CAPITOLO XIII [PRIMA PARTE]

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«Federico mi ha chiamata proprio ieri, nello specifico durante la cena. Quando ho lasciato soli te e Alessandro, in pratica. A proposito di lui», indagò Amanda, «come ti è sembrato?»
La ragazza le rivolse quella domanda cercando di mettere a tacere in via definitiva l'inaspettato turbinio di sensazioni che si era agitato dentro di lei durante la loro ultima conversazione – e che a malapena l'aveva fatta dormire.

«È senz'altro molto carino – d'altra parte te l'ho sempre detto –, però non è il mio tipo», puntualizzò Monica, mentre si apprestava a richiudere il pesante borsone che aveva gettato sul letto. «E poi, anche se mi interessasse non avrei speranze. Questo perché è palesemente cotto di un'altra ragazza. E quella ragazza, per inciso, non è di certo una qualsiasi.»

Amanda sospirò. «Te ne sei accorta, allora. Pensa che lui mi ha confidato la stessa cosa.»

L'altra strabuzzò gli occhi, la bocca semi-aperta deformata in un ghigno che tradiva assoluta sorpresa. «Te l'ha detto? Cioè, Alessandro ti ha detto che—»

«Sì. Mi ha detto – testuali parole – che lui la sua ragazza ce l'ha già, a dispetto del fatto che nemmeno lo considera.»

Monica sorrise sotto i baffi. «Ahhh be'... questo spiega tutto.»

Amanda inarcò le sopracciglia. «Questo spiega... cosa, esattamente?»

«Be'...» tentennò Monica, «si vede lontano un miglio che è innamoratissimo di...» Scosse la testa e richiuse il borsone con un colpo secco. «Sì, insomma, il suo sguardo la dice lunga. Lo capirebbe chiunque che si è preso una sbandata.»

«E bella grossa», convenne l'altra. «Spero tanto che quella ragazza si decida ad aprire gli occhi. Alessandro è un uomo straordinario.»

«Ah be', me lo auguro anch'io», sottolineò Monica, soffocando a stento un risolino. «Sai cosa c'è? Il vero problema è che alle volte siamo così ciechi di fronte all'evidenza, oppure cerchiamo così strenuamente di negarla, che finché quella stessa evidenza non ci viene servita su un piatto d'argento, noi non ne osserviamo neppure la più piccola traccia.»

«Wow, ma che pensiero filosofico! Cos'è, ti sei fatta contagiare da Alessandro?»

L'amica scosse la testa. «A me sembra il contrario, onestamente. Guarda che ti ho vista, eh! Ieri sera lo guardavi un pochino troppo per i miei gusti.»

«Che?! Cercavo solo di capire cos'avesse! Lo vedevo pensieroso, e così—»

«E così hai pensato bene di squadrarlo a più riprese dalla testa ai piedi. Amanda, a me non la racconti. Dì che ti piace, piuttosto. Ci faresti più bella figura!»

«Non ti racconto cosa?! Io e lui siamo soltanto amici!»

«Be', ti posso assicurare che, perlomeno in certi momenti, il tuo sguardo non è stato propriamente quello che potrebbe rifilargli una semplice amica. E se vuoi saperla tutta...» Monica si bloccò di colpo un'altra volta, quindi riprese con la sua arringa: «Insomma, c'è una connessione particolare tra voi due! Questo non puoi negarlo! Vi ho osservati molto bene durante la cena e, nonostante avessi bevuto almeno quattro bicchieri di vino, ero perfettamente lucida.»

Il cuore di Amanda sussultò ancora una volta. «Dì un po', non stai cercando di spingermi tra le braccia di Alessandro, vero?»

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