Il mattino seguente, Amanda si ritrovò a girovagare in lungo e in largo per le stradine di Torino. Sentiva forte il bisogno di distendere i nervi e di respirare un po' quell'aria che tanto sapeva di casa, di lasciarsi intontire da quella brezza tanto familiare che, tiepida, l'avvolgeva. Le salirono alla mente molti ricordi; alcuni felici, altri meno. L'espressione trasognata di sua madre quando riattraversavano quei luoghi era un tutto dire. Come quella corrucciata di Francesco quelle poche volte che l'aveva portata dai nonni materni. Soltanto adesso riusciva a spiegarsela.
Amanda fece un respiro profondo, cercando di non fissarsi troppo sul contenuto di quella corposa lettera. Durante la nottata, quasi non aveva chiuso occhio. L'aveva letta e riletta con ostinazione e altrettanta incredulità, come se non riuscisse a metabolizzarne per bene le verità di cui la stessa si faceva portavoce. Estrasse il libro di Dickens dalla borsa, sfogliandone distrattamente le pagine. La colse un impeto di profonda nostalgia. Aveva portato quel bel romanzo sempre con sé, malgrado ne avesse ormai sospeso la lettura da qualche mese. Le fece strano pensare che, all'epoca, non conosceva ancora le intenzioni di Federico, come pure i sentimenti che Alessandro aveva sempre nutrito per lei.
Richiuse di colpo il libro. Proprio come nella vita, anche i suoi amatissimi romanzi non erano esenti da colpi di scena o traumi d'altro tipo. Ma viverli in prima persona – come processarli – nella realtà era tutt'altra cosa. Una lacrima solitaria prese a correrle ai lati del viso. Cosa poteva mai farsene del successo ottenuto come scrittrice, se comunque si sentiva completamente in balia degli eventi? Da una parte, sentiva che la sua vecchia vita si fosse ridotta a un cumulo di cenere, ma d'altronde, non riusciva a non pensare a Federico. Al suo affetto profondo, ai suoi sguardi così dolci, così autentici. A quanto doveva aver sofferto la sua lontananza da lei. Alla rapidità con la quale si era affezionato a lei, senza neppure conoscerla a fondo. A quel ti voglio bene quasi sussurrato, come se, in cuor suo, avesse temuto una reazione negativa da parte sua.
Tornò a camminare e si strinse nelle spalle, fino a quando una musica dolce non attirò la sua attenzione. Amanda si fermò di colpo, affascinata da quello che le sembrava un brano dal sapore retrò, che doveva già aver sentito da qualche parte. Tese l'orecchio: quella zuccherosa melodia proveniva dal bar di fronte. Affascinata, attraversò la strada e vi entrò. Rimase a bocca aperta e si bloccò sul posto. Una ribelle cascata di capelli scuri gli ricopriva parte del volto, le spalle larghe, lo sguardo concentrato. Amanda lo riconobbe all'istante.
Vittorio, quel Vittorio, sapeva cantare? E, oltretutto, sapeva persino suonare la chitarra?
Di cosa ti sorprendi, eh? Tutti hanno delle doti nascoste!
Amanda non riuscì a muovere neppure un muscolo, del tutto ipnotizzata dalla bellezza della sua voce. Il testo di quella canzone, di chiunque essa fosse, era a dir poco splendido.
Scrivimi quando il vento avrà spogliato gli alberi,
gli altri sono andati al cinema, ma tu vuoi restare sola.
Poca voglia di parlare, allora... scrivimi.
Servirà a sentirti meno fragile, quando nella gente troverai...
Solamente indifferenza.
Tu non ti dimenticare mai di me.
E se non avrai da dire niente di particolare, non ti devi preoccupare, io saprò capire...
A me basta di sapere che mi pensi anche un minuto,
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In Un Giorno Qualunque
Chick-Lit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...