Primo

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

Prompt: Primo

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I quattro ragazzi lessero bene gli ingredienti necessari per la realizzazione della pozione da far bere ai kwami per poterli far tornare nella loro forma originale.

Non era di difficile realizzazione, alcuni ingredienti erano anche facili da reperire, tipo zucchero, acqua, farina e alcune spezie; quello che li preoccupava era la piuma di gufo (estinto!) e le lacrime di Tikki e Plagg.

"Plagg non si commuove facilmente!" Esclamò Adrien.

"Lo so." Incalzò Chat Noir.

"Anche Tikki non è da meno." Sospirò Ladybug.

"Siamo nei guai, allora." Mormorò Marinette incurvando le labbra verso il basso, che ovviamente nessuno notò a causa del casco integrale che portava sul capo per nascondere la propria identità al giovane Chat Noir.

"Ehi! Ho un'idea..." Se ne uscì Adrien "... perché non sciogliete la trasformazione e chiedete ai vostri kwami di piangere?"

Ladybug e Chat Noir si guardarono per un attimo.

"Che dici? Potrebbe funzionare?"

"Tu ti devi comunque de-trasformare per ripristinare lo yo-yo." Incalzò Chat Noir con ovvietà.

"Sì, è vero. Possiamo provare." Disse convinta Ladybug, la quale si fermò appena in tempo prima di commettere un'imprudenza.

Era talmente abituata a sciogliere la trasformazione in presenza di Chat Noir che per poco lo fece anche davanti ai loro alter ego, mandando così a monte il frutto di un duro lavoro.

"Ehm... senti Milady, perché non mandiamo i ragazzi alla ricerca degli ingredienti sulla lista mentre noi ci occupiamo di quei diavoletti? " Le domandò Chat Noir, il quale sembrava essere il più lucido del duo.

Inutile dire che Adrien moriva dalla voglia di vedere il volto della sua signora, ignorando il fatto che lo aveva sotto gli occhi ogni giorno della sua vita, e fu deluso del fatto che la sua controparte le si era parato davanti a nasconderla, nel caso in cui fosse riuscita a pronunciare la formula magica per farla ritornare normale.

Ma infondo, era giusto così.

"Va bene." Disse Ladybug sospirando, tutta quella situazione stressate la stava mettendo sotto pressione e meno male che c'era il suo compagno ad aiutarla.

Dopo aver istruito gli adolescenti sul proprio compito, Ladybug e Chat Noir rimasero finalmente da soli e la super eroina ebbe un crollo emotivo.

Scoppiò a piangere, ma Chat Noir era lì pronto per consolare la compagna di mille avventure, moglie e partner fantastica.

"Dobbiamo stare più attenti, soprattutto anche come parliamo davanti a noi stessi, Milady." Il tono di Chat Noir era come al solito calmo e pacato. Le sorrideva persino.

"Lo so, ma... è tutta questa situazione che mi agita e poi saperti là dentro poco fa mi ha chiuso lo stomaco."

Chat Noir incurvò le labbra verso il basso in maniera preoccupata e rimase in silenzio qualche secondo prima di riuscire a pronunciare una sillaba.

"L'ho visto..." Disse infine, ricordando come il suo cuore aveva accelerato nell'attimo in cui aveva udito la sua voce mentre parlava con Nathalie, nascosto dietro quella colonna come un ladro, aveva trascorso minuti interminabili fino al momento in cui i due adulti avevano toccato i tasti nel dipinto e attivato l'ascensore che li avrebbe condotti nel cuore della casa, dove c'era lei.

Non nascose alla moglie la voglia di attivare il suo potere e colpirlo, ma sapeva anche che in ogni caso lo avrebbe fatto nei mesi successivi e il senso di colpa lo aveva assalito d'un tratto.

Voleva solo andarsene da lì, ma poi si ricordò perché lo stava facendo e per chi.

Ladybug lo abbracciò per consolarlo, non doveva essere stato facile rivedere suo padre ancora in vita, per quante brutte azioni avesse compiuto l'uomo durante l'ultimo anno della sua esistenza, era pur sempre importante per lui e Adrien, Chat Noir, gli voleva un bene immenso, inimmaginabile.

"... e volevo metterlo in guardia da me." Gli confessò senza troppi giri di parole.

Ladybug trasalì.

"... ma poi mi son detto che non dovevo causare altri danni e che forse sarebbe morto lo stesso anche se non fosse stato colpito dal mio potere."

"Siamo artefici del nostro destino, Chaton. E sai benissimo che avrebbe trovato un altro modo per compiersi. Ti sei dato la colpa per troppo tempo in passato, non ricaderci."

Chat Noir fece un respiro profondo e buttò fuori tutta la malinconia momentanea.

"Hai sempre la parola giusta."

"Proprio come te." E senza pensarci lo baciò, d'istinto.

*

Ladybug era riuscita a ripristinare la sua arma, così i due ragazzi potevano giocare ad armi pari con i kwami, però prima dovevano pensare a un piano efficace per far piangere i kwami bambini, visto che Tikki le aveva detto che non necessitavano delle loro lacrime, ma di chi aveva subito la trasformazione in quel momento.

"Cosa potrebbe far piangere Plagg?" Domandò Ladybug a Chat Noir.

"Boh! Forse una forma gigante di Camembert." Rispose con naturalezza il super eroe in nero.

"Potrebbe essere un'idea... lucky charm!" Esclamò Ladybug facendo comparire la suddetta.

"Ora dobbiamo piazzarla in modo che Plagg la trovi." Ma non sarebbe stato facile scovare i bambini, o forse sì?

Un paio di isolati più avanti, i due super eroi avevano udito urla e schiamazzi provenire da lì, così, Chat Noir si mise sulle spalle quella forma di formaggio maleodorante e insieme alla sua partner si diressero in quella direzione.

"Speriamo di non puzzare per mesi."

"Appena arriviamo a casa ti prometto che ti farò un idromassaggio nel profumo." Ammiccò la super eroina, divertita nel notare le espressioni disgustate di lui.

Arrivati nel luogo del misfatto, videro Tikki e Plagg giocare all'interno del parco giochi.

Ora dovevano solo piazzare la loro trappola e attendere che Plagg (il primo prescelto) piangesse dalla gioia.

Approfittando di una distrazione, Chat Noir fece la sua mossa e portò la forma di formaggio proprio dietro a Plagg, il quale però la snobbò, anche se aveva una gran voglia di addentarla e gustarla, ma il divertimento era più importante di qualsiasi cibo invitante.

"Mannaggia, non funziona." Sibilò Ladybug a Chat Noir, ben nascosti dalla loro vista.

"Già..."

"C'è qualcosa che Plagg ti ha detto e che desidererebbe più di ogni altra cosa al mondo?"

"Una volta mi ha detto che vorrebbe tornare in Italia, sai in quel posticino dove siamo stati, e mangiare ancora quegli spaghetti ai quattro formaggi."

Nemmeno il tempo di finire la frase, che Ladybug fece comparire un mega piatto di spaghetti dal profumo invitate di formaggio squagliato e cremoso.

Plagg non ci mise molto ad avvicinarsi ad esso, nonostante Tikki lo invitasse a non farlo.

Gli occhi brillavano e l'essenza gli entrava dentro le narici, Plagg era incantato davanti a tale divinità che gli fece subito salire nella memoria quel viaggio famoso in cui aveva assaggiato quel primo piatto divino.

La bocca del bambino era spalancata al massimo e da un lato colava della bava, gli occhi erano lucidi mentre si apprestava a dare la prima in forchettata e portasi alla bocca quella divinità prima che Tikki prendesse quel piatto e lo lanciasse in aria, facendo così svanire il primo tentativo di raccolta, sotto gli occhi delusi e affranti dei due super eroi.

*

continua

Che Pasticcio Ladybug - [Writober 2023]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora