CAPITOLO II

324 24 124
                                    

Furono letteralmente travolti da una cascata di pioggia. Il tassista li aveva lasciati proprio di fronte a La Feltrinelli, sgommando poi a tutta velocità per le viuzze della città incurante del fatto che una bizzarra coppia di fidanzati – ubriachi e piuttosto malconci, a giudicare dal loro sguardo allucinato e dai vestiti semi-strappati che a malapena li ricoprivano – gli avesse fatto cenno di fermarsi.
Alessandro e Amanda non fecero nemmeno in tempo a raggiungere l'entrata della libreria, che un'abbondante sferzata d'acqua li colpì in pieno. L'agente richiuse l'ombrello e imprecò sottovoce.

«Okay, stare sotto lo stesso ombrello non è stata l'esperienza più esaltante della nostra vita», se ne uscì Amanda, trattenendo a stento uno sbuffo.

«Decisamente no. Il meglio deve ancora venire.» L'agente tornò a sorridere di colpo. «Allora, sei pronta?»

Amanda si scrollò il basco dal capo, rivelando una corposa massa di capelli scuri. Si avvicinò alla vetrina della libreria fino a spiaccicarvi il naso e la fronte. Proprio in quel momento, incrociò lo sguardo affilato di un dipendente che accennò loro di entrare. Amanda provò un certo disagio. Quell'individuo sorrideva troppo e sembrava parecchio su di giri, senza contare che il viso gli si era illuminato all'istante, non appena l'aveva vista.

Bazzecole! si disse, scostando lo sguardo da lui.

Si voltò verso Alessandro e, nel frattempo, fece un respiro profondo. «Sono pronta», graffiò sicura, mentre il sorriso dell'agente si faceva sempre più entusiastico.

Amanda spinse la porta in avanti ed entrò. Come sempre, non poté non rimanere affascinata dall'enorme pila di scaffali che si ergeva maestosa dinanzi ai suoi occhi sbigottiti. Se avesse potuto scegliere il suo paradiso sulla terra, quel paradiso sarebbe stato, senza ombra di dubbio, una qualsiasi libreria. I suoi occhi vagarono senza sosta su quell'immensa distesa di saggi, classici della letteratura, narrativa contemporanea e libri per bambini, perdendosi nel proprio mondo fatto di sogni diventati, finalmente, pura realtà.

«Ma buonasera!»

Una voce squillante la fece immediatamente scattare sul posto. Due profondi occhi color nocciola la scrutarono dall'alto in basso, la bocca sottile piegata all'insù, in una smorfia che sembrava quella di un cecchino pronto ad arraffare il suo bottino a piene mani. Senza pudore alcuno, l'uomo in questione si soffermò per qualche secondo di troppo a guardare la lieve scollatura che s'intravedeva dal cappotto in piuma d'oca di Amanda, mentre le stringeva la mano congratulandosi con lei per il suo nuovo romanzo.

Ah, quanto sono stata scema! si rimproverò la ragazza, avrei dovuto chiudere il giubbotto fin sopra al collo! Con questo freddo, poi!

Amanda gli rivolse un sorriso forzato. Trovava quel tale profondamente sgradevole, oltre che privo di qualsiasi forma di fascino o cortesia. Lo sentiva un viscido. Lo scrutò a fondo con aria di sfida. Non avrebbe dovuto provare imbarazzo per un simile individuo. Semmai sarebbe stato lui a doversi vergognare!

Fronte ampia, capelli biondi scompigliati, media statura. Aria sfacciata. Sulla trentina. Il classico tipo che crede di poter avere uno stuolo di donne ai suoi piedi semplicemente schioccando le dita.

Montato! pensò disgustata, mentre cercava di rivolgergli un sorriso più falso del Rolex che aveva al polso.

«Buonasera a lei, e grazie di cuore per la gentile ospitalità!» gli disse, incrociando istintivamente le braccia dopo avergli stretto la mano.

In Un Giorno QualunqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora