Amanda si apprestò a raggiungere il bar più vicino, un'accozzaglia di pensieri che si intervallavano nella testa. Il suo turbamento interiore non accennava a diminuire e, anzi, aumentava esponenzialmente di minuto in minuto. Per alcuni versi, aveva rassomigliato il comportamento di Federico proprio al suo e, tutto d'un tratto, comprese appieno cosa dovesse aver provato suo padre il giorno di Natale. A quanto pareva, però, quella sua sceneggiata aveva portato i frutti sperati, dato che stava per incontrarsi con lui.
Certo, non poteva sapere come sarebbe andata, ma in cuor suo sperava in un chiarimento definitivo.Raggiunse Il Colosseo e attraversò la strada. Proprio lì di fronte c'era un bar all'aperto. Si guardò intorno per un momento e lo intercettò quasi subito. Immerso nei suoi pensieri, lo sguardo basso, la gamba destra che ciondolava qua e là.
Era nervoso, constatò Amanda, che d'altra parte non poteva dirsi meno tesa di lui.
Si avvicinò quel tanto che bastava perché Francesco la vedesse. «Siediti pure», la pregò. «Mi... mi sono permesso di ordinarti un succo alla mela. È rimasto ancora il tuo preferito – dopo la cioccolata calda, ovviamente –, giusto?»
Amanda accennò un sorriso. Nonostante tutto, suo padre ricordava alla perfezione i suoi gusti, e questo la commosse nel profondo. «Sì, hai indovinato», gli rispose, prendendo posto di fronte a lui.
«Se desideri qualcos'altro, basta chiedere», le disse Francesco, tamburellando le dita sul proprio bicchiere contenente un goccio di acqua tonica.
«Mi è bastata la tua presenza in libreria», soffiò Amanda, leggermente imbarazzata. «Grazie davvero per essere venuto. Ci tenevo molto.»
Suo padre sospirò. «Mi sono perso così tanto, in questi anni», ammise, alternando lo sguardo tra la figlia e il bicchiere semi-vuoto. Ingollò un altro sorso. «Sei stata bravissima. Anzi, superlativa», le disse poi, nei suoi occhi tristi un barlume di sincera soddisfazione.
Amanda provò un'emozione fortissima. Forse l'ultima volta che le aveva detto quelle parole era stato quando aveva finalmente risolto senza alcun aiuto il suo primo problema di geometria. «Mi dispiace tanto se l'altro ieri sono scappata da casa tua senza salutare nessuno. Grazia è stata così gentile con me, che—»
«Non devi rimproverarti niente», la interruppe Francesco. «Lei non ce l'ha con te. L'unico che ha sbagliato sono io.»
L'altra scosse la testa. «Non solo tu. Io non... nemmeno io ho cercato di capirti, papà. Alcune volte, ho... ho odiato Grazia con tutte le mie forze, senza rendermi troppo conto che è stata proprio lei a farti tornare l'uomo felice che eri, prima che...» Sospirò. «Mi ricordo molto bene quando tu e la mamma vi siete separati. Eri praticamente distrutto.»
Francesco strabuzzò gli occhi.
«Sì», proseguì Amanda. «Non pensare che non me ne fossi accorta soltanto perché avevo nove anni. Ti ho sentito tante volte piangere per lei. Sapevo che piangevi per lei. Tutte le volte che mi mettevi a letto, io non riuscivo a dormire perché nella stanza accanto c'eri tu. I muri di casa nostra erano quasi di cartapesta, lo sai.»
Un sorriso amaro contornò le labbra di Amanda. «Mentre la mamma era costretta a fare i turni di notte per badare a nonno, io dall'altra parte ti sentivo piangere. Ma comunque... non potevo farci niente. Non mi avresti mai permesso di dormire con te. Forse perché alla fine avremmo finito per piangere insieme. Però... io avrei tanto voluto che lo facessimo, se soltanto fosse servito ad alleviare il nostro dolore.»
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In Un Giorno Qualunque
ChickLit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...