invece di girare sempre il dito nella piaga, ma non poteva abbandonarla, non in quel momento così delicato.

"Guardami, Milady!" Con sangue freddo e determinazione, Chat Noir non si fece sopraffare dalle proprie emozioni e iniziò a scuotere Ladybug, caduta in uno stato catatonico.

Chissà cosa le stava dicendo quel reietto per convincerla a unirsi a lui.

"Milady, sono qui... non ascoltarlo! Tu sei più forte di Papillon." Non aveva alcun dubbio su questo aspetto.

Ma quelle parole non  sembravano sortire nessun effetto: le pupille della super eroina erano dilatate  e coprivano completamente il blu dei suoi occhi, il volto pallido e le labbra spente le conferivano un aspetto cereo.

"Respingi il suo potere!" Continuò Chat Noir con il tono di voce più alta per sovrastare quella di Papillon.

*

Era tutto bianco attorno a lei. L'aria rarefatta e la pesantezza dell'umidità le entrava nelle ossa.

Le gambe erano incollate a terra e non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, fino a quando un timido raggio di sole non iniziò a sciogliere lo scenario attorno a lei e a farle riacquistare quella lucidità che aveva momentaneamente perduto.

Peccato però che il risveglio non fu dei migliori.

Marinette scosse la testa e si alzò facendo pressione con le mani sul pavimento impolverato.

Il braccio le doleva e vide la maglia leggermente strappata e il segno di una puntura ancora rossa.

"Pollen!" Pensò togliendosi il casco dalla testa per prendere una boccata d'aria fresca (per dire!).

Era ancora rinchiusa in quel ripostiglio e sotto di lei quello vestito da banana, immobile.

Marinette ebbe un sussulto e velocemente si rimise il casco quando lo sentì muoversi e mugugnare qualcosa di incomprensibile.

Il cuore batteva forte per la paura di essere stata imprudente.

Adrien alzò la schiena da terra e d'istinto si tenne la testa, quando aprì gli occhi arrossì: Marinette era a cavalcioni su di lui.

Le labbra si muovevano in maniera convulsa non sapendo cosa dire di preciso e la sua mente vagò: rinchiuso in un ripostiglio con la ragazza di cui era perdutamente innamorato e che gli stava sopra; Adrien percepì una strana sensazione sotto di lui e meno male che il costume da banana riusciva a coprire alla perfezione quel momento imbarazzante.

"Non è come pensi!" Si sbrigò a dire Marinette "... non riesco a muovere le gambe."

"Che ci è successo?" Adrien non ricordava nulla di quanto accaduto.

"Pollen. Ho una puntura qui sul braccio." Marinette gliela mostrò, ma il buio del ripostiglio non gli fece ben distinguere il pizzico dai pois della maglia.

"Io credo di averla sulla nuca." Adrien si voltò per mostragliela e Marinette la sfiorò con le dita, facendogli vibrare ancora di più il basso ventre e fargli desiderare che quel momento non finisse mai.

"Sì... ci siamo fatti distrarre." Disse senza pensare alla posizione ambigua in cui si trovava.

Adrien non sapeva dare un nome a quelle sensazioni straordinarie che giocavano dentro di lui mentre lei inavvertitamente si muoveva sopra il suo corpo alla ricerca di un appiglio per alzarsi, la cosa certa era che se la sua lady non si spostava subito da lì avrebbe fatto una delle figure peggiori al mondo.

Ma per sua fortuna, Marinette trovò ciò che stava cercando e con facilità riuscì a usarlo per sollevarsi e liberare così Adrien da una situazione imbarazzante.

Infine, gli porse la mano per aiutarlo e uscire da lì tirando semplicemente la maniglia della porta.

*

"Lui non ha nulla da offriti... sono tutte menzogne!" Sembravano attimi interminabili, eppure erano passati solo pochi secondi; pochi secondi di puro terrore, che svanirono nel momento in cui Ladybug respinse l'akuma grazie alla sua forza di volontà e supporto del suo compagno, il quale, l'abbracciò.

"Grazie per essermi stato vicino." Gli sussurrò all'orecchio mettendosi quasi a piangere.

"Sempre, Milady. Lo sai che ti starò sempre accanto."

Ladybug si asciugò le lacrime velocemente pensando al dover purificare quella farfalla prima che potesse infettare qualcun altro.

Scesero dall'albero e si guardarono intorno cercando l'insetto maledetto. Non lo videro, se non troppo tardi.

Poco lontano Trixx e Mullo stavano discutendo animatamente su cosa fosse meglio: formaggio oppure dell'uva dolce.

E questo loro battibecco aveva attirato la farfalla, la quale non ci mise molto a scegliere il suo prossimo bersaglio.

*

continua

Che Pasticcio Ladybug - [Writober 2023]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora