Ghiaccio

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

Prompt: Ghiaccio

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Si erano separati dagli altri per convenienza, soprattutto perché Ladybug e Chat Noir li braccavano come mastini affamati.
Tikki e Plagg riuscirono a raggiungere in poco tempo un luogo isolato fuori del caos della città, non intendevano nascondersi per paura, sapevano perfettamente di essere molto più forti di loro.
Volevano solo giocare a nascondino.
"A quei due non verrà mai in mente di cercarci qui." Disse Plagg inspirando il profumo della lavanda.
"Quattro." Puntualizzò Tikki.
"Sì, ma due sono senza poteri." Sottolineò Plagg, alla ricerca di qualcosa di succulento da mettere all'interno delle fauci.
Forse non lo avrebbe mai ammesso, ma era un po' in collera con Tikki per avergli tolto quel piatto di pasta da davanti gli occhi.
Chissene frega se era tutta una trappola e avrebbe pianto di fronte a quella leccornia, lui aveva fame.
Lo stomaco brontolò rumorosamente, indispettendo Tikki.
"Sei il solito, Plagg."
"Invece di rimproverarmi, non è che potresti far materializzare qualcosa da mangiare?"
"Ripeto: sei il solito."
Plagg sbuffò e roteò gli occhi.
Tikki si distese all'interno del campo di grano e ammirò il cielo azzurro e limpido.
Ora che aveva il corpo di una bambina tutto assumeva un altro colore e odore.
L'aria era meno intensa e i profumi li percepiva appena.
Chiuse gli occhi e portò le mani dietro la testa, incrociandole per usarle come cuscino.
Plagg la imitò e si portò alla bocca una spiga di grano, non avrà avuto un buon sapore, ma almeno poteva masticare qualcosa di commestibile.
Tutto intorno regnava il silenzio assoluto, solo una brezza leggera smuoveva le pannocchie ancora acerbe.
Il tepore del sole riscaldava i loro volti e li illuminava di una luce nuova.
Tikki si lasciò andare a un sospiro a pieni polmoni e Plagg la osservò come rapito.
"Sei felice, Tikki?"
Quella domanda la trasformò in un blocco di ghiaccio.
La bambina sussultò e si portò in posizione seduta. Non sapeva cosa rispondere, non era nei suoi piani diventare un'umana e mai al mondo sperava che questo accadesse.
Lo guardò spaesata nell'attesa che il ghiaccio che ricopriva la sua lingua evaporasse.
"Allora? Non mi rispondi?" Insistette lui.
Tikki sbuffò dal naso e guardò all'insù, Plagg arrossì mentre osservava quel profilo perfetto e pensieroso.
"Io sì." Disse lui rispondendo alla sua stessa domanda.
"Perché lo sei?"
"Perché sono assieme a te."
"Non ti manca Adrien?" Soffiò lei con i brividi che le percorrevano lungo la schiena sottile.
"Molto, sì. E forse è meglio ritornare come prima."
Ancora una volta il gelo raggiunse la bambina dai capelli rossi.
"Io non voglio." Si alzò indispettita. "... Adesso possiamo fare ciò che ci pare senza nessuno che ci controlli, non ho intenzione di assecondare il piano di quei due arrivati dal futuro."
"Questo è un tuo capriccio, Tikki. Ma ragiona, se quei due, come li chiami te, sono arrivati nel nostro tempo, significa che abbiamo causato qualcosa di male nel loro futuro. E non possiamo permettere che accada di nuovo. Siamo esseri superiori, il nostro compito è vigilare sull'equilibrio e non creare caos."
Tikki trasalì mentre distendeva le mani lungo i fianchi, quel zuccone aveva ragione, ma lei non era ancora pronta a rinunciare alla sua libertà, anche se questo avrebbe significato la fine del mondo.
"Abbiamo giocato abbastanza, è ora di tornare indietro."
Plagg è ormai fermo sulla sua decisione e nulla gli farà cambiare idea, vuole bene a Tikki, ma non può essere l'artefice della fine del mondo.
Il ragazzo si alza, ma non riesce a muoversi perché sente il suo ventre lacerarsi e le sue mani sono impregnate di sangue.
*
Continua

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